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Cronaca

Aveva già ucciso tre volte. "Doveva entrare in un ospedale psichiatrico"

L'aggressore dell'avvocato Francesco Manetti, il 75enne ferrarese, Primo Bisi, aveva già ucciso tre volte in passato. Era già stato condannato a 14 anni di carcere per l'omicidio dell'amante della moglie, nel 1963

L'aggressore dell'avvocato Francesco Manetti, il 75enne ferrarese, Primo Bisi, aveva già ucciso tre volte in passato. Era già stato condannato a 14 anni di carcere per l'omicidio dell'amante della moglie, nel 1963, sorpreso nell'abitazione della coppia ad Argenta ed ammazzato a sprangate. Nel 2001 Bisi scoprì nuovamente la coniuge a letto con un vicino di casa: fece fuoco contro entrambi, uccidendoli. “Già condannato per i precedenti reati, era in attesa di essere ricoverato presso un ospedale psichiatrico giudiziario, dove sarebbe dovuto rimanere per tre anni".

Lo scrive, in una nota, il difensore d'ufficio successivamente confermato di fiducia, Marco Bertozzi, a proposito di Bisi che lunedì, pur condannato per tre omicidi, ha potuto raggiungere armato lo studio del precedente difensore, Manetti, e sparargli. Nella nota, che non chiarisce il motivo dell'attesa del ricovero per l'uomo che era ai domiciliari in casa di un parente, Bertozzi esprime "la massima solidarietà al collega ferito e a tutti i colleghi e collaboratori del suo studio".

Bertozzi ha spiegato che, nell'interrogatorio di lunedì sera in questura, Bisi ha risposto alle domande del sostituto procuratore Isabella Cavallari ed è stato poi portato in carcere in attesa dell'udienza di convalida dell'arresto: "Al di là della gravità del fatto in sé, che non si nega - conclude Bertozzi - non sono poche le questioni che dovranno essere chiarite e provate nel processo che, certamente, si terrà".

A Ravenna è polemica dopo il tentato omicidio. A partire dal sindaco, Fabrizio Matteucci ('Come diavolo è possibile che un pluriomicida potesse circolare indisturbato e per di più armato? Qualcosa non và), i ravennati sono turbati. Si chiedono come sia stato possibile che un uomo che nel 1963 aveva assassinato a sprangate il presunto amante della moglie, Jolanda Consalvo; che 38 anni dopo, nel 2001, aveva ammazzato la donna e un altro presunto amante con unna Smith & Wesson regolarmente detenuta per uso sportivo, fosse libero di muoversi e di detenere l'arma con cui ha tentato il quarto omicidio.

Dopo il duplice omicidio del 2001, aveva subito una condanna, con riconoscimento di seminfermità mentale, a 16 anni di carcere e a cinque di casa di cura. I giudici scrissero in sentenza che Bisi era uno che "risolveva le questioni in maniera primitiva". Nel 2010, a scopo "curativo", ottenne però i domiciliari, una condizione che giudicò, ovviamente, molto positiva. Si arrabbiò molto quando il tribunale di sorveglianza di Bologna mesi fa decise di mandarlo all'ospedale psichiatrico giudiziario di Montelupo Fiorentino, non per cinque ma per tre anni. Il ricovero sarebbe dovuto cominciare in dicembre, secondo il legale, in ottobre, secondo gli inquirenti. Resta il fatto che lunedì è potuto evadere in scooter dai domiciliari e raggiungere l'obiettivo: lo studio Manfredi di via Castel San Pietro.

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