rotate-mobile
Cronaca

Caos rifiuti, la Procura apre un'inchiesta: indagini dei Carabinieri

L'inchiesta è affidata al reparto operativo dei Carabinieri, che mercoledì mattina hanno effettuato in contemporanea una serie di aquisizioni di documenti nella sede ravennate di Hera, negli uffici del Comune e della Provincia

Il caos rifiuti a Ravenna nel mirino della magistratura. Il procuratore capo Alessandro Mancini ha aperto un fascicolo contro ignoti per interruzione di pubblico servizio. L'inchiesta è affidata al reparto operativo dei Carabinieri, che mercoledì mattina hanno effettuato in contemporanea una serie di acquisizioni di documenti nella sede ravennate di Hera, negli uffici del Comune e della Provincia. Gli uomini dell'Arma sono entrati anche nella sede di Bologna. Al momento non trapela nulla. Presumibilmente nel mirino degli inquirenti vi sarebbero i documenti relativi al nuovo appalto di Hera affidato al consorzio milanese "Ambiente 2.0" formato dalla capogruppo "Aimeri Ambiente" e alla mandante "Pianeta Ambiente".

Caos rifiuti, Carabinieri nella sede di Hera (foto di M.Argnani)

ALBERGHINI - “L’inchiesta della Procura sul pasticcio combinato da Comune di Ravenna e Hera per lo svolgimento della raccolta rifiuti conferma tutte le nostre preoccupazioni espresse nei giorni scorsi - dichiara Massimiliano Alberghini -. Non ci troviamo di fronte soltanto a un clamoroso esempio di inefficienza gestionale, politica e amministrativa da parte del Pd ravennate, ma siamo di fronte anche a gravissimi fatti nei quali si possono ravvisare profili penali. Al momento è stato aperto un fascicolo che ipotizza il reato di interruzione di pubblico servizio; bene ha fatto la Procura a procedere in tal senso. Come candidato sindaco alternativo a questo sistema di potere della sinistra, consapevole della chiara distinzione dei ruoli che intercorre tra magistratura e politica, sono altresì convinto che anche la gestione dell’appalto biennale da 40 milioni di euro e l’aggiudicazione da parte del consorzio Ambiente 2.0 con capofila la discussa Aimeri Ambiente srl, siano argomenti meritevoli di essere approfonditi in sede giudiziaria per chiarire se siano stati commessi reati o meno. Per questo sono ben contento che il procuratore capo di Ravenna voglia fare piena luce su tutta questa vicenda”.

Stante l’attuale situazione, il candidato sindaco sostenuto da Lega Nord, Lista per Ravenna, Forza Italia e Fratelli d’Italia lancia un appello: “L’amministrazione comunale di Ravenna guidata dal Pd eviti ulteriori disagi e figuracce alla nostra città. Il sindaco Matteucci invece di fingere di arrabbiarsi con Hera scrivendo comunicati, dimostri di contare politicamente qualcosa inducendo la multiutility a congelare questo appalto in attesa che la Procura faccia i dovuti accertamenti e che si esprima la giustizia amministrativa sul ricorso delle imprese sconfitte in sede di gara. Nel frattempo, tramite una proroga dell’appalto precedente, il servizio di raccolta rifiuti può essere riassegnato alle cooperative ravennati che lo hanno effettuato fino a qualche settimana fa senza causare questi gravissimi problemi”.

“In questa vergognosa situazione, noto un silenzio assordante e parecchio imbarazzato, e non potrebbe essere diversamente, da parte del candidato del Pd Michele De Pascale, così come da parte degli esponenti del Pd locale dentro Hera, mentre i ravennati sono sommersi dai rifiuti - conclude Alberghini -. Il Pd adesso non si può nascondere fingendo di interessarsi di altri temi e mettendo la testa sotto la sabbia. Il Pd di Ravenna ha la piena responsabilità politica di questo pasticcio. Dopo 46 anni di disastri sarebbe davvero ora che si facesse da parte”.

