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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

In futuro sempre meno acqua di montagna, sempre più acqua del Po

Sempre meno acqua di Ridracoli, acqua buona di montagna e sempre più acqua del Po, a valle dei grandi scarichi industriali della Lombardia e del Piemonte. E' questo il destino ormai tracciato per il futuro idrico della Romagna

Sempre meno acqua di Ridracoli, acqua buona di montagna, a monte di ogni forma di inquinamento dei fiumi e sempre più acqua del Po, a valle dei grandi scarichi industriali della Lombardia e del Piemonte. E' questo, a quanto pare, il destino ormai tracciato per il futuro idrico della Romagna. In un momento in cui la crisi idrica è ancora grave e, per l'estate si presenta il concreto pericolo di razionamento, l'amministratore delegato di Romagna Acque-Società delle Fonti spa, Carlo Pezzi traccia il piano degli investimenti.

 

Romagna Acque punta tutto sul potabilizzatore di Ravenna, che “riciclerà” l'acqua del canale emilia-romagnolo (Cer), che viene dal Po fino in Romagna. Attualmente Romagna Acque-Società Delle Fonti S.p.a. fornisce al gestore del servizio idrico integrato (HERA) circa 110 milioni di metri cubi di acqua annui per il territorio delle tre province romagnole. Nel 2008 erano circa 55 relativi al solo invaso di Ridracoli: circa la metà. In futuro il potabilizzatore concorrerà per 20 milioni di metricubi.

 

Ma in “un’ottica di lungo periodo dotare la società di una struttura impiantistica adeguata a garantire l’approvvigionamento idropotabile della Romagna – dice Pezzi - gli interventi principali e strategici sono quelli in fase di realizzazione e che interessano da vicino il territorio ravennate. Il grande potabilizzatore della Standiana (NIP 2) e i circa 40 km di condotte di interconnessione di grandi dimensioni ad esso collegate, rappresentano un intervento “di sistema” per l’intera area romagnola, rendendo disponibile almeno 20 milioni di metri cubi anno potenziali”.

 

Secondo il progetto l’impianto sarà alimentato con acqua del CER attraverso una condotta in cemento a sezione rettangolare gestita da PLURIMA. L’impianto con potenzialità di 1000 litri al secondo, sarà pulita e ripulita visto la sua fonte, il Po: un ciclo di trattamento che prevede grigliatura, preclorazione, condizionamento pH (con acido), flocculazione, ultrafiltrazione, filtrazione a carbone attivo, condizionamento pH (con soda), post-clorazione con biossido e linea fanghi. Costituirà, per potenzialità, il secondo centro di produzione di Romagna Acque e sarà interconnesso alla rete del lughese, ed alla dorsale adriatica.

 

Dice Pezzi: “La sezione più importante dell’impianto è quella dell’ultrafiltrazione, ovvero la filtrazione dell’acqua attraverso membrane con pori talmente piccoli (0,4 micron) da trattenere oltre a tutti i solidi sospesi anche la carica batterica e spore di organismi potenzialmente patogeni. Il passaggio finale su carboni attivi permetterà invece di trattenere le ultime sostanze rimaste in soluzione nell’acqua al termine del trattamento. Il processo di potabilizzazione adottato è quello più moderno ed efficiente attualmente disponibile e permetterà di ottenere una elevatissima qualità dell’acqua potabilizzata”.

 

L’impianto per la sua posizione baricentrica avrà un ruolo strategico per far fronte ai fabbisogni della città di Ravenna, dell’area lughese e della riviera posta fra Lido di Savio e Cesenatico; potrà sopperire a carenze dell’acquedotto della Romagna  contribuendo alla riduzione dei prelievi di falda sia sull’area Forlivese che Riminese. Ma soprattutto a seguito all’ulteriore realizzazione della condotta NIP2-Forlimpopoli sarà possibile produrre nel periodo estivo ulteriori 2,5 mln/mc che potranno essere trasferiti alle vasche di Monte Casale. L’entrata in esercizio  a regime del nuovo potabilizzatore è prevista per il 2015.

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