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Cronaca

Auser saluta i piccoli "ambasciatori di pace" dei campi profughi Saharawi

Questi viaggi, ogni anno, permettono a gruppi diversi di bambini di uscire dai campi profughi saharawi, nella quasi totalità dei casi per la prima volta

Mancavano 4 giorni alla partenza e avevano contato 105 granchi e 9 meduse. Non avevano mai visto nulla di tutto ciò i 9 bimbi saharawi (3 femmine e 6 maschi) che hanno soggiornato a Casal Borsetti dal 13 al 24 agosto insieme a Baba, il loro accompagnatore, nell'ambito del progetto Regionale "Ambasciatori di Pace", che grazie ad Auser Ravenna, Comune di Ravenna e Associazione Kabara Lagdaf, torna per il terzo anno consecutivo. Al soggiorno "marittimo" sono stati dedicati gli ultimi giorni dei 2 mesi passati in Italia; prima il gruppo ha visitato Campogalliano, Castelfranco Emilia, Tavagnacco e Medolla, in ognuna di queste località hanno trovato volontari che si sono occupati di loro, a Casal Borsetti è stata Auser Ravenna a coordinare tutti.

Questi viaggi, ogni anno, permettono a gruppi diversi di bambini di uscire dai campi profughi saharawi, nella quasi totalità dei casi per la prima volta, facendoli sfuggire a temperature estive che a volte superano i 50 gradi e permettendo loro di vedere cose che non hanno mai visto (una piscina, il mare, l'erba, le piante) e di mangiare alimenti che normalmente non hanno la possibilità di mangiare; nel corso di questi viaggi i bambini vengono sottoposti a diversi esami clinici anche perché, se non sono stati soggetti a particolari patologie, è molto probabile che non siano mai stati visitati in vita loro. Il terzo importante obiettivo di questi viaggi è quello di mostrare al mondo l'esistenza di questo popolo, di raccontare la loro storia e la loro voglia di riscatto, la loro lotta pacifica per rientrare nei territori che sono stati sottratti da più di 30 anni, costringendoli a vivere di aiuti umanitari in luoghi ostili alla stessa vita.

Nei 10 giorni che hanno passato a Casal Borsetti i bambini sono andati al mare, hanno imparato a nuotare, hanno ballato, si sono travestiti, hanno giocato e interagito con tutte le persone che hanno incontrato. Quando è stato chiesto loro quali fossero le cose che più li avevano colpiti del nostro Paese, hanno risposto i cavalli, i pesci, i granchi, le mucche e i maiali e poi la montagna con la neve che naturalmente non avevano mai visto, ma anche la piscina e i campi di mais, uno di loro ha risposto "Il verde! Non ho mai visto così tanto verde tutto insieme!". C'è chi ha portato con sé una bottiglietta d'acqua del mare da far vedere alla mamma (la prima scelta, scartata per ovvie ragioni, erano due cozze vive).

Sono partiti venerdì mattina alle 6 con il pulmino utilizzato dai volontari Auser per accompagnare a scuola i bambini di Casal Borsetti e con il Doblò utilizzato dai volontari di Ravenna per gli accompagnamenti. Ci sono stati abbracci e tanta commozione perché in questi giorni si sono creati dei rapporti veramente speciali tra i bambini e i volontari che si sono occupati di loro durante tutto il soggiorno, primi tra tutti Carmine e Teresa di Auser, che come sempre non si sono risparmiati e che hanno instaurato legami profondi a dispetto della distanza linguistica.

"Sono state forti emozioni - commenta Mirella Rossi, presidente di Auser Ravenna - Sono bimbi che forse non rivedremo più, perché ogni anno cambiano; noi li porteremo sempre nel cuore e ci piacerebbe sapere cosa porteranno loro di noi, cosa racconteranno ai loro genitori, se quel messaggio di pace di cui sono portatori l'hanno recepito nella nostra accoglienza, solidarietà e testimonianza. È stata un'esperienza profonda, impegnativa e bellissima, Carmine e Teresa sono stati straordinari. Questa esperienza ha espresso pienamente il valore del volontariato e della solidarietà, l'obiettivo era quello di fare star bene i nostri ospiti e sicuramente ci siamo riusciti. Con questa testimonianza abbiamo cercato di esprimere un modesto contributo nel percorso di cambiamento di un mondo migliore".

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