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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Cotignola

Dieci anni fa la scomparsa di Enrico Svegli: Cotignola ricorda il tenente colonnello

Il ritrovo è in piazza Vittorio Emanuele II, alle ore 8.30, per l’alzabandiera, l’inno nazionale cantato dai bambini dell’asilo nido “Carlo Maria Spada” e la sfilata in corso Sforza fino al piazzale della Pace

Sabato, in occasione del decimo anniversario della scomparsa del tenente colonnello Enrico Svegli, è in programma una cerimonia di commemorazione organizzata in collaborazione con il Gruppo Alpini di Cotignola e l’istituto comprensivo “Don Stefano Casadio”. Il ritrovo è in piazza Vittorio Emanuele II, alle ore 8.30, per l’alzabandiera, l’inno nazionale cantato dai bambini dell’asilo nido “Carlo Maria Spada” e la sfilata in corso Sforza fino al piazzale della Pace. Alle 9.30 è in programma la santa messa in memoria di Enrico Svegli celebrata dal vescovo Claudio Stagni. Alle ore 10.30, nella scuola media ‘L. Varoli’, si terrà un momento celebrativo con gli interventi delle autorità, tra le quali il prefetto di Ravenna Francesco Russo. Nell’occasione sarà inaugurata una ceramica realizzata dal maestro cotignolese Enzo Babini, con l’intitolazione dell’aula Insegnanti al tenente colonnello Svegli. A seguire un buffet offerto dal Gruppo Alpini di Cotignola. “La scuola, intesa come crescita educativa dei ragazzi, e la patria, nei suoi valori di inizio ‘900, sono stati il filo conduttore di una persona che ha saputo educare, sempre nel rispetto di ognuno, almeno tre generazioni - commenta il figlio Alessandro Svegli Compagnoni -. Un innovatore che ha saputo coniugare felicemente l’identità storica della sua terra con l’evoluzione naturale della società”. 

LA BIOGRAFIA - Svegli nasce a Cotignola il 25 giugno 1911. Figlio di Sante, agricoltore e allevatore, si diploma all’istituto agrario “Scarabelli” di Imola e successivamente, il 14 giugno 1940, si laurea in Scienze agrarie alla facoltà di Bologna, superando l’esame di Stato presso l’Università di Perugia in maniera talmente brillante da ricevere immediatamente una proposta di collaborazione all’interno del Dipartimento di Frutticoltura. Rinuncia, pur con rammarico, scegliendo di intraprendere l’attività di imprenditore agricolo che svolgerà con grande passione e competenza per tutta la vita. Ma è nel periodo prebellico che iniziano a evidenziarsi i caratteri di una personalità intransigente nel rispetto dei valori ai quali era stato educato, ma allo stesso tempo generosa nei confronti di chi era in difficoltà. Diventa punto di riferimento della comunità cattolica cotignolese, recandosi diverse volte in missione in Vaticano e partecipando ad attività di volontariato. Intreccia rapporti di amicizia con i personaggi più influenti del momento, tra i quali il prof. Luigi Varoli e Vittorio Zanzi, podestà di Cotignola, che lo fa rientrare dal fronte al quale era stato inviato come combattente per affidargli la riapertura di quella che allora era detta scuola di avviamento. 

Durante il passaggio del fronte lungo il fiume Senio partecipa fattivamente alla ricostruzione di una città completamente distrutta dai bombardamenti, risultando testimone e protagonista di quei terribili anni. Successivamente presiede per quarantacinque anni la scuola media, temuto per la sua disciplina ma rispettato per la sua onestà intellettuale. Diverse testimonianze delineano la sua figura come quella di un innovatore, sia in ambito agricolo che in ambito industriale. Negli anni ’50 si trasferisce a Lugo, pur mantenendo intatti i suoi legami con Cotignola che era solito definire “caput mundi”. La passione che coltiva per tutta la vita è quella per l’Associazione Nazionale degli Alpini, passione che lo porta a partecipare personalmente a diverse operazioni di aiuto alla Protezione civile, come in occasione del terremoto del Friuli del 1976. Nel 1965 costituisce il Gruppo Alpini Lugo, divenendone il primo capogruppo, carica che detiene fino al 1987. Nel 1970 è eletto consigliere sezionale e nel 1975 assume la carica di vice presidente per la Romagna, incarico che svolge fino al 1986. Viene quindi eletto presidente di Sezione, ma per sua scelta non completa il triennio. Il suo nome oggi appare nell’intitolazione del Gruppo Alpini di Cotignola. Viene ricordato per la sua umanità e per la sua contagiosa giovialità, sempre fedele ai valori e alle tradizioni romagnole.
 

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