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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Coronavirus e smog, Arpae studia la correlazione: "Ipotesi importante, la pianura padana è tra le aree più inquinate"

La stagione calda sconfiggerà il Covid? Risponde l'esperta: "La temperatura più alta potrebbe favorire l'evaporazione delle gocce di saliva che racchiudono il virus distruggendolo nell'ambiente"

La rapida diffusione del Coronavirus ha portato molti studiosi a interrogarsi con l'obiettivo di comprendere le modalità di propagazione del Covid-19 e le possibili concause che potrebbero aver giocato un ruolo determinante sul numero dei contagi e sugli effetti della malattia. Per questo Arpae Emilia Romagna e Arpa Marche hanno sviluppato un documento di valutazione del possibile rapporto tra inquinamento atmosferico e diffusione del virus.

Questo documento, pubblicato nell'archivio della rivista Epidemiologia e Prevenzione, va dunque a studiare la possibile correlazione tra smog e virus, molto discussa a causa dell'elevata concentrazione di casi nel bacino padano che è, come indica il documento, "notoriamente una delle aree geografiche maggiormente inquinate d´Europa". Si deve però mantenere ancora un atteggiamento di grande cautela nell’interpretazione di questi dati perchè, come spiega la ricercatrice Annamaria Colacci, responsabile del Centro tematico regionale Ambiente Prevenzione e Salute di Arpae che ha preso parte alla ricerca, questa associazione tra Coronavirus e inquinamento al momento è solo un’ipotesi.

In seguito allo studio da voi eseguito si può dire che esiste una correlazione tra Covid-19 e smog?
Facciamo un'ipotesi partendo dai dati di letteratura scientifica che ci dicono che il particolato possa essere una concausa nelle patologie cardio-vascolari. Il particolato potrebbe quindi esacerbare gli effetti di questa malattia. Abbiamo fatto un'analisi attentissima di tutti i dati e ci siamo anche posti una serie di domande su cui riflettere nel futuro. Continueremo a indagare per trovare una risposta certa a questi interrogativi.

Nella vostra ricerca scrivete che il Pm (particolato) potrebbe svolgere "un ruolo di booster nei confronti di infezioni respiratorie". Cosa significa?
Era stato già descritto in precedenza in altri studi come il Pm sia legato alle patologie cardiovascolari e come possa avere un ruolo di induzione dello stato infiammatorio. Il Covid-19 induce uno stato di infiammatorio molto forte che è un meccanismo analogo a quello del particolato. Ecco perché ipotizziamo un’interazione tra Pm e virus nel processo di infiammazione.

Secondo il vostro studio chi viene colpito dal virus in una zona molto inquinata è più a rischio di un positivo che vive in un'area a basso inquinamento?
Questo non lo possiamo dire con sicurezza. Il meccanismo delle patologie infettive è sempre più complesso rispetto a quello indotto dall'esposizione ambientale. Altra complessità è la lista delle possibili cause considerate per spiegare i numeri così alti del virus nella nostra area (età della popolazione, spazi sovraffollati ecc...), tutte concause che complicano ancor più la lettura di questi dati. Per questo è difficile misurare il ruolo dell'inquinamento. Per ora è un'ipotesi interessante che si dovrà indagare in futuro.

Si sentono ipotesi secondo cui il clima caldo potrebbe sfavorire la diffusione del virus. Stando ai dati da voi raccolti l'innalzamento delle temperature potrebbe portare a una svolta nella lotta contro il Covid-19?
Un'altra nostra ipotesi di lavoro si basa proprio su questo studio, sul fatto che il virus sembri diffondersi con temperature miti e bassa umidità relativa. Basandosi su questo sarebbe auspicabile che con un innalzamento delle temperature il virus perda intensità. Ma non tutti i virologi concordano su questa ipotesi. Certo è che tanti virus influenzali tendono a mettersi a tacere nella stagione piu calda. Una spiegazione a favore di questa teoria potrebbe essere che una temperatura più alta favorisca l'evaporazione di queste goccioline di saliva che racchiudono il virus. Quando questo involucro viene distrutto il virus nell'ambiente non resiste a lungo. Questa potrebbe essere un'ipotesi, cui però non tutti concordano.

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