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Minichini (LpR): "Basta con le querelle sulla neve, ora pensiamo all’imu"

L'emergenza neve non ha provocato solo disagi, ha anche distolto l'attenzione dei cittadini sull'IMU. La nuova imposta sugli immobili che sostituisce l'ICI sull'abitazione principale,

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di RavennaToday

L'emergenza neve non ha provocato solo disagi, ha anche distolto l'attenzione dei cittadini sull'IMU. La nuova imposta sugli immobili che sostituisce l'ICI sull'abitazione principale, abolita dal precedente Governo Berlusconi. Essa è stata introdotta dall'art. 13 del Decreto legge 6 dicembre 2011, n° 201 e meglio conosciuta come Decreto Monti o Salva Italia. A breve, tutti dobbiamo fare i conti con questa imposta in relazione ai provvedimenti che adotterà il Comune di Ravenna. Non saranno pochi i problemi che questa imposta causerà, infatti il mondo agricolo è in subbuglio. La Regione Emilia Romagna è scesa i campo con l'assessore all'agricoltura Tiberio Rabboni, il quale avrebbe affermato che in alcuni casi gli aumenti dell'Imu possono toccare la soglia del 700 per cento.

E dell'ignaro cittadino che nulla ha a che fare col mondo agricolo, chi si prenderà cura? La reintroduzione dell'imposta sull'abitazione principale serve proprio ai Comuni per rimpinguare le loro casse attraverso le entrate fiscali. Ordunque, se il mondo imprenditoriale agricolo si è mosso per ottenere riduzioni sul prelievo fiscale, il Comune di Ravenna, per far quadrare i conti, deve pur prevedere in che modo sopperire al minor gettito qualora andasse incontro alle loro legittime richieste. Non sussiste alternativa, sarebbe obbligato a ritoccare le aliquote sulle abitazioni se il Governo non interviene per compensare le minori entrate, così come richiesto dalla Regione. Il mio invito, quindi, è rivolto a tutte le forze politiche democraticamente elette nel Consiglio Comunale di Ravenna di essere vigili, affinché, qualora il Governo non dovesse accogliere le richieste della Regione, il Comune non aggravi ulteriormente il peso fiscale sulle abitazioni principali poiché queste sono frutto di enormi sacrifici fatti dai cittadini nel corso degli anni per dare un tetto alla propria famiglia.

Da ultimo, giusto per far comprendere cosa comporta per le famiglie questa legge, entro marginalmente sull'aspetto oneroso. Non è tanto l'aliquota che stabilirà l'amministrazione comunale purché si mantenga entro i limiti minimi prefissati, quanto il moltiplicatore della rendita catastale ad incidere sostanzialmente. Infatti, l'aliquota si applica sulla rendita catastale di una abitazione o garage, già rivalutata del 5%, moltiplicata per 160. Un ipotetico esempio di una famiglia composta da marito, moglie e due figli di età non superiore a 26 anni, con abitazione principale categoria A/3, rendita catastale 1.000 euro già rivalutata del 5% ed aliquota minima Imu 0,4%, forse rende meglio l'idea. L'imposta da versare sarà pari ad euro 340 (1.000 x 160) x 0,4% - (300 di detrazione fiscale). Se invece siamo in presenza di sole due persone che percepiscono una misera pensione, il costo si aggrava poiché saranno 440 gli euro da pagare. Pur considerando un'aliquota minima, non è poco, poiché già oggi molte famiglie fanno fatica ad arrivare a fine mese, senza contare chi è disoccupato e magari anche con un mutuo sulle spalle

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