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Cronaca

Due anni senza Guerra: un evento in onore dell'allenatore dell'Olimpia Teodora

E’ stato definito da chi l’ha conosciuto bene “l’ultimo artigiano della pallavolo” e tutto il volley ravennate ne vuole ricordare la memoria

Il 14 settembre 2015 ci lasciava all’età di 71 anni Sergio Guerra, l’allenatore del ciclo magico dell’Olimpia Teodora. Mancino, naturalmente predisposto allo sport, prima di essere tecnico Guerra fu valido giocatore di pallavolo. Cresciuto nel vivaio dei Vigili del Fuoco di Ravenna, arrivò a giocare in serie A1 nel 1965 e da allora disputò 12 campionati, prima 3 anni coi Vvf Casadio Ravenna, poi 6 a Bologna (2 anni con la Renana, 4 con la Lubiam) ed infine 2 a Faenza con la Spem, dove nel campionato 1976-77 fu giocatore-allenatore; in questi anni sfiorò solo lo scudetto, chiudendo 2 volte al secondo posto con la Lubiam Bologna, ed arrivò alla nazionale A nel 1968, quando partecipò con la squadra allora guidata dal ceco Kozak (con altri ravennati come Bendandi, Ricci ed il “fiorentino” Mattioli) alla Coppa Primavera a Norimberga ed Augsburg (5 presenze totali, secondo posto
finale). Dopo l’esperienza da giocatore-allenatore a Faenza, Sergio Guerra iniziò la sua avventura nel 1978 all’Olimpia come tecnico innovatore, destinato a lasciare la sua impronta nella pallavolo italiana ed internazionale degli anni ’80 e 90.

Lì iniziò la sua storia con quella società che portò Ravenna sul tetto d’Europa per due volte (Coppa Campioni vinta nel 1988, prima squadra dell’Occidente della storia, e nel 1992, nella finale al Pala De Andrè) e del Mondo (nel canto del cigno a Fabriano nel 1993), dopo avere conquistato 11 scudetti consecutivi dal 1981 al 1991-92 ed essersi fatto fama di “Imperatore del Volley” con record conquistati sul campo come le 72 vittorie consecutive in campionato dal 2.3.85 al 8.12.87 (ben 33 mesi) e le 79 vittorie consecutive in casa, dal 14.3.84 al 17.4.89 (più di 5 anni). La storia di Guerra allenatore è rimasta legata (quasi avvinghiata) a quella dell’Olimpia Teodora, perché, dopo i primi 16 anni consecutivi, ricchi di vittorie e gloria, il tecnico ravennate tornò a guidare il sestetto in tempi più difficili, dal 2002 al 2006, prima in serie A1 poi in serie B2 e B1; in mezzo, però, ci furono anche un biennio sulla panchina della Braglia Reggio Emilia dal 1994 al 1996 ed un biennio a Forlimpopoli in A2 dal 1998 al 2000, oltre ad un’esperienza nel settore maschile in B1 nel 2000-01 al Porto Ravenna; negli ultimi anni, peraltro, Sergio si era seduto sulla panchina di serie C della Sì Computer, ad aiutare il figlio Matteo, ancora innamorato della pallavolo e senza farsi problemi di categoria. Oltre ai successi con l’Olimpia Teodora, Sergio Guerra è stato poi il pioniere della pallavolo italiana anche alla guida delle nazionali: ancora prima della caduta del “muro di Berlino” inserì il volley azzurro femminile nel Gotha continentale prima con la nazionale juniores (secondo posto agli Europei 1988) e poi con quella assoluta (89 partite dal 1989 al 1991, con un terzo posto agli Europei di Stoccarda 1989 e vittoria dei Giochi del Mediterraneo 1991).

E’ stato definito da chi l’ha conosciuto bene “l’ultimo artigiano della pallavolo”, e tutto il volley ravennate ne vuole ricordare la memoria organizzando per la giornata di martedì 26 settembre l’evento “#sediciguerra-BovoGuerraDay”, che unirà il ricordo di Guerra con quello di Vigor Bovolenta, altra bandiera dello sport ravennate prematuramente scomparso, che darà ampio spazio alla passione dei giovani pallavolisti di oggi (tornei e partite per gli studenti delle scuole primarie al mattino e per gli atleti dei vivai delle società Fipav nel pomeriggio) prima della consegna del “Trofeo Sergio Guerra” alla vincitrice della partita tra Olimpia Teodora e Bartoccini Perugia, che si svolgerà in serata.

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