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Cronaca

Condifesa: "Gli agricoltori stanno diventando insofferenti, i contributi non possono più aspettare"

Durante l'assemblea Stefano Francia ha sottolineato come la preoccupazione per la situazione generata dal Pai (Piano assicurativo individuale che il presidente definisce "croce del sistema assicurativo") sia ancora alta, così come la tensione fra gli agricoltori

Il 29 maggio si è svolta l’Assemblea ordinaria di Condifesa Ravenna, associazione di rappresentanza che ad oggi conta oltre quattromila aziende associate, presente nel territorio dal 1973 che ha per scopo la difesa attiva e passiva delle produzioni agricole e zootecniche e delle strutture aziendali, nonché l’assistenza tecnica e/o organizzativa ai propri soci intesa a promuovere il miglioramento delle loro produzioni agricole. Durante l'assemblea il presidente di Codifesa Ravenna Stefano Francia ha sottolineato come la preoccupazione per la situazione generata dal Pai (Piano assicurativo individuale che il presidente definisce "croce del sistema assicurativo") sia ancora alta, così come la tensione e l’insofferenza fra gli agricoltori. "È arrivato il momento che le aziende agricole ricevano il contributo 2015 e 2016, senza ingiuste decurtazioni. Non c’è più tempo: le aziende e le banche non devono perdere fiducia nel sistema che ha per scopo la difesa attiva e passiva delle produzioni agricole e zootecniche e delle strutture aziendali dei soci. È il momento di cambiare una volta per tutte il metodo di calcolo delle rese, affinché le aziende possano assicurare realmente il proprio potenziale produttivo. È impensabile lasciare le aziende senza un adeguato strumento assicurativo e ciò assume ancora più importanza oggi che stiamo vivendo un cambiamento climatico con fenomeni avversi sempre più frequenti, sempre più violenti e più impattanti".

"Questi ritardi - prosegue Francia - e questo groviglio dal quale sembra non si riesca più a uscire mettono clamorosamente a rischio la sopravvivenza dell’agricoltura, dei suoi vari comparti e del suo indotto. È indegno che le istituzioni prendano l’impegno di liquidare i contributi e poi non procedano. Il Consorzio, finché sarà possibile, manterrà l’esposizione bancaria, ma è un costo pesante che si riversa sui soci, generato esclusivamente da un meccanismo burocratico che ha dell’inverosimile. Le organizzazioni  professionali di rappresentanza del settore agricolo della provincia di Ravenna condividono il percorso di Condifesa e concordano sulla preoccupazione del problema Pai. L’acquisto collettivo delle polizze assicurative è un’ulteriore tutela del reddito delle imprese agricole. Diversamente il rischio per i singoli agricoltori, con i cambiamenti climatici sempre più frequenti, sarebbe di ritrovarsi anche dinanzi a premi crescenti".

Il  presidente nazionale dell’associazione Asnacodi (Associazione nazionale consorzi di difesa) Albano Agabiti sottolinea: "Il rapporto di fiducia che i Consorzi di difesa hanno costruito con gli Istituti di credito ha permesso fino ad oggi di anticipare i fondi europei a disposizione degli agricoltori. Lavoriamo per cercare da qui a fine anno di riallineare i pagamenti. E poi, ancora, a livello europeo col decreto Omnibus si sta lavorando per portare dal 30 al 20% la soglia minima di accesso al risarcimento e vorremmo inserire stabilmente come possibilità la polizza sui ricavi. Per il futuro, nella nuova Pac, un’innovazione potrebbe essere realizzare un fondo mutualistico per un’ulteriore tutela di un settore che, per sua natura, è più esposto di altri ai cambiamenti climatici. Continueremo a lavorare per la tutela delle nostre 100mila aziende, per contrastare la burocrazia che, quando è fine a se stessa, è offensiva, avvelena il clima ed è inutilmente dispendiosa in termini di risorse umane ed economiche".

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