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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca Faenza / Via Rontana, 42

Sospetto di bocconi avvelenati dopo la morte di un cane: "Pericolo anche per i bimbi"

Una denuncia che arriva dalla onlus faentina WWFaenza (wildlife watch Faenza) dopo il ritrovamento di un cane morto all'interno di un parco

Una denuncia che arriva dalla onlus faentina WWFaenza (wildlife watch Faenza). "Domenica 11 febbraio - spiegano dall'organizzazione ambientalista - i gestori di un'attività ricettiva del Parco della Vena del Gesso hanno rinvenuto agonizzante il loro cane, pochi minuti dopo che era uscito di casa. Nonostante le cure prestate, il cane è morto poco dopo. Nel tentativo di ricercare le cause della morte dell'animale, è stata rinvenuta nei pressi dell’abitazione una carcassa di cinghiale abilmente macellato".

Secondo la onlus, la morte del cane potrebbe essere legata al cinghiale: "Appare fuori di dubbio che la causa della morte del cane, dalla sintomatologia inequivocabile, sia dovuta all’ingestione della carne del cinghiale, in qualche modo contaminata da una sostanza letale, rinvenuta inspiegabilmente in una zona interdetta alla caccia. Fino a qualche decina di anni fa, le associazioni di cacciatori organizzavano la distribuzione sistematica e programmata dei bocconi avvelenati sul territorio, al fine di eliminare i cosiddetti animali nocivi come volpi, tassi, corvidi e rapaci. Nelle colline faentine, nel corso degli anni hanno trovato la morte da avvelenamento centinaia di animali selvatici o domestici, nonostante la legislazione ne vietasse l’uso. Oggi, anche se il fenomeno si è considerevolmente ridotto, a farne le spese sono anche i tanti animali domestici, come cani e gatti e potenzialmente anche i bambini, poiché questi atti esecrabili avvengono anche in luoghi pubblici".

L'associazione chiede che "l’amministrazione comunale di Brisighella, come previsto dalla legislazione nazionale vigente, intensifichi immediatamente i controlli nelle zone in cui vengono segnalate queste problematiche, bonifichi e tabelli l'area con apposita cartellonistica anche in considerazione dell’elevato rischio che la zona comporta, stante la presenza dei visitatori del parco Carnè. Gli autori di questo gesto efferato potrebbero essere individuati: pochi sono i cacciatori che possono abbattere capi di cinghiale in questo periodo dell’anno. Forse sarebbe ora di fare sul serio per debellare questo fenomeno".

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