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Cronaca

Cacciatori nei guai alle Valli di Comacchio: richiami vietati e motore acceso

In questi ultimi giorni è stato effettuato un controllo nei confronti di un natante a motore e dei suoi occupanti che aveva appena lasciato l’appostamento di caccia collocato in prossimità del confine lagunare della provincia di Ravenna

Nel corso dei controlli, svolti all’interno del comprensorio vallivo “Valli di Comacchio” effettuati con l’ausilio dei mezzi nautici, il personale Corpo Forestale dello Stato ha recentemente riscontrato una netta recrudescenza del fenomeno dell’utilizzo illecito di riproduttori del canto di avifauna a funzionamento elettronico da parte dei cacciatori che esercitano attività all’interno del comprensorio vallivo.

Il sito è classificato di interesse internazionale quale sito di importanza comunitaria  per la tutela della fauna acquatica, e inserito all’interno delle aree Rete Natura 2000. Nel corso di precedenti servizi, svolti al fine di debellare il fenomeno, era stata riscontrata l’abitudine da parte degli occupanti gli appostamenti, di gettare in acqua, all’approssimarsi della pattuglia nautica della Forestale, i riproduttori sonori posti all’interno di contenitori stagni, in modo da eludere i controlli. Tale strategia, dando ai cacciatori la possibilità di non essere colti in flagranza di reato, ha fatto sì che l’utilizzo di tali apparecchiature elettroniche si diffondesse.

In questi ultimi giorni è stato  effettuato un controllo nei confronti di un natante a motore e dei suoi  occupanti che aveva appena lasciato l’appostamento di caccia collocato  in prossimità del confine lagunare della provincia di Ravenna. Nell’occasione, è stata rinvenuta a bordo dell’imbarcazione una cassetta in metallo a tenuta stagna all’interno della quale era custodito un riproduttore del canto di avifauna elettronico, completo di cassa acustica. All’interno della cassetta stagna in metallo era stata posta, sul fondo, una piastra in piombo del peso pari a circa 2 kg, affinchè  la cassetta si potesse depositare velocemente sul fondo della valle, in caso di messa in atto della manovra di occultamento dell’apparato. Il manico della cassetta stagna era inoltre corredato di un cordino galleggiante in modo da poter  successivamente recuperare facilmente l’attrezzatura.

Ai cacciatori è stata contestata la detenzione illegale dell’apparecchiatura elettronica, che è stata sequestrata, contestando inoltre la navigazione a motore all’interno dello specchio vallivo, in quanto attività espressamente vietata dal Piano Particolareggiato di Stazione emanato dell’Ente di gestione Parco delta del Po.  Giovanni Naccarato, Comandante Provinciale del Corpo Forestale dello Stato, in proposito ha dichiarato: “Il Corpo Forestale dello Stato effettua costantemente servizi al fine di reprimere comportamenti scorretti nell’ambito dell’attività venatoria, e prevenire danni all’avifauna migratoria e stanziale, oggetto di tutela dalle norme nazionali e internazionali”.

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