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Cronaca

Stazione spaziale cinese in caduta: impatto stimato per Pasqua

La Protezione Civile Nazionale continua a monitorare il rientro sulla Terra del primo modulo sperimentale cinese lanciato nel 2011 dal centro spaziale di Jiuquan nel deserto di Gobi

La probabilità di essere colpiti da un frammento della stazione spaziale cinese Tiangong 1 al suo rientro sulla Terra è minuscola, pari a 1 su 100.000 miliardi. Ma il rischio c'è. La Protezione Civile Nazionale continua a monitorare il rientro sulla Terra del primo modulo sperimentale cinese lanciato nel 2011 dal centro spaziale di Jiuquan nel deserto di Gobi. La stima dell’Agenzia spaziale italiana di rientro in atmosfera, soggetta a variazioni in funzione dell’evoluzione del flusso solare e tempeste geomagnetiche, prevede come data nominale il primo aprile alle 10:25 ora di Greenwich (le 11.25 ora italiana), con incertezza e intervalli di confidenza pari a ± 23,62 ore con intervallo di confidenza 80%; e ± 47,23 ore con intervallo di confidenza 95%.

"Per il sistema nazionale di Protezione civile i mezzi di informazione sono un importante e strategico alleato. L’allertamento tempestivo e capillare della popolazione passa anche attraverso il vostro lavoro - ha affermato il Capo Dipartimento Angelo Borrelli -. Abbiamo finestre temporali molto limitate e dunque se le ultime analisi confermeranno la possibilità che frammenti del satellite possano interessare il nostro paese, abbiamo l'esigenza di dare un'informazione più chiara possibile alla cittadinanza".

La parte d’Italia interessata è quella centro-meridionale, che parte più o meno dall'Emilia Romagna fino all'isola di Lampedusa. La percentuale d'impatto è solo dello 0,2% delle possibilità. Tuttavia la traiettoria esatta del rientro e il punto d'impatto non sono ancora certi: solo 36 ore prima della caduta ci saranno maggiori informazioni sull'area che potrebbe essere interessata. E, nel caso fosse l'Italia, la conferma ci sarà con un preavviso sull'eventuale impatto attorno ai 40 minuti. L’Italia è coinvolta nel monitoraggio attraverso l’Agenzia spaziale italiana (Asi). Il compito di Asi è tenere sotto controllo attraverso radar e telescopi il decadimento della stazione e per far questo ha coinvolto il proprio Centro di Geodesia Spaziale di Matera.

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