LEGA NORD - "Un plauso alla serietà con la quale il Procuratore Capo della Repubblica di Ravenna sta affrontando il caso rifiutopoli; a nostro avviso peró non c’e’ solo da valutare l’ipotesi di reato sull'interruzione di pubblico servizio ma anche la regolaritá dell’appalto e dei relativi disservizi - afferma Samantha Gardin, segretaria provinciale della Lega Nord di Ravenna e candidata al consiglio Comunale -. Per questo sabato mattina andrò in procura assieme ad altri colleghi per depositare alcuni documenti e segnalazioni pervenuteci certi che saranno un prezioso supporto alla doverosa azione della magistratura. Da un punto di vista politico il silenzio di De Pascale è quantomeno sospetto".

DE PASCALE - "Purtroppo quanto avvenuto è due volte grave - afferma il segretario del Pd e candidato sindaco De Pascale -. Grave perché già da tempo Comuni e parti sociali denunciavano una tendenza del Gruppo Hera a premiare quasi esclusivamente i ribassi d'asta rispetto alla qualità del servizio e alla professionalità dei fornitori. Questo atteggiamento ora è deflagrato negli effetti inaccettabili di una gara gestita in maniera inadeguata dalla multiutility, che non ha saputo selezionare esclusivamente fornitori realmente in grado di gestire la raccolta. Questo errore non può passare senza conseguenze, penso che i Comuni debbano pretendere l'applicazione immediata di pesanti penalità per Hera, oltre che vigilare con la massima attenzione sull'evolversi della situazione, collaborando con la magistratura nel mettere a disposizione tutte le informazioni rispetto alle indagini in corso. Non è tollerabile nessuna incertezza da parte di Hera che, in tempi brevi, deve pretendere il ripristino della qualità del servizio o revocarlo. Ciò che è avvenuto è grave una seconda volta perché tra le tante parole spese in questi giorni, sono mancate da parte di Hera quelle più importanti. Mai più sono le parole che vogliamo sentire, perché non si verifichi un’incrinatura pesante nei rapporti e per ripartire con un clima di collaborazione".

PAGLIA - "Ci sono alcune cose che un'amministrazione comunale deve garantire ai propri cittadini ed una di queste è la gestione corretta dei rifiuti - afferma il deputato di Sinistra Italiana, Giovanni Paglia -. Se non si è in grado di farlo, si va a casa. Nel caso di Ravenna poi a seppellirsi sotto un cumulo di vergogna deve essere un intero partito, il Pd, che ha sempre trattato Hera come cosa propria, ne ha fatto uno strumento di potere, molto più che di servizio per i cittadini, ha messo l'interesse dell'azienda sopra quello dei contribuenti. Il consiglio di amministrazione è espressione del Pd, i vertici aziendali hanno spesso la tessera del Pd, persino in consiglio comunale c'era chi si vantava di essere lì per tutelare gli interessi di Hera. Questi sono fatti che chiunque a Ravenna conosce bene".

"Tutti sapevano chi fossero Ambiente 2.0, Aimeri e il Gruppo Biancamano, ma solo la Cgil e il sottoscritto posero il problema, quando ancora poteva essere possibile intervenire senza danni. Perché? - si interroga Paglia -. Perché il sindaco che ora finge di indignarsi o il Pd e De Pascale che ancora tacciono non si preoccuparono dell'esito di una gara evidentemente anomalo? Forse perché da tempo il Pd ravennate prende la linea da Hera? Io credo che Ravenna meriti di più e che questa vicenda abbia semplicemente dimostrato quanto vado dicendo da tempo: la classe dirigente che il Pd ravennate è in grado di mettere in campo è totalmente inadeguata. L'appello ai cittadini è che colgano l'occasione di liberarsene votando Ravenna in Comune".

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Caos rifiuti, la Procura apre un'inchiesta: indagini dei Carabinieri

RavennaToday è in caricamento