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Cronaca

Barriere architettoniche, i consiglieri chiedono l'abbattimento: "Non è solo un obbligo normativo"

E' stato approvato durante il consiglio comunale di giovedì un ordine del giorno presentato dai gruppi di maggioranza. Il tema era stato portato in consiglio dalla capogruppo della Pigna Veronica Verlicchi

E' stato approvato durante il consiglio comunale di giovedì un ordine del giorno presentato dai gruppi di maggioranza, e sottoscritto in corso di discussione anche da Lista per Ravenna, Forza Italia e Lega, che impegna il sindaco e la Giunta a implementare ulteriormente le azioni messe in campo affinché siano realizzati gli appositi piani stabiliti dal Peba, approfondire modalità e azioni di intervento che vedano la partecipazione di rappresentanze qualificate delle associazioni che si occupano di tutte le disabilità attraverso la convocazione di commissioni consiliari congiunte, valutare con adeguati strumenti l'opportunità di istituire la figura del “Disability manager” e farsi promotori presso la Regione Emilia Romagna per la approvazione di una Legge specifica che determini criteri e finanziamenti al fine di garantire la qualità della progettazione. Il tema era stato portato in consiglio dalla capogruppo della Pigna Veronica Verlicchi, che tramite una mozione chiedeva appunto l'adozione del Peba e l'abbattimento di tutte le barriere architettoniche. La mozione della consigliera d'opposizione è stata respinta: hanno votato contro 18 consiglieri (Pd, Ama Ravenna, Pri, Sinistra per Ravenna), 10 i favorevoli (Forza Italia, gruppo Misto, La Pigna, Lega nord, Lista per Ravenna, Ravenna in Comune).

"È necessario superare il concetto che l’eliminazione delle barriere architettoniche sia semplicemente un obbligo normativo, poiché questo pone il rischio che gli interventi che si vanno a programmare siano condizionati dallo stereotipo dell’individuo disabile visto unicamente come una persona su sedia a ruote. Il concetto di “persona con disabilità” è molto più ampio - spiega la consigliera Pd Patrizia Strocchi - E' indispensabile riconoscere alle persone disabili il pieno diritto all'accessibilità inteso nella sua accezione più ampia, come precondizione necessaria per una effettiva eguaglianza delle opportunità rispetto a tutte le attività socialmente rilevanti: l'istruzione, la vita professionale, il trasporto, la cultura e lo sport. La piena partecipazione dei disabili alla vita collettiva è un passaggio obbligato di ogni società che voglia realizzare concretamente il diritto alla dignità umana e che non voglia rassegnarsi ad essere una democrazia incompiuta. Purtroppo siamo ancora distanti dai risultati cui legittimamente aspirano le persone che devono, ogni giorno, adattarsi, con grandi difficoltà, a un mondo non ancora all'altezza di essere a misura di tutti. Crediamo, però, che l’Amministrazione Comunale di Ravenna stia facendo passi nella giusta direzione. A gennaio è stato infatti approvato dalla Giunta il Piano di accessibilità urbana (Pau), inteso a rendere più funzionale la mobilità all’interno del territorio comunale che ha consentito la normalizzazione di luoghi pubblici appositamente individuati e censiti, con il supporto delle Associazioni che si occupano di disabilità, allo scopo di eliminare tutto ciò che può essere fonte di ostacolo o pericolo o che può causare imbarazzo o discriminazione, facilitando gli spostamenti delle persone con disabilità e ottenendo una maggiore inclusione ed integrazione sociale. Vogliamo dunque proseguire le nostre azioni in modo concreto, programmatico e partecipato a partire dal completamento Piano di Eliminazione delle Barriere Architettoniche".

