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Cronaca Lugo

Alternanza scuola-lavoro, un primo bilancio all'Istituto Compagnoni di Lugo

Sono stati circa 500 gli studenti del Polo e 200 i liceali, per un totale di 80mila ore di alternanza scuola lavoro nel territorio lughese.

Nel pomeriggio del 29 novembre si è svolto un “tavolo di lavoro con scuole e imprese” dal titolo “Alternanza Scuola Lavoro. Primo bilancio e sviluppi futuri”. Nell'aula magna del Compagnoni – istituto capofila del Polo Tecnico Professionale di Lugo – si sono date appuntamento numerose personalità tutte in qualche maniera “legate” al tema.

A fare gli onori di casa, ci ha pensato la Dirigente Scolastica Milla Lacchini, la quale ha impostato l'incontro più sulla tavola rotonda  e la forma dialogica che non sulle relazioni dei singoli esperti.

Dopo il saluto del sindaco Ranalli e dell'assessore Fabrizio Lolli, il quale ha fornito alcuni dati alla riflessione collettiva (sono stati circa 500 gli studenti del Polo e 200 quelli liceali, per un totale di 80mila ore di alternanza scuola lavoro nel territorio lughese), ha preso la parola l'isp. Orlando, dirigente tecnico dell'USR, il quale ha dichiarato che sono 8481 gli studenti ravennati coinvolti nell'esperienza di alternanza una volta che essa sarà completamente a regime; poco più di 100mila, quelli emiliano romagnoli. Interessanti i numeri relativi all'a.s. 2014/15 sia di fine 1° ciclo sia di fine 2° ciclo di scuola secondaria: l'84,3% raggiunge “regolarmente” la licenza media, mentre solo il 73,7 dei “regolari” (ossia mai bocciati) arriva all'Esame di stato nella secondaria di secondo grado.

A questo riguardo  "le ragazze – ha precisato Orlando – sono più regolari dei maschi" e, negli istituti professionali uno su due arriva al diploma in ritardo.

L'intervento più articolato è stato quello di Arduino Salatin, Preside dell'Istituto Universitario Salesiano di Venezia. Egli ha tentato un primo bilancio dell'applicazione della legge 107/2015, nota come “la buona scuola”. Pur ammettendo che esistono fonti documentarie  "molto frammentarie", ha riconosciuto che “la buona scuola” renziana ha consentito un notevole balzo in avanti per quanto riguarda gli investimenti passati dalla fascia 11-32 milioni di euro “ante” agli attuali 100 milioni cui andrebbero aggiunte le risorse PON e FSE. Inoltre si pensi che gli studenti in alternanza scuola lavoro sono passati da 273mila nell'anno che ha preceduto la riforma a 652.641 nel 2015/2016; quindi nell'anno scolastico appena trascorso si è arrivati al 96% delle scuole coinvolte in tale esperienza, quando in precedenza esse raggiungevano il 54%. Le “strutture ospitanti” sono 149.795 ripartite in imprese (36%), biblioteche (12,4%), enti locali e pubblica amministrazione (8,5%), no profit (7,6%), e così via. Nelle regioni del sud, notevole è il ricorso alla cosiddetta Impresa Formativa Simulata.

L'analisi da parte del preside Salatin dei principali problemi emersi con la 107 ha catturato l'attenzione dei presenti. Egli li ha così riassunti: a) come riuscire a collocare una massa così ingente di studenti che, a livello nazionale, raggiungeranno 1.500.000 unità? b) il carico burocratico per le imprese, in termini di salute e sicurezza dello studente sul posto di lavoro è aumentato; c) un problema è il  «dosaggio fra funzione orientativa, formativa e placement»; d) altro problema il rapporto fra le competenze culturali, tecnico-professionali e di  "cittadinanza per la vita". A questo proposito Salatin ha ricordato che è importante che lo studente sappia fare squadra, impari a essere puntuale sul posto di lavoro e che la sua presenza sia accurata; e) la co-progettazione e la co-valutazione con le imprese, anche nella prospettiva della riforma dell'esame di stato che quasi certamente verrà fatta nell'a.s. 2017/2018.

Nell'ottica della collaborazione fra i soggetti in campo, la preside Lacchini ha reso noto ai presenti che «come Polo ci siamo dotati di un medico per effettuare le visite mediche agli stagisti; che è stato fatto un bando per acquistare i Dispositivi di Protezione Individuali, così da sgravare le imprese; che come scuola ci si è fatti carico dei corsi sulla sicurezza di base lasciando alle imprese la formazione più specifica».

Nel dibattito finale hanno preso la parola, fra gli altri,  Giacomo Melandri di Confesercenti, Angelo Benedetti di Unitec spa, Massimo Foresti di Elettrotecnica Imolese. Tutti, pur con accenti diversi, hanno ribadito  "un bilancio positivo di esperienza di alternanza" e, per dirla con Salatin,  "Emilia Romagna e Lombardia, in questo momento, rappresentano il top dell'esperienza in Italia". Sarebbe auspicabile che si andasse nella direzione degli sgravi fiscali per le imprese che “ospitano” e che, non potendo replicare il modello tedesco nel quale l'apprendista viene retribuito con 600 euro mensili, almeno che lo studente italiano possa essere rimborsato delle spese di trasporto.

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