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Cronaca Faenza

Inseguono e minacciano i passanti per avere degli spiccioli: arrestati

I due avevano inseguito e minacciato una donna che si era rifiutata di assecondare la loro richiesta; poi, dopo alcuni minuti, davanti allo stesso rifiuto ricevuto da un altro passante, se la sono presa anche con lui sventolandogli contro una cintura

Una coppia di forestieri, senza fissa dimora, che si era posizionata nei paraggi del parcheggio di Piazza San Francesco per chiedere l’elemosina ai passanti, è stata arrestata dai Carabinieri del Nucleo Radiomobile della Compagnia di Faenza con l’accusa di “violenza privata” e “resistenza a pubblico ufficiale”. I due avevano inseguito e minacciato una donna che si era rifiutata di assecondare la loro richiesta; poi, dopo alcuni minuti, davanti allo stesso rifiuto ricevuto da un altro passante, se la sono presa anche con lui sventolandogli contro una cintura.

I FATTI - I due, un 31enne di Teramo ed una 35enne di Fermo, verso le 15 di mercoledì, si sono avvicinati ad una 34enne faentina che stava andando a riprendere l'auto parcheggiata nelle adiacenze di Piazza San Francesco. Quindi hanno iniziato a chiederle insistentemente una moneta da un euro che, a loro dire, serviva per acquistare i biglietti del treno. La donna, infastidita anche dai modi bruschi utilizzati dai due sconosciuti per chiedere l’elemosina, si è rifiutata ed ha raggiunto frettolosamente la propria auto, senza immaginare quale sarebbe stata la loro reazione sconsiderata.

LA PAURA - Infatti, anziché desistere, i due l’hanno seguita urlandole contro frasi offensive e scurrili. Poi dopo aver circondato la sua auto hanno continuato a ricoprirla di insulti costringendola, per la paura, a chiudersi nell’abitacolo con le sicure inserite. A quel punto entrambi, dopo aver tentato invano di aprire lo sportello, hanno cominciato a battere i pugni sul finestrino ed a sferrare calci alla carrozzeria dell’auto, finchè la donna, in preda al panico, è riuscita a mettere in moto lasciandosi alle spalle la coppia di sconosciuti inferociti. Dopo esseri allontanata, la donna ha telefonato al 112 per raccontare l’accaduto.

ALTRA VITTIMA - Un equipaggio del Nucleo Radiomobile ha cominciato le ricerche nei dintorni del parcheggio di San Francesco, ma dei due nessuna traccia. Dopo alcuni minuti, è arrivata al 112 una seconda telefonata da parte di un uomo che si trovava in Corso Baccarini, il quale ha raccontato che pochi istanti prima era stato avvicinato da due sconosciuti che gli avevano chiesto degli spiccioli e poi, visto il suo rifiuto, avevano cominciato ad insultarlo in modo minaccioso. Addirittura l’uomo ha raccontato ai carabinieri che lo sconosciuto che gli aveva chiesto i soldi, poi risultato essere il 31enne di Teramo, si era sfilato la cintura dai pantaloni ed aveva iniziato a rotearla urlandogli contro frasi minacciose e offensive. Il faentino per evitare guai si era allontanato di gran carriera.

L'ARRESTO - Ricevuta la seconda segnalazione, i carabinieri hanno rintracciato i due forestieri nei pressi dell'istituto Oriani. La, alla vista delle “divise”, han iniziato a protestare rivolgendo ai militari dell’arma frasi minacciose e provocatorie finchè, con non poca fatica, sono stati fatti salire sulla “gazzella” e poi portati in caserma. Dalla consultazione del terminale è emersa a carico di entrambi una sequela di condanne e di denunce per svariati reati contro il patrimonio ma anche per resistenza a pubblico ufficiale.

LE ACCUSE - Nel frattempo è stata anche verbalizzata la versione dei due faentini che avevano telefonato al 112 per segnalare l’aggressione subita dai due sconosciuti: infatti dopo aver sentito il loro racconto i militari dell’arma hanno ravvisato gli estremi per procedere al loro arresto per “violenza privata” e “resistenza a pubblico ufficiale”. Davanti al giudice Corrado Schiaretti (pubblico ministero Angela Scorza), i due hanno patteggiato otto mesi di reclusione, pena sospesa, per il solo reato di resistenza a pubblico ufficiale. Per la violenza privata, invece, saranno processati in un secondo tempo. Il giudice ha disposto per la coppia il divieto di dimora in provincia di Ravenna. Inoltre i carabinieri hanno proposto a carico di entrambi il divieto di ritorno a Faenza per i prossimi tre anni.  

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