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Cronaca

Confesercenti: "Si abbassano le serrande sui centri storici e si spegne la vita nelle strade"

Confesercenti torna a parlare di un problema che attanaglia tutta la provincia di Ravenna da anni, quello del calo delle vendite dei centri storici, su cui già giovedì la stessa associazione ha presentato una triste analisi

"Serrande abbassate: non è una questione di orario, giorno o stagione; sono abbassate perché il commerciante non ce la fa più". Confesercenti torna a parlare di un problema che attanaglia tutta la provincia di Ravenna da anni, quello del calo delle vendite dei centri storici, su cui già giovedì la stessa associazione ha presentato una triste analisi. "I nostri operatori sono sicuramente preparati, motivati ed attivi, ma soprattutto pronti e disposti a sostenere una nuova visione del mondo che sta cambiando velocemente - prosegue Confesercenti - Purtroppo tutto questo non basta, perché la marginalità riservata agli operatori si è ridotta e troppo alte sono ancora le imposte da pagare che stanno minando il futuro di molti".

"Un allarme che sbaglieremmo a considerare problema solo dei commercianti - puntualizza Giancarlo Melandri di Confesercenti - I negozi, soprattutto le piccole botteghe, fanno parte del panorama e dell’identità delle nostre città. Senza le insegne illuminate, senza le vetrine che ci distraggono e ci accompagnano si spengono le luci e anche la vita delle strade, che diventano semplici luoghi di passaggio. Non solo: i negozi sono un presidio che garantiscono la cura, la pulizia e la sorveglianza delle vie. Sono, soprattutto, un fondamentale luogo di incontro per parlare, scambiare non solo merci, ma anche notizie sulla vita del quartiere e dei suoi abitanti, sono un conforto, una compagnia per chi vive in solitudine. L’insicurezza economica risulta essere una delle principali cause del calo dei consumi delle famiglie, che si riflette anche sulle nostre piccole imprese commerciali del turismo e dei servizi. Come associazione abbiamo condiviso obiettivi, strategie, strumenti e siamo impegnati a sostenere un percorso formativo destinato agli operatori per consolidare l’importanza di apprendere e collaborare per competere. Siamo impegnati a ricercare risorse da destinare alla realizzazione di eventi e anche a sviluppare un nuovo concetto di turismo basso - romagnolo cercando di mettere a sistema tutte le eccellenze e tutte le forze presenti, sfruttando l’esistente e promuovendolo  all’esterno".

"Bisogna continuare a contrastare abusivismo commerciale - insiste l'associazione - illegalità e fenomeni di concorrenza sleale. Ospitalità, prodotti tipici, tradizioni locali e operatività delle molte associazioni presenti sono, secondo noi, le basi per un prodotto turistico da esportare e diffondere. Stiamo attendendo fiduciosi che molti degli interventi messi in campo inizino a dare i frutti desiderati in termini di aumento delle presenze, ripresa dei consumi delle famiglie e attrattività. Il nostro territorio è in grado di trasferire emozioni e merita di essere vissuto e raccontato. Purtroppo però i dati della Camera di Commercio di Ravenna relativi alla nati – mortalità delle imprese commerciali (vendite al dettaglio, ingrosso, alloggio, ristorazione, bar) ci dicono che ancora una volta e per troppi anni consecutivi il saldo tra aperture e chiusure dei primi tre mesi del 2017 è negativo: sono -165 in provincia. Anche nella Bassa Romagna la tendenza negativa viene confermata; nei primi tre mesi del 2017 ci sono saldi negativi in tutti i comuni, in particolar modo a Lugo, tranne Bagnara e Cotignola. Chiediamo alla politica misure per limitare lo sviluppo della grande distribuzione che invece continua a crescere. La scelta di investire nelle grandi superfici commerciali fuori dal centro è in contrasto con le politiche intraprese a sostegno dei centri storici e dei negozi di vicinato del territorio e del forese".

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