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Cronaca

Bisanzio, gli ex campeggiatori: "Avremmo potuto aiutare, ma nessuno ci ha detto nulla"

Parla un'ex-campeggiatrice del camping di Lido di Classe, dopo il bando per la riapertura andato in fumo. "Abbiamo sgomberato in fretta e furia, eravamo senza acqua corrente e con un solo bagno"

"Gli esiti del bando erano purtroppo scontati e noi campeggiatori non siamo per nulla stupiti della cosa". Parla con grande sicurezza e allo stesso tempo con grande sconforto Ilaria Busato, una degli ex-campeggiatori del camping Bisanzio di Lido di Classe. Sembra ormai certo, infatti, il futuro prossimo del campeggio, che dopo aver tentato la riapertura tramite un bando a cui non si è presentato nessuno - se non l'ex gestore Luciano Panzavolta - mette a rischio con la sua chiusura il destino di un'intero paese. "Abbiamo ascoltato le spiegazioni fornite dai responsabili del Comune di Ravenna - spiega Ilaria - evidenziando da subito le numerose problematiche che avrebbero reso assai difficile sperare nella realizzazione dell’obiettivo di riaprire il campeggio entro 15 giorni dall'assegnazione. Ci è stato a più riprese ribadito che il tavolo di concertazione per la sicurezza, cui hanno preso parte Ufficio della Biodiversità, Comune di Ravenna e Prefettura, è stato aperto proprio per cercare di dare una soluzione tempestiva alle problematiche operative conseguenti alla revoca della concessione al gestore Cila e alle istanze avanzate dalla pro-loco di Lido di Classe, dalle associazioni di categoria e dai commercianti stessi preoccupati del venir meno di un consistente e fidelizzato bacino di clienti con la stagione alle porte. In realtà, la sensazione è invece quella che il tavolo di concertazione sia stato attivato in ritardo rispetto a quanto sarebbe stato opportuno, e solo per le forti sollecitazioni dei soggetti indicati e il clamore mediatico che la vicenda ha suscitato".

"Abbiamo fattivamente collaborato con le autorità e l’ex gestore per la tempestiva rimozione dei nostri effetti personali - prosegue Ilaria - al fine di consentire lo sgombero dell’area nei ristretti tempi previsti, con ingente dispendio di costi, tempi ed energie e molti hanno dovuto rinunciare alle vacanze estive. Dopo la comunicazione ufficiale a noi pervenuta da parte della Forestale, abbiamo proceduto a svuotare le strutture e lo abbiamo fatto responsabilmente nonostante le condizioni pessime: in mezzo a cumuli di detriti, con le operazioni di smantellamento delle strutture in corso, senza acqua corrente e con la possibilità di utilizzare un unico servizio igienico (dopo averlo richiesto). I campeggiatori si sono poi attivati perché parte delle strutture potessero essere donate alla Protezione Civile, Caritas e ad altre associazioni (anche in questo caso tra mille difficoltà). Così come abbiamo collaborato, ora avremmo potuto dare un contributo alla soluzione del problema, se solo fossimo stati debitamente informati della situazione e dei rischi di chiusura del campeggio quando sono partite le prime contestazioni all'ex gestore nel 2014. Invece nulla".

"E’ davvero vergognoso quello che abbiamo dovuto sopportare - prosegue arrabbiata l'ex campeggiatrice - Siamo persone civili, educate ma soprattutto siamo cittadini e lavoratori, e come tali meritevoli di rispetto: le tasse che versiamo servono, o almeno dovrebbero servire, a fornire a tutti servizi e tutele. Non è nostra intenzione entrare nel dettaglio di valutazioni giuridiche che non ci competono, ma ci teniamo a evidenziare (quanto meno per chiarezza di chi legge) che è da almeno dal 2003 che le roulotte, nel periodo di chiusura invernale, venivano rimesse all’interno dell’area del campeggio, ed è nel 2004 che il gestore ha costruito la gran parte delle strutture e dei pre-ingressi oggetto di contestazione. Dunque prima del rilascio della concessione numero 2213 del 17 novembre 2008, le strutture in essere nel campeggio erano già oltre 134. Nel corso degli anni successivi, queste strutture sono state oggetto di manutenzione ma non di modifiche: quelle erano e quelle sono rimaste (fino alla loro demolizione di poche settimane fa) e non risulta che in seno al testo della concessione vi fosse un richiamo, neppure implicito, a una situazione di irregolarità o abusivismo. Questo a dimostrazione della totale e assoluta buona fede in capo ai campeggiatori, messa impropriamente e inopportunamente in discussione in molti contesti. Abbiamo deciso di dare incarico a un legale di fiducia perché, a questo punto, valuti ogni opportuna azione a tutela delle nostre posizioni".

La demolizione del Camping Bisanzio

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