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Cronaca

Lotta all'abusivismo sul litorale: i complimenti delle associazioni alle forze dell'ordine

"Da sempre sosteniamo che il commercio di prodotti contraffatti crea danno alle attività che svolgono la propria attività nella legalità e nel rispetto delle leggi", afferma Mauro Mambelli, presidente di Confcommercio Ravenna

Confcommercio si è complimentato con il comandante della Polizia Municipale di Ravenna, Stefano Rossi, e con il comandante provinciale dei Carabinieri, Massimo Cagnazzo, per le operazioni di questi ultimi giorni, in particolare a Marina di Ravenna e Lido di Classe per la lotta al commercio abusivo. "Da sempre sosteniamo che il commercio di prodotti contraffatti crea danno alle attività che svolgono la propria attività nella legalità e nel rispetto delle leggi", afferma Mauro Mambelli, presidente di Confcommercio Ravenna.

"I dati che abbiamo presentato recentemente nel corso dell’iniziativa "Legalità, mi piace", ne sono un chiaro esempio - chiosa Mambelli -. L’indagine da noi effettuata su imprese e consumatori su illegalità, contraffazione e abusivismo ci dice che il 27% dei consumatori ha acquistato almeno una volta lo scorso anno un prodotto o un servizio illegale. Per tre consumatori su quattro l'acquisto dei prodotti illegali o l'utilizzo di servizi irregolari è piuttosto normale ed è utile per chi è in difficoltà economica; due imprese su tre si ritengono danneggiate dall'azione dell'illegalità; tra gli effetti più dannosi prodotti dalle diverse forme di illegalità le imprese del commercio, del turismo e dei servizi indicano principalmente la concorrenza sleale (60,8%).

"Sono questi indicatori che ci fanno riflettere sulla portata del fenomeno che ha raggiunto dimensioni enormi. Bene quindi l’importante lavoro di Polizia Municipale e Carabinieri che, grazie ad una capillare azione sul territorio, in particolare sul litorale ravennate, pongono un freno a questo fenomeno che alimenta fortemente il mercato dell’illegalità - aggiunge Mambelli -. Concordiamo con il Comandante Rossi quando afferma che ‘nonostante i continui sforzi della Municipale, di tutte le Forze dell’Ordine e le campagne informative, attraverso le quali si chiariscono anche le sanzioni per chi acquista merce contraffatta, è demotivante vedere così tante persone acquistare anche con questa modalità on line (What’sApp) prodotti, che non fanno altro che alimentare il mercato dell’illegalità, i cui ricavi vanno ad arricchire la criminalità organizzata, vanificando in tal modo i risultati di contrasto, quotidianamente perseguiti. L’utilizzo di tali canali alternativi non impedisce però al cliente di essere rintracciato e sanzionato ai sensi della specifica normativa (200 euro)”.

Sulla questione è intervenuta anche Confesercenti: "L’episodio e la circostanza scoperta e segnalata dalla brillante operazione svolta dalla Polizia Municipale ravennate, come le azioni di altre forze dell’ordine svolte in questi giorni, testimoniano, come segnaliamo da tempo sulla sua quantità e qualità, l’ampiezza, l’organizzazione e l’articolazione del fenomeno dell’abusivismo commerciale dalle nostre parti (e ben visibile sull’arenile) cui fanno da sponda anche certi comportamenti e acquisti praticati da turisti e consumatori. Come abbiamo recentemente ribadito anche in occasione della sottoscrizione del rinnovato protocollo provinciale contro l’abusivismo presso la Prefettura, sono importanti e devono marciare insieme i controlli assidui delle forze dell’ordine nelle zone più colpite dal fenomeno, la campagna informativa rivolta ai cittadini e ai turisti per scoraggiare gli acquisti dagli abusivi, così come le multe per le/gli acquirenti".

"Se vogliamo combattere e arginare l’illegalità e il fenomeno dell’abusivismo commerciale, ognuno deve fare la propria parte; togliere mercato agli abusivi come ridurre criminalità ed evasione dipende anche da ognuno di noi - concludono -. Non acquistare da chi non è in regola è un comportamento, una battaglia di civiltà e di legalità. La lotta agli abusivi e all’illegalità non è compito esclusivo e non va delegata solo alle forze dell’ordine, cui chiediamo azioni continue e mirate. Chi acquista borse come altri prodotti, contraffatti o meno, da persone senza titolo, va perseguito come ovviamente il “venditore”.

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