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Cronaca

In casa una catena di produzione della marijuana: padre e figlio in manette

Sono stati sequestrati decine di sacchetti “da congelatore”, una busta della spesa tipo da supermercato e diversi contenitori, tutti pieni di marijuana, già pronta e da confezionare nuovamente per le cessioni al dettaglio.

Avevano in casa una vera e propria piantagione e tutto il necessario per produrre e vendere lo stupefacente. Padre e figlio sono stati arrestati martedì mattina dai Carabinieri della stazione di Alfonsine. La situazione era monitorata da tempo e gli uomini dell'Arma stavano raccogliendo ogni elemento utile prima di procedere ad una perquisizione domiciliare di iniziativa; la particolarità del caso è stata legata al fatto che i due arrestati non avevano alcun precedente in banca dati.

Quando però i militari hanno ritenuto che l’attività di spaccio fosse più che un sospetto, hanno deciso di intervenire: così nel pomeriggio di martedì i Carabinieri sono entrati nell’abitazione di un operaio italiano di 52 anni. Quel che i Carabinieri di Alfonsine si sono trovati davanti è stata una vera e propria catena di produzione della droga, dalla coltivazione alla vendita al dettaglio: sono stati sequestrati decine di sacchetti “da congelatore”, una busta della spesa tipo da supermercato e diversi contenitori, tutti pieni di marijuana, già pronta e da confezionare nuovamente per le cessioni al dettaglio.

Oltre ai vari strumenti “del mestiere”, come bilancini di precisione e materiali per il confezionamento, sono stati rinvenuti narghilè, grinders trita erba, cannule per aspirazione e tutto il kit necessario anche al consumo; quello che però è emerso dalla perquisizione è che anche il figlio dell’uomo, che però abita in centro a Ravenna, ventiduenne, si occupava della parte della coltivazione. Sono state sequestrate diverse piante già essiccate ed altre ancora non pronte alla raccolta, ma curate proprio per quello scopo: inoltre, proprio per fugare ogni dubbio sull’attività di spaccio, è stata rinvenuta una lista di clienti abituali, sia di consumatori diretti, sia di pusher “intermediari”.

Questo a dimostrazione del fatto che ci fosse una catena già collaudata dietro; vicino ai nominativi anche le cifre delle cessioni, un giro da migliaia di euro. Ora padre e figlio si trovano ai domiciliari in attesa di comparire davanti al giudice.

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