La reazione di Fand

La Federazione Fand ( (Federazione tra le Associazioni nazionali dei disabili) è stata costituita all’inizio del 1997 tra le associazioni storiche di promozione sociale Unmic - Associazione nazionale mutilati e invalidi civili; Anmil - Associazione nazionale mutilati e invalidi del lavoro; Ens, Ente nazionale sordomuti; Uic - Unione italiana ciechi e Unms - Unione nazionale mutilati per servizio istituzionale; successivamente si sono aggiunte Arpa - Associazione Italiana per la Ricerca sulla Psicosi e l’Autismo e Anglat - Associazione Nazionale Guida Legislazioni Andicappati Trasporti. "Il voto contrario della maggioranza all’ordine del giorno presentato dalla capogruppo della lista civica La Pigna Veronica Verlicchi, dove si chiedeva l’apertura di un tavolo tecnico di lavoro tra Comune e la Fand, è un atto che ci delude, ci rammarica e suscita tutta la nostra disapprovazione - commenta il presidente Antonio Ricci - Dopo 32 anni di inadempienza rispetto a un obbligo di legge che prevede l’adozione del Peba, Piano per l’eliminazione delle barriere architettoniche, dalla maggioranza ci aspettavamo un gesto coerente per rimediare al colossale ritardo. E invece, oltre al danno, riceviamo anche la beffa. La maggioranza ha proposto e approvato un ordine del giorno che non ci soddisfa per nulla e che contiene un coinvolgimento delle associazioni in qualità di invitati alle riunioni della commissione consiliare 9, cioè auditori dei gruppi consiliari. Il Peba nei comuni in cui è stato adottato ha visto nella fase della sua elaborazione il coinvolgimento delle maggiori e più rappresentative associazioni della disabilità nazionali. In questo modo si esclude un rapporto e un coinvolgimento diretto della Fand. Per quanto ci riguarda l’unica possibilità di un nostro coinvolgimento rimane la richiesta avanzata dalla Fand, presentata con ordine del giorno dalla lista civica La Pigna e discusso in consiglio comunale, semplicemente l’istituzione di un tavolo tecnico tra Comune di Ravenna e la Fand. Non siamo disponibili a un coinvolgimento in qualità di auditori della commissione consiliare 9".

"La posizione di Fand è dovuta a un evidente fraintendimento - spiega il capogruppo di Lista per Ravenna Alvaro Ancisi - L’ordine del giorno presentato dalla maggioranza è stato infatti modificato in corso di seduta, e così approvato, a seguito di un emendamento dei gruppi Lista per Ravenna, Forza Italia e Lega Nord, scritto di mio pugno, che dispone l’esatto contrario: “Il consiglio comunale chiede al Sindaco e alla Giunta di implementare le azioni messe in campo affinché siano realizzati gli appositi piani in particolare del Peba...” e “di approfondire modalità e azioni, nell’ambito di convocazioni delle Commissioni Consiliari Servizi sociali, Sanità pubblica e Pari opportunità, e/o altre di volta in volta ritenute competenti, con la partecipazione, in qualità di esperti invitati dalle presidenze delle suddette commissioni, di rappresentanze qualificate delle Associazioni che si occupano di tutte le disabilità, per una efficacia dei provvedimenti e quindi dei Piani, in fase di redazione degli stessi, previa definizione delle relative disponibilità finanziarie”. Ciò significa che le associazioni partecipano a pieno titolo, come esperti di commissione, ai lavori delle commissioni stesse, in sostanza al tavolo della presidenza, non come esperti di un gruppo politico seduti al suo fianco. Il modello è quello praticato con successo nel luglio scorso con la convocazione della commissione Sanità pubblica per discutere del trasferimento dell’Istituto Olivetti nella nuova sede di via Umago, all’epoca gravata da notevoli barriere architettoniche. Le associazioni delle disabilità, compresa la Fand, opportunamente invitate, vi hanno espresso un ruolo autonomo pienamente attivo, ottenendo che nel giro di un mese le barriere fossero rimosse, con lavori edilizi fatti a tempo di record, in tempo per l’avvio dell’anno scolastico a settembre. Come dice il presidente della Fand, il Comune è da “ 32 anni” inadempiente “rispetto ad un obbligo di legge che prevede l’adozione del Piano per l’eliminazione delle barriere architettoniche (Peba)”. È largamente documentabile come Lista per Ravenna sia l’unico gruppo consiliare che incessantemente ha richiamato il dovere di dargli vita, con emendamenti presentati fin da quando è stato partorito il Piano Generale del Traffico Urbano, purtroppo bocciati. L’obiettivo di stringere finalmente l’amministrazione comunale ad assolvere a questo impegno merita di essere condiviso e perseguito con un’azione corale delle rappresentanze elettive della cittadinanza (quali sono espresse nel consiglio comunale e nelle sue commissioni) e di quelle associative delle disabilità".

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