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Cronaca

Il giro degli assegni rubati fruttava 50mila euro alla settimana: sgominata associazione a delinquere

Una maxi operazione, denominata “Fake”, ha visto l'impiego di 100 Carabinieri, che durante la notte hanno perquisito numerose abitazioni

Una maxi operazione, denominata “Fake”, che ha visto l'impiego di 100 Carabinieri - che durante la notte hanno perquisito numerose abitazioni – e che avrebbe portato alla luce una vera e propria associazione a delinquere. Nella notte tra mercoledì e giovedì i Carabinieri del comando provinciale di Ravenna – insieme ai colleghi di Napoli, Udine e Forlì-Cesena - hanno eseguito 23 provvedimenti di custodia cautelare nei confronti di indagati per associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio, emessi dal Gip del Tribunale di Ravenna Federica Lipovscek su richiesta del pm Angela Scorza. Di questi tre persone sono finite in carcere, 7 agli arresti domiciliari e 13 persone sono state sottoposte all'obbligo di presentazione alla Polizia giudiziaria.

IL VIDEO - Associazione a delinquere per riciclaggio: 23 arresti dopo il blitz dei Carabinieri

L'operazione prende le mosse già dall'anno scorso, a partire dal fermo degli autori della tentata rapina alla filiale della Cassa di Risparmio di Ravenna di Sant'Agata sul Santerno, avvenuta il 1 febbraio 2017: vennero fermati a Orte tre rapinatori e da lì venne monitorato quello che è tuttora ritenuto il “basista” dell'organizzazione. In breve emerse così la presunta esistenza di un'associazione per delinquere, ben strutturata e capillare sul territorio nazionale, dedita non solo a rapine, ma anche – tramite l'apertura di conti correnti ad hoc – anche alla spendita di assegni falsi e al riciclaggio di assegni contraffatti.

Nel corso dell'indagine sarebbe emersa una figura di riferimento nell'area del lughese, che si sarebbe interfacciata con soggetti del napoletano legati a una più ampia struttura criminale che avrebbe fornito gli assegni rubati, successivamente clonati e contraffatti, sostituendo con dei beneficiari fittizi i titolari originari. Il beneficiario fittizio, definito “cambiatore”, sarebbe stato colui che provvedeva ad accendere nuovi conti correnti nei vari istituti bancari dove scontare gli assegni clonati. Si parla di cifre importanti: solo nella zona del lughese si tratterebbe di un giro d'affari di circa 50mila euro a settimana. Si tratta di assegni postali, bancari, circolari e di compagnie di assicurazione di importi non molto rilevanti (tra i 500 e i 5000 euro), il cui incasso consentiva quindi di evitare di attirare l'attenzione degli impiegati agli sportelli all'atto dell'apertura dei conti correnti, data l'esiguità degli importi e, conseguentemente, di evitare il movimento fisico dell'assegno tra banca traente e banda beneficiaria.

Infatti, l'organizzazione imponeva di non scontare gli assegni presso gli sportelli delle banche emittenti al fine di eludere un rapido riscontro sulla genuinità del titolo di credito. Le modalità di attuazione del reato e il valore degli importi facevano sì che gli uffici legali degli istituti di credito (tutti tra Lombardia ed Emilia Romagna) reputassero poco conveniente, anche in termini economici, rivalersi nei loro confronti per rientrare in possesso delle somme e perseguire i responsabili di ogni singola transazione. Il quadro è cambiato quando, dopo l'intervento degli investigatori, gli istituti bancari interessanti si sono accorti del volume complessivo delle perdite.

In totale il nucleo investigativo, al comando del Maggiore Pisapia, avrebbe sequestrato 270mila euro di assegni. E' stato assodato che i “cambiatori” che si prestavano ad aprire conti correnti ad hoc dove ritirare gli assegni forniti dall'associazione erano persone in difficoltà economica che da ogni assegno ottenenevano una contropartita del 15%. I tre arresti, coloro che avrebbero avuto un ruolo preminente, sono stati eseguiti uno a Napoli (colui che teneva rapporti tra l'organizzazione partenopea e le referenze di zona), uno a Ravenna (il referente di Lugo) e una donna a Forlì (che si interfacciava con l'intermediario quando mancava il soggetto di Lugo per ricevere gli assegni da Napoli). Si sta lavorando per cercare i capi dell'organizzazione, al momento ignoti.

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