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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Autocostruzione flop a Filetto: "Accertare le responsabilità e salvaguardare i cittadini"

Maiolini (Gruppo misto): "Il Comune doveva tutelare gli interessi degli autocostruttori, e non limitarsi a organizzare e promuovere gli incontri tra gli stessi e l'Istituto di credito che aveva concesso il mutuo"

Nel giugno del 2003, il Comune di Ravenna promulga un "Avviso per indagine preliminare di mercato per l'assegnazione di lotti in aree Peep per la realizzazione di interventi in integrazione sociale tramite l'utilizzo della metodologia dell'autocostruzione totale”. L’associazione Alisei ong firma nel marzo 2004 un protocollo d’intesa con il Comune di Ravenna "per la realizzazione di interventi di integrazione sociale in campo abitativo tramite l'utilizzo della metodologia dell’autocostruzione". Nel protocollo d’intesa, vengono individuate quattro aree Peep adibite all’ autocostruzione, ovvero Piangipane, Grattacoppa, Sant’Alberto e Filetto. I cantieri vengono affidati alla Alisei Ong, che opera tramite la Alisei Autocostruzioni srl. I cittadini che rispondono ai requisiti degli art. 3,4 e 5 del protocollo di intesa, che si occupano del cantiere di Filetto, nel 2006 costituiscono la cooperativa denominata Mani Unite e partecipano alla costruzione come previsto.

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Nel settembre del 2008, però, la Alisei smette di rifornire il cantiere di materiali. La cooperativa Mani Unite continua ugualmente a lavorare, finché Alisei dopo varie vicissitudini, nel 2009, abbandona definitivamente il cantiere e lascia i cittadini della cooperativa da soli, con il poco materiale rimasto, che infatti nell’estate dello stesso anno termina e non consente più l'avanzamento dei lavori. I responsabili della cooperativa “Mani unite” interpellarono il Comune che si smarcò da ogni responsabilità, dichiarando che gli accordi erano stati stipulati tra Alisei e la cooperativa stessa. La Regione, comunque interpellata dal Comune, emise il "bando per l'attuazione del programma sperimentale di edilizia residenziale di autocostruzione" (delibera dell'Assemblea legislativa n. 18/2010) con il quale vennero finanziati i cantieri abbandonati da Alisei, destinando 200.000 euro per Savarna e 280.000 per quello di Filetto, insufficienti per il completamento dei lavori. Nell'estate del 2012, dopo che il Comune di Ravenna dichiarò pubblicamente che il cantiere Filetto non aveva ormai più speranze di essere terminato e che il terreno sarebbe ben presto tornato al Comune, i cittadini della cooperativa Mani Unite decisero di occupare il cantiere per ben 94 giorni, senza luce, gas, acqua, e infissi.

"Il Comune doveva tutelare gli interessi degli autocostruttori, e non limitarsi a organizzare e promuovere gli incontri tra gli stessi e l'Istituto di credito che aveva concesso il mutuo - commenta il capogruppo in consiglio comunale del Gruppo Misto Marco Maiolini nel presentare un'interrogazione - Il Comune doveva trovare un’ adeguata soluzione, congiuntamente alla Regione, che permettesse la conclusione dei lavori, attraverso il finanziamento di un nuovo bando per il finanziamento dei lavori scoperti. Non si possono coinvolgere cittadini con risorse limitate, quindi non in condizioni di rivolgersi al mercato libero, in tali progetti sperimentali esponendoli a rischi economici considerevoli, per lasciarli senza casa e in causa, sia nei confronti di Alisei Ong, nel Tribunale Civile a Ravenna, ma anche nei confronti del Comune di Ravenna, al Tar dell'Emilia Romagna, senza alcuna tutela da parte di chi aveva costruito i bandi, che si sono rilevati delle gabbie per questi cittadini".

Il consigliere d'opposizione chiede al sindaco "quali iniziative si intenda mettere in atto per salvaguardare questi cittadini che si sono fidati dell’amministrazione comunale credendo nel progetto dell’autocostruzione, ma che si sono ritrovati senza casa e pure con delle cause pendenti; se non si reputi opportuno accertare se ci siano state responsabilità da parte degli uffici competenti per la mancata vigilanza su questa iniziativa di progetto sociale, manlevando i cittadini e trovando soluzioni per soddisfare il bisogno abitativo delle persone coinvolte dal fallimento dell'iniziativa di autocostruzione, in particolare del cantiere di Filetto".

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