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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Accoltellamento ai Giardini Speyer, la giustizia gli presenta il conto: ora è in carcere

Uno dei contendenti, che aveva riportato la peggio, si armò di coltello per poi tornare insieme ad un connazionale agli Speyer, dove aggredì e ferì gravemente con la lama uno degli aggressori tunisini

Un sanguinoso agguato dopo una lite. E' quello che accadde nell'estate del 2013 ai Giardini Speyer. A fronteggiarsi tunisini e albanesi. Uno dei contendenti, che aveva riportato la peggio, si armò di coltello per poi tornare insieme ad un connazionale agli Speyer, dove aggredì e ferì gravemente con la lama uno degli aggressori tunisini. Per quell'episodio gli agenti della Squadra Mobile di Ravenna hanno arrestato un 28enne di nazionalità albanese, residente a Ravenna, con l'accusa di tentato omicidio aggravato in concorso.

Le indagini

Nell’immediatezza del fatto intervennero, inizialmente, le Volanti della Questura di Ravenna e, subito dopo, gli investigatori della Squadra Mobile che, sulla scorta degli elementi raccolti dai colleghi delle Volanti riuscirono ad identificare ed indagare il cittadino albanese all’epoca 24enne e il suo complice. I due, dopo il ferimento, si diedero alla macchia riparando in Albania, per il reato di tentato omicidio, in concorso. Le fonti di prova raccolte dalla Polizia Giudiziaria a carico dei due giovani consentirono al giudice per le indagini preliminari, su richiesta del sostituto procuratore Stefano Stargiotti, l’emissione di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere.

Le ricerche

Proseguirono però le incessanti ricerche dei due responsabili, da parte degli investigatori di viale Berlinguer, grazie alle quali venne individuata, fra la comunità albanese di Londra, la presenza del 28enne; in esito a tale approfondimento investigativo il gip si determinò ad emettere nei confronti del giovane albanese il Mandato d’Arresto Europeo. A tale provvedimento restrittivo venne data esecuzione dagli investigatori di Scotland Yard che, in attesa dell’estradizione, condussero il giovane nelle carceri di Sua Maestà. Terminato l’iter procedurale per il suo trasferimento, l'extracomunitario fu prelevato dalla capitale londinese dagli uomini del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato e dell’Interpol e condotto in Italia dove giunse il 19 settembre del 2014.

Dai domiciliari al carcere

Da quella data si avviò la carcerazione del 28enne, poi tramutata in arresti domiciliari che stava scontando nella sua abitazione di Ravenna; nel frattempo, con sentenza irrevocabile della Corte d’Appello di Bologna, riconosciuta la colpevolezza per i reati contestatigli, era stato condannato alla pena complessiva di anni 8 di reclusione. Giovedì, all’esito della contabilizzazione del periodo di detenzione sofferta e rilevato che al condannato non poteva essere concessa liberazione anticipata e, tanto meno, gli arresti domiciliari avendo scontato solamente due anni dieci mesi e 13 giorni di reclusione, l’Ufficio Esecuzioni Penali della Procura della Repubblica di Ravenna ha emesso nuovo ordine di carcerazione. Il 28enne albanese è stato rintracciato giovedì mattina dagli investigatori della Squadra Mobile di Ravenna, all’interno della propria abitazione e condotto al carcere di Port'Aurea, dove dovrà restare per i prossimi cinque anni, un mese e diciassette giorni di reclusione.

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