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Cronaca

Educatori per disabili a scuola, i genitori irrompono in Consiglio comunale per chiedere rassicurazioni

Ancisi: "Restano irrisolte le questioni sollevate dai familiari e dai sindacati dei lavoratori sulle condizioni poste a base dell’appalto, che rischiano di minare il processo educativo di integrazione scolastica-sociale dei minori disabili"

Martedì pomeriggio, durante la seduta del consiglio comunale, non si è discusso il question time presentato da Lista per Ravenna "sull’appalto da 16 milioni e mezzo del servizio di sostegno educativo a circa 180 alunni disabili delle scuole e dei nidi ravennati" e anche il ricorso contro la legittimità della non discussione, presentato dal capogruppo Alvaro Ancisi, è stato bocciato nella conferenza dei capigruppo che precede la seduta consiliare.

Educatori per disabili nelle scuole, famiglie e sindacati preoccupati: "Destino lavorativo incerto"

"Unica ragione esposta il rischio di “esercitare turbative o influenze” sui lavori della commissione di gara, che il question time non trattava minimamente - spiega Ancisi - Quanto questa “ragione” fosse risibile e pretestuosa è dimostrato dal fatto che, nello stesso pomeriggio di martedì, mentre il consiglio comunale era in corso, il sindaco e l’assessore all’istruzione Ouidad Bakkali hanno accolto, nel salone a fianco quello consiliare, il folto gruppo dei familiari degli alunni disabili presente in aula, per discutere con loro tutto ciò di cui avevo chiesto risposta. L'accesa discussione, durata un’ora e mezzo e poco convincente, non esercitava più “turbative o influenze” sui lavori della commissione di gara?". La verità, tuona il consigliere d'opposizione, "è che si è voluto evitare il confronto politico democratico nella dovuta sede istituzionale pubblica. Restano irrisolte le questioni sollevate dai familiari e dai sindacati dei lavoratori, fatte proprie dal mio question time, sulle condizioni poste a base dell’appalto a prescindere da chi ne risulterà vincitore, che rischiano di minare il processo educativo di integrazione scolastica-sociale dei minori disabili e la salvaguardia professionale dei loro educatori, a causa di clausole contrattuali che, configurandosi quasi come appalto di manodopera, ne sviliscono le condizioni di lavoro e il trattamento". Alla fine i genitori si sono accordati con il sindaco e l'assessore di ritrovarsi per un nuovo incontro a settembre.

Il sindacato

"Ringraziamo indaco e sssessore per la disponibilità al confronto dimostrata, ma dobbiamo segnalare l’assenza di risposte alle contestazioni rivolte all’smministrazione comunale per una gara che non garantirà qualità del servizio per utenti e qualità del lavoro per gli educatori impegnati - commentano in risposta dal sindacato Sgb -  Nell’incontro il sindaco si è impegnato a svolgere incontri con le famiglie per verificare la qualità del servizio di integrazione scolastica, rendendosi disponibile a richiedere agli altri soggetti istituzionali coinvolti (Ausl e Ministero dell’Istruzione) di assicurare una maggiore copertura dell’assistenza degli alunni disabili. Con le famiglie il Comune si è impegnato a prevedere un tavolo di confronto sul miglioramento del servizio. Sindaco e sssessore, durante l’incontro, hanno però voluto distinguere le preoccupazioni delle famiglie da quelle degli educatori impegnati nel servizio, ritenendo i diritti rivendicati dai lavoratori questioni distinte dalle preoccupazioni delle famiglie. Diversamente, come sindacato riteniano che la qualità del servizio educativo sia un tutt’uno con la qualità del lavoro e le tutele dei lavoratori. E’ grazie ai tanti lavoratori insegnanti, educatori, pedagogisti, psichiatri e famiglie che hanno lottato negli anni '70 che oggi l’integrazione è un valore condiviso, non certo per la politica (tranne quella che riconosceva al lavoro e ai cittadini un ruolo nell’affermare i diritti costituzionali). E alle preoccupazioni dei lavoratori impegnati, sindaco e sssessore non hanno dato risposte. Sulla incerta continuità occupazionale dei lavoratori (che è continuità educativa per gli alunni), il sindaco si è giustificato con i vincoli di legge. Per gli appalti non sarebbe possibile andare oltre a clausole generiche di “priorità di assunzione” e il Comune non può garantire il reimpiego dell’educatore e la continuità dell’attività educativa per l’alunno. La legge però prevede altro: la continuità del lavoratore può essere prevista nel caso di rilevanza sociale del lavoro svolto (in ossequio all’art. 41 della Costituzione, sui limiti dell’attività di impresa) e la stessa continuità è prevista dal diritto comunitario (laddove l’impresa che subentra conservi la stessa modalità di gestione del servizio, modalità di fatto imposta dal capitolato). Nessuna risposta poi sulla tariffa posta a base d’asta. La gara non è al massimo ribasso, ma la base d’asta prevede la sola remunerazione delle sole ore frontali dell’educatore, imponendo una serie di attività che non saranno remunerate (collaborazione nella stesura del piano educativo e sua verifica, assistenza nelle gite scolastiche, incontri con specialisti, impegni nel consiglio di classe, coordinamento psico-pedagogico). In altre parole la tariffa è prevista per un servizio, ma il Comune impone che, con la stessa remunerazione, siano aggiunti altri servizi che (come l’attuale gestione insegna) verranno garantiti chiedendo agli operatori di lavorare gratuitamente. Il capitolato prevede poi che l’educatore sia sospeso dal lavoro in caso di assenze dell’alunno. Se l’alunno si ammala, l’educatore rimane senza stipendio. Il capitolato previsto dalla gara di appalto è condizione di per sé di non garanzia delle tutele, dei diritti dei lavoratori impegnati e non vi può essere qualità del servizio senza qualità del lavoro. Per questa ragione la nostra iniziativa non si fermerà, nè durante la procedura di affidamento del servizio, nè dopo la sua aggiudicazione e durante la sua esecuzione. Una lotta che continuerà a fianco delle famiglie degli alunni".

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