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Cronaca

Barriere di plexiglass al ristorante? "Improponibile". E i ristoratori pensano alle "cene a turni"

Ristoratori contro il progetto: "Separare i commensali sarebbe una soluzione triste e inapplicabile". Intanto i locali si preparano a reinventarsi per sopravvivere

Le barriere in plexiglass tornano a fare notizia. Si aprono nuove discussioni in vista della riapertura dei locali in seguito a una nuova proposta lanciata sempre dall'azienda modenese Nuova Neon Group 2, che ha ideato una soluzione con pannelli in plexiglass pensati per separare i commensali al ristorante. L'immagine di questa proposta, che proprio come quella degli stabilimenti balneari ha fatto rapidamente il giro del web, non sembra però trovare il favore dei ristoratori romagnoli, che invece pensano ad altre soluzioni per combattere la crisi portata dal Coronavirus.

Per Mauro Mambelli, presidente di Confcommercio Ravenna e titolare del ristorante in pieno centro "La Gardela", l'idea dei posti a tavola separati da barriere di plexiglass è improponibile: "Parlando anche con vari ammministratori è emerso che non c'è intenzione di proporre una soluzione del genere. Per dare la possibilità a un ristorante piccolo di sopperire al problema della maggiore distanza si può ricorrere a dei separè tra un tavolo e l'altro, che potrebbero garantire comunque una protezione". Per Mambelli, inoltre, si dovrebbe ragionare "sulla spesa di questi separè. Anche il costo della sanificazione, dei disinfettanti, delle mascherine sarebbe importante, non è possibile per i ristoratori indebitarsi ulteriormente per queste cose, servono aiuti concreti. Soldi a fondo perduto per il mondo della ristorazione già duramente colpito dalla crisi".

Quella del plexiglass è "una soluzione non applicabile alla nostra categoria - concorda Luciano del ristorante del centro storico "Corte Cabiria" - Le persone non vanno fuori a cena per rimanere chiusi all'interno di barriere di plastica". Dello stesso parere anche Alan Ricci del ristorante "Molinetto"di Punta Marina: "Credo che sia una soluzione triste. Speriamo che non sia questa la prospettiva, ma nel caso ci adatteremo. Un separè a posto singolo forse sarebbe più utile per i ristoranti più piccoli, ma dubito che la gente sarà invogliata a uscire a cena in queste condizioni". Decisamente più opportuna, per il ristoratore, sarebbe l'ipotesi di un divisiorio fra un tavolo e l'altro, "un po' come si faceva una volta. Penso a un separè in vetro, più facile da pulire rispetto a uno in plexiglass che tende a rovinarsi nel tempo e a diventare brutto". 

Altre opzioni: turni, asporto e domicilio

Altre soluzioni sono decisamente più apprezzate in vista della ripartenza. "La riapertura è fondamentale per rimettere in moto l'economia, ma ogni locale si dovrà un po' reinventare - precisa Mambelli - Se ci sarà una limitazione dei tavoli è assolutamente indispensabile la possibilità dell'asporto. Perchè le persone si possono mettere in fila per la spesa al supermercato e in farmacia ma non possono usufruire dell'asporto al ristorante? Si sarebbe già dovuto fare. Non si può pensare che le consegne a domicilio bastino. Il ristorante che deve impiantare un servizio di delivery dal nulla va incontro a delle spese enormi in cambio di un fatturato spesso molto limitato".

"Quello che conoscevamo non ci sarà più. Sicuramente sarà così nel primo anno, ma probabilmente anche dopo. Si dovranno adottare nuove strategie, bisognerà specializzarsi e non si potrà più improvvisare", commenta Luciano del Corte Cabiria, che pensa all'attivazione di un servizio di consegna a domicilio. Lo stesso ristoratore, però, sottolinea la mancanza di indicazioni chiare: "Forse dovremo ridurre il numero dei tavoli, si parla di due metri di distanza, ma anche le distanze sono da capire: fra un tavolo e l'altro può anche andar bene, ma allontanare i commensali fra loro non ha senso".

Altra idea per il periodo successivo alla riapertura potrebbe essere la turnazione. "Turni prestabiliti nei locali con un piccolo intervallo per effettuare la sanificazione prima del turno successivo - afferma Ricci del Molinetto - Una turnazione che però andrebbe regolamentata dal Governo e dalle associazioni di categoria". Quali che siano le regole, appare chiaro che tutto il mondo della ristorazione cambierà in maniera netta rispetto al passato e per scampare alla crisi servirà la collaborazione di tutti: "Il momento che stiamo vivendo è epocale, non ha eguali nel nostro passato - conclude Mambelli - Occorrerà l'aiuto del Governo, ma anche la comprensione e il buon senso dei clienti".

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