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Cronaca

Berkan B, vertici portuali indagati: "Cariche attribuite per asservimento politico"

La Procura di Ravenna ha sequestrato il relitto della Berkan B iscrivendo nel registro degli indagati i nomi di tre figure apicali dell'Autorità Portuale, tra cui il presidente Daniele Rossi

Un mese fa il presidente dell'Autorità Portuale Daniele Rossi, durante una conferenza stampa convocata per parlare del futuro della Berkan B abbandonata dal 2010 nel canale Piomboni, aveva spiegato come l’attività di recupero, bonifica e demolizione e riciclaggio del relitto - definita dallo stesso Rossi come "molto complessa" - sarebbe stata assegnata a seguito di una gara, per poi affidare i lavori entro settembre e giungere alla completa rimozione della nave entro la fine del 2019.

"In seguito a quella conferenza - spiega il capogruppo di Ravenna in Comune Massimo Manzoli - noi commentammo dicendo: "Sarà la magistratura ad accertare responsabilità pubbliche/private nell’accaduto. A noi resta una considerazione da fare e riguarda le affermazioni di Rossi, cioè di un amministratore pubblico. Il Presidente dell’Ente di governo del porto ha dichiarato che, senza violare le leggi, dopo nove anni da che la carretta si è aggiunta all’elenco degli altri relitti e dopo due da che sono iniziate le perdite nella Pialassa non gli è ancora possibile fare qualcosa. A breve, sperabilmente, qualcosa farà. Ma non ancora. Crediamo che questo equivalga a dichiarare il fallimento della capacità di operare di una pubblica amministrazione. Se sia cosa normale o riguardi il singolo amministratore saranno, speriamo, le autorità inquirenti ad accertarlo”.

E ora infatti, in seguito agli accertamenti effettuati, la Procura di Ravenna ha sequestrato il relitto della Berkan B iscrivendo nel registro degli indagati i nomi di tre figure apicali dell'Autorità Portuale, tra cui lo stesso presidente Rossi. "Solo loro, sembrerebbe, e non altre amministrazioni e amministratori con responsabilità e competenze relativamente a quanto avviene nella Pialassa - continua il consigliere d'opposizione - Dal punto di vista penale sarà la magistratura a trarre le conclusioni di questa vicenda (se ci sia stato o meno reato e chi, in caso positivo, lo abbia commesso). A noi interessa piuttosto segnalare che ogni volta che si arriva a questo punto a essere sconfitta è la capacità di chi amministra la cosa pubblica di riuscire a governare un problema. Ieri erano i fanghi abbandonati per anni nelle casse di colmata del porto, oggi è un rottame bloccato in porto da quasi un decennio. Non crediamo che questi “insuccessi” siano da attribuire a una generica incapacità del “pubblico” inefficiente rispetto a un presunto “privato” maestro nel problem solving. Siamo piuttosto portati a credere che abbiano condotto a questo punto anni di selezione di una dirigenza pubblica sulla base di criteri volti a premiare l’asservimento al partito di governo (qualunque sia), piuttosto che la professionalità nel ruolo da ricoprire. Si tratta di un processo nazionale, regionale e anche comunale di cui oggi paghiamo il prezzo, ritrovandoci terreni portuali ingombri di rifiuti, specchi acquei inquinati da masse oleose e un porto insabbiato. Tra 10 giorni scade il termine fissato dallo stesso Rossi per la pubblicazione della gara di approfondimento dei fondali. Gli riuscirà di rispettare almeno questo o tornerà a invocare quei pieni poteri che, per quanto ne sappiamo, possiedono solo i personaggi della Marvel?".

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