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Coronavirus, verso il blocco totale almeno fino a Pasqua: poi si potrebbe riaprire in "due fasi"

"Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi?". Non quest'anno. Le misure per frenare la diffusione del Coronavirus saranno estese almeno fino al 12 aprile. Lo ha annunciato il ministro della Salute

"Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi?". Non quest'anno. Le misure per frenare la diffusione del Coronavirus saranno estese almeno fino al 12 aprile. Lo ha annunciato il ministro della Salute, Roberto Speranza, specificando che "nella riunione del Comitato tecnico scientifico svoltasi lunedì mattina è emersa la valutazione di prorogare tutte le misure di contenimento almeno fino a Pasqua. Il governo si muoverà in questa direzione".

Se da un lato si cominciano a vedere gli effetti del decreto "Italia Protetta" - annunciato il 9 marzo scorso e seguito poi dalla chiusura dei negozi "non essenziali" 48 ore più tardi - con un contenimento dei contagi, dall'altro il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, è pronto a prorogare le misure ristrettive. L'annuncio potrebbe arrivare tra mercoledì e giovedì. Sulla data della nuova deadline ancora non c’è certezza, anche se l’ipotesi è che si potrebbe arrivare anche a venerdì 17 aprile. E dopo? Questa è la risposta che tutti vorrebbero avere, ma resta ancora una grande incertezza. L’idea che sta venendo fuori è quella di una riapertura in due fasi dell’Italia: facendo ripartire prima alcune aziende che sono rimaste chiuse col ‘lockdown’ (a fine aprile) e poi, da maggio, pensare di far alzare le saracinesche anche a bar, pizzerie e ristoranti. Molto dipenderà comunque dalla diffusione dei contagi nelle prossime due settimane.

Che le misure di restrizioni stiano "dando i loro effetti" lo ha confermato anche Sergio Venturi, commissario straordinario all'emergenza Coronavirus in Emilia-Romagna. "A Piacenza domenica ci sono stati 57 servizi in ambulanza per il covid - ha portato come esempio Venturi - per trovare un dato così basso bisogna tornare al 4 marzo. Il picco era stato il 16 marzo, con 157 servizi in ambulanza. Significa che siamo a un terzo rispetto a due settimane fa. E' un dato davvero positivo, dopo tanti lutti e sacrifici a Piacenza".

Allo stesso modo, il calo si registra negli altri territori. A Parma i servizi in ambulanza domenica sono 75, rispetto al picco del 16 marzo scorso di 172 viaggi. A Reggio Emilia domenica sono stati 74, rispetto al picco di 119 servizi del 23 marzo. E ancora, domenica a Modena gli interventi delle ambulanze per il coronavirus sono stati 36, a Bologna 82, a Ferrara 16, a Ravenna 34, una quarantina a Forlì-Cesena e a Rimini. Tradotto, "c'e' un trend di calo generalizzato - ha spiegato Venturi - Lunedì abbiamo una crescita, ma non sostenuta, solo su Bologna, Modena e Reggio Emilia. Ormai le misure di contenimento stanno dando i loro effetti. Dobbiamo controllare soprattutto i malati a domicilio e le case protette". 

La Regione Emilia-Romagna ha raccolto l'appello per l'ora d'aria ai bambini, "ma non è ancora il momento per aprire le porte di casa". "Ci stiamo ponendo il problema dei bambini - ha confermato Venturi - ma siamo ancora in una fase in fase preliminare. Servono conferme e un calo sensibile dei nuovi contagi". Bambini e ragazzi, ha ammesso Venturi, "stanno facendo il sacrificio più grande e dovremo trovare le modalità per dare uno sfogo alle loro energie. Speriamo che questo possa avvenire il prima possibile".

L'Emilia-Romagna sta inoltre lavorando a un sistema di allerta rapida per quando l'emergenza sanitaria sarà finita, in modo da segnalare subito eventuali nuovi casi di Coronavirus. Quando questa fase di emergenza sarà passata, ha illustrato Venturi, "avremo bisogno di uno strumento di avviso rapido per i medici di famiglia e per le aziende sanitarie". In questo modo, nel momento in cui dovesse sorgere qualche nuovo caso o preludio di focolaio, "lo andiamo subito ad annaffiare come si fa con gli estintori".

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