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Cronaca Faenza

Educazione civica nelle scuole: Faenza sostiene la proposta di legge per reintrodurla

La proposta di legge mira a reintrodurre l'educazione civica come disciplina autonoma nei curricula e nei piani di studio, affidandone l’insegnamento a docenti abilitati

Anche il Comune di Faenza sostiene la proposta di legge di iniziativa popolare per l’introduzione dell’educazione alla cittadinanza nelle scuole di ogni ordine e grado, depositata in Cassazione nei giorni scorsi da una delegazione guidata dal sindaco di Firenze, Dario Nardella. La proposta di legge, fortemente voluta anche da Anci Emilia-Romagna, mira a reintrodurre l'educazione civica come disciplina autonoma nei curricula e nei piani di studio, affidandone l’insegnamento a docenti abilitati. Educazione alla legalità, studio della Costituzione, apprendimento degli elementi di educazione civica, studio delle istituzioni dello Stato e dell’Unione Europea, educazione ambientale: questi i alcuni dei temi fondamentali che la proposta di legge vuole riportare tra i banchi di scuola per promuovere lo sviluppo civico, il rispetto e la consapevolezza di essere cittadini.

"Si tratta di una proposta da valorizzare e sostenere - commenta il sindaco Giovanni Malpezzi - L'insegnamento dell'educazione civica nelle scuole sarebbe uno strumento importante per rendere i giovani sempre più consapevoli di essere cittadini portatori di diritti e di doveri". "A Faenza - continua l'Assessore alle politiche educative Simona Sangiorgi - abbiamo da tempo avviato alcune iniziative per rafforzare la conoscenza delle Istituzioni e favorire la costruzione del bene comune tra i cittadini più giovani, come l'istituzione della Consulta dei ragazzi e delle ragazze, la creazione di progetti di cittadinanza attiva (Lavori in Unione) e la consegna della Costituzione ai diciottenni in municipio, che rappresenta un momento di condivisione importante in cui si approfondisce anche il rispetto della legalità, col supporto di un esponente delle Forze dell'Ordine". La proposta di legge è stata consegnata alla cancelleria della Corte di Cassazione, per essere presentata e discussa in Parlamento dovrà attendere almeno 50mila firme. Non appena perverranno i moduli per la raccolta firme, saranno fornite ulteriori informazioni a riguardo.

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