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Cronaca

"Case famiglia": nasce un gruppo per interloquire col Comune

Attualmente nel Comune di Ravenna esistono 75 case famiglia, per un numero complessivo di 450 posti letto, in tali strutture operano circa 300 dipendenti generando un fatturato stimato in circa 9 milioni di euro

Si è costituito nei giorni scorsi il Gruppo Case Famiglia, aderenti a Confcommercio Ravenna composto da rappresentanti di numerose strutture operanti sul territorio ravennate. Incaricato di seguire il nuovo Gruppo è Andrea Turchi, membro del Comitato di presidenza di Confcommmercio Ravenna il quale ha il compito di interfacciare questa nuova realtà con l’Associazione. Attualmente nel Comune di Ravenna esistono 75 case famiglia, per un numero complessivo di 450 posti letto, in tali strutture operano circa 300 dipendenti generando un fatturato stimato in circa 9 milioni di euro.

“Si tratta di una realtà economica importante - dice Mauro Mambelli, presidente Confcommercio Ravenna - che svolge una funzione sociale al servizio delle famiglie e della collettività, integrando il servizio pubblico. Per questo motivo ritengo che il Comune dovrebbe assolutamente tenere nella giusta considerazione le istanze e le proposte che il Gruppo di imprenditori vorrà avanzare per la modifica di un Regolamento che non tiene conto appieno della loro specificità".

"La motivazione della costituzione del Gruppo Case Famiglia è dovuta all’entrata in vigore del Regolamento Comunale che regola tali attività e che per alcuni aspetti prevarica il dettato regionale, ponendo ulteriori oneri a carico degli imprenditori - continua Mambelli -. Allo stato attuale, lo strumento normativo presenta aspetti di criticità per il normale funzionamento da richiederne modifiche e variazioni sostanziali. Pur comprendendo le motivazioni che stanno alla base del Regolamento comunale si ritiene che il nodo cruciale sia dato dal fatto che questo importante strumento è stato elaborato senza l’apporto diretto degli interessati, quindi senza tenere conto della praticità e della applicabilità sul campo della norma, così come senza tener conto del necessario ritorno economico che renda l’attività sostenibile".

"Se da una parte il regolamento risponde alle esigenze sanitarie, dall’altra rischia di determinare la chiusura delle strutture in conseguenza alla tipologia di organizzazione imposta - prosegue -. Un esempio non esaustivo: nel Regolamento è prevista la sorveglianza 24 ore su 24 (applicata da sempre in ogni casa famiglia), ma non viene specificato come questa sorveglianza debba essere esplicata. Infatti per dare seguito a questa imposizione occorrerebbe assumere due dipendenti in più per coprire i turni per una spesa annua pari a circa 60 mila euro. Questo evidentemente mina la redditività dell’impresa. Inoltre, dovrebbe essere applicata la normativa HACCP in forma semplificata".

Il gruppo Case famiglia, chiarisce il presidente di Confcommercio, "si pone come obbiettivo immediato, la costituzione di un tavolo di lavoro tecnico che veda la partecipazione dei Comuni interessati, delle associazioni e dei rappresentanti di categoria che dovranno elaborare, un regolamento con uniformità di adempimenti ed intenti, su tutte le strutture del territorio provinciale, che consenta una sostenibilità economica sgravando così le casse pubbliche da un grosso onere. In assenza di significative modifiche del Regolamento, la sopravvivenza di questa grande rete di piccole comunità a misura di famiglia, in grado di erogare in assenza di altre risposte servizi essenziali agli anziani e ai loro familiari, verrebbe pesantemente ed immediatamente compromessa".

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