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Cronaca

31 anni dalla tragedia Mecnavi, il sindaco: "Non è solo un ricordo: ancora troppe vittime sul lavoro"

Il 13 marzo ricorrono 31 anni dalla tragedia della Mecnavi, che si consumò a bordo della motonave gasiera Elisabetta Montanari, nei cantieri del porto di Ravenna, e che costò la vita a 13 lavoratori rimasti asfissiati

Il 13 marzo ricorrono 31 anni dalla tragedia della Mecnavi, che si consumò a bordo della motonave gasiera Elisabetta Montanari, nei cantieri del porto di Ravenna, e che costò la vita a 13 lavoratori rimasti asfissiati. I caduti sono stati ricordati martedì in una cerimonia commemorativa alle 9.30 in piazza del Popolo, alla quale sono intervenuti il sindaco di Ravenna Michele De Pascale, il sindaco di Bertinoro Gabriele Antonio Fratto e il segretario generale Uil di Ravenna, Riberto Neri, a nome delle tre confederazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil.

31esimo anniversario tragedia Mecnavi (foto Argnani)

"Vorremmo che questa fosse solo una giornata di ricordo, nella quale la nostra comunità si riunisce per ricordare 13 ragazzi della nostra terra che persero la vita sul lavoro in un incidente tragico, in un'epoca in cui le condizioni sul lavoro erano abominevoli - esordisce nel suo discorso il sindaco De Pascale - Ma purtroppo non possiamo vivere questa giornata solo come un ricordo: non possiamo dirci all'altezza di quello striscione 'Mai più' che tutti ricordiamo, che ha rappresentato una speranza infranta. Anche nella nostra città, infatti, si continuano a pagare vittime e infortuni lavorativi, ma anche lavoro nero e non tutelato. La crisi ci ha spinto ancora di più verso il cercare di risparmiare, con appalti al massimo ribasso, e tutto questo i lavoratori lo pagano con la loro vita. Nella nostra città tante persone si impegnano per difendere il mondo del lavoro, dalla sicurezza della navigazione, dagli operatori nella sanità e tutte le autorità pubbliche del nostro territorio. Abbiamo di recente rinnovato un protocollo per la sicurezza dei lavoratori del porto molto importante. E' una battaglia durissima, ma il dovere di tutti noi è quello di mettere in campo un impegno ancora più forte, partendo dalle scuole per far sì che nessuno possa mettere in testa ai ragazzi che pur di avere un lavoro - in una fase in cui i giovani vivono la ricerca di un impiego con un'ansietà senza precedenti - si possano accettare condizioni lavorative non sicure. Su questo non ci sarà mai un passo indietro, nel piangere le vittime di ieri ma soprattutto sperando nelle non vittime di domani".

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