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Cronaca

Case famiglia, dopo i maltrattamenti sugli anziani nuove regole per garantire più sicurezza

Il Consigliere Mirco Bagnari descrive l’emendamento al collegato alla Legge di Bilancio che di fatto fissa precisi paletti nell’avvio e gestione di tali strutture

"Dopo i casi di maltrattamenti emersi all'interno di case famiglia era urgente predisporre uno strumento normativo chiaro e con meccanismi di controllo rigorosi per evitare il ripetersi di vergognosi abusi su soggetti indifesi come anziani e disabili". Con queste parole il Consigliere Mirco Bagnari descrive l’emendamento al collegato alla Legge di Bilancio che di fatto fissa precisi paletti nell’avvio e gestione di tali strutture. Le case famiglia, che proprio nella nostra Regione stanno facendo registrare un vero e proprio boom (500 strutture in tutto il territorio regionale  per un totale di 2.700 persone assistite) sono luoghi a bassa intensità assistenziale che possono accogliere fino a un massimo di sei ospiti e possono rappresentare un’importante realtà di sostegno ai servizi di welfare domiciliari di tutta la Regione.

"Attualmente le case famiglia sono strutture di iniziativa privata e la mancanza di normative stringenti (a parte alcuni Comuni che hanno voluto dotarsi in anticipo di un regolamento, come ha fatto per esempio il Comune di Ravenna) non ha certo aiutato a prevenire abusi e maltrattamenti, fenomeni odiosi di violenza e incuria commessi sulla pelle di anziani e disabili - prosegue Bagnari - Per questo abbiamo voluto utilizzare la prima opportunità legislativa per emanare nel più breve tempo possibile un atto normativo particolareggiato per regolare il settore e ho sottoscritto insieme al collega Paolo Zoffoli, presidente della commissione politiche sociali e per la salute, uno specifico emendamento per chiedere più garanzie ai gestori introducendo una serie di criteri strutturali ma anche soggettivi (assenza di condanne penali da parte dei gestori) e imponendo che (diversamente dall’attuale semplice comunicazione entro 60 giorni dall’avvio dell’attività)  i gestori possano avviare l’attività solo dopo avere depositato una Scia (Segnalazione Certificata di Inizio Attività), consentendo così un maggiore e migliore controllo da parte degli enti pubblici.

"Ulteriore aspetto che penso vada sottolineato – spiega il consigliere Pd – è lo sviluppo di un sistema informativo ad hoc che aggiornerà periodicamente l’anagrafe regionale delle case famiglia, in modo da avere sempre un quadro aggiornato e trasparente sulla qualità delle strutture, ma soprattutto sui livelli di assistenza offerti ad anziani e disabili. Questo nuovo provvedimento, insieme alle linee guida regionali frutto di confronto con Anci Emilia-Romagna, consentono di garantire, in modo omogeneo in tutti i contesti territoriali, qualità e sicurezza del servizio prestato, rafforzando i controlli, promuovendo liste qualità per tutte le strutture e valorizzando le buone esperienze per evitare il ripetersi di episodi di maltrattamenti e violenze".

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