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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Ancisi (LpR): "Richiesta la tessera per avere un orto per anziani: è un abuso"

"Secondo il regolamento, il rapporto di concessione degli orti è esclusivo del Comune con gli assegnatari. È escluso alcun obbligo di iscrizione al centro sociale gestore"

Richiedere la tessera dell'associazione Auser e Ancescao per avere in concessione un'area degli orti per anziani è un abuso, in quanto il rapporto di concessione è col Comune. E' la vibrante protesta di Alvaro Ancisi, capogruppo di Lista per Ravenna che ha raccolto una serie di documenti, che trasmetterà al Comune e alla Procura su quella che reputa una mancata applicazione del regolamento degli orti per anziani.

Ancisi parla di vere e proprie “prevaricazioni negli orti del Comune sugli anziani che li coltivano”. In generale sono 16 le aree ortive comunali, distribuite tra città, forese e litorale, per 1.283 lotti complessivi. A parte le tre più piccole (20 lotti in totale), gestite direttamente da Comune, ed una autogestita dagli ortisti (119), le altre 12 sono gestite, per conto del Comune, da due associazioni nazionali: AUSER-Cgil (7 aree e 317 lotti) e ANCESCAO (5 aree e 827 lotti).

Ancisi dal punto di vista politico lamenta la contiguità delle due associazioni con i partiti di sinistra. “La prima appartiene al maggiore sindacato di sinistra. Il presidente della seconda dichiarava pubblicamente, ancora nel 2012, quando era già a capo del coordinamento emiliano-romagnolo dell’associazione: 'Non sono più iscritto al PD, ma ne resto un elettore'”.

Precisa quindi Ancisi: “Per regolamento, sono gli ortisti di ogni area a scegliere il centro sociale loro gestore, ma si tratta - salvo optare per l’autogestione, più impegnativa - di una scelta obbligata tra i vari centri sociali esistenti, tutti in mano a tali due associazioni. Riscontro nell’assetto prodottosi - che ritengo politicamente previsto e voluto - un’anomalia profonda. L’osservazione è solo politica, finché non si producono delle degenerazioni. Nel caso, il mio intervento contesta quelle più rilevanti. Secondo il regolamento, il rapporto di concessione degli orti è esclusivo del Comune con gli assegnatari. È escluso alcun obbligo di iscrizione al centro sociale gestore, in sostanza all’AUSER o all’ANCESCAO”.

Ancisi fa riferimento ad uno specifico caso: “Mi risulta che per il presidente del centro sociale Le Rose, gestore dell’area ortiva di via Chiavica Romea, è obbligatoria per gli ortisti la tessera dell’ANCESCAO, con relativo pagamento, in funzione di sopratassa, della quota associativa. Ho ragione di ritenere che la tessera ANCESCAO sia ritenuta obbligatoria anche per gli ortisti degli altri centri sociali della medesima associazione, cioè la maggior parte, ma potrebbe esserlo anche per i centri AUSER. In sostanza, gli assegnatari sono allo stesso tempo “Orticoltore e Socio”, tenuti quindi a pagare annualmente non solo il canone di concessione al Comune e la quota parte delle spese condominiali (assicurazione compresa) al centro sociale gestore, ma anche la tessera associativa del gestore. Ma gravissimo, addirittura inaudito, è l’obbligo della tessera associativa, perché viola nientemeno che la libertà di associazione tutelata dall’art. 18 della Costituzione. Da lì alla tessera di partito il passo concettuale sarebbe breve”.

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