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Cronaca Faenza

Faenza, in 350mila alla mostra "L’eredità di mille anni di arte ceramica italiana" in Cina

Dal 9 dicembre 2016 al 12 marzo 2017 la mostra è stata vista da ben 350mila visitatori

Si è chiusa con un numero straordinario di visitatori la prima tappa di “L’eredità di mille anni di ceramica italiana” all’Henan Museum (Zhengzhou) in Cina, la mostra itinerante dedicata alla maiolica italiana e curata dal Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza con opere appartenenti alla sua collezione, per lo più con pezzi custoditi nei suoi depositi. Dal 9 dicembre 2016 al 12 marzo 2017 la mostra è stata vista da ben 350mila visitatori. Un numero eccezionale di persone, se si pensa che nel 2016 le mostre più visitate in Italia hanno una media di 250mila ingressi, eccetto il caso dell’istallazione di Christo sul lago di Iseo vista da 1 milione e mezzo di persone.

“E’ un risultato importantissimo in termini di visibilità per il nostro Museo, per Faenza, per la ceramica italiana - viene evidenziato -. ’Italia per i cinesi è un punto di riferimento culturale significativo. Non a caso per loro i due poli di riferimento internazionali per la ceramica sono considerati la Cina per la porcellana, l’Italia per la maiolica. Nessun altro Paese ha una varietà produttiva e decorativa come l’Italia: è su questo elemento che è stato pensato il progetto espositivo e questo dato è stato molto apprezzato dai visitatori e dalla stampa cinese”.

Il numero dei visitatori è destinato ad  aumentare. La mostra fino a marzo 2018 sarà ospitata in altri 4 importanti musei (Zhejiang Provincial museum, Liaoning Provincial museum, Shanxi Museum, Shenzhen Museum). Prossima l’inaugurazione della seconda tappa. Il 25 marzo 2016 la mostra sarà inaugurata allo Zhe Jiang Provincial Museum (Hangzhou) alla presenza di Valentina Mazzotti, conservatrice del Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza, e rimarrà allestita fino al 16 giugno scorso.

L’obiettivo è quello di fare conoscere in Cina la tradizione della maiolica italiana, di cui Faenza è solo uno dei tanti centri propulsori dal Rinascimento in avanti. Oltre ad alcuni esempi di maiolica arcaica del Medioevo, con i suoi caratteristici decori a motivi geometrici, saranno esposti, infatti, maioliche delle più eccellenti manifatture italiane: Faenza, Deruta, Casteldurante, Montelupo, Castelli, Urbino, Pesaro, Gubbio, solo per citarne alcuni.

In mostra meravigliosi esempi rinascimentali “istoriati” quando le iconografie comuni alla pittura venivano trasportate su piatti, vasi e ciotole, ma anche esempi della tendenza opposta, che a partire dalle metà del ‘500, tende a semplificare la decorazione a pochi colori (blu più o meno diluito, giallo chiaro e arancio). Si tratta dei bianchi di Faenza che dettarono moda in tutta Europa fino al XVII secolo.

Nel Settecento anche l’Italia cominciò a confrontarsi con la produzione della porcellana di tradizione estremo orientale (Cina, Corea, Giappone) e, in parallelo, si cominciò a lavorare in larga scala in tutta Italia la terraglia - introdotta in Inghilterra già dal 1740. Infine il Novecento dove la ceramica si eleva a materia plastica adatta alla scultura e al design ed è influenzata dalla storia dell’arte e dalle sue correnti: prima il Liberty e il Dèco, poi la figurazione del secondo dopo guerra, l’informale, il  picassismo fino gli echi pop degli anni ’70 e ’90.

Picasso fu molto importante per elevare la ceramica a materia scultorea e per Faenza stessa. Il Museo faentino possiede diverse sue opere. Merito del direttore Gaetano Ballardini, fondatore del Museo faentino, che contattò Picasso a Madoura con una lettera commovente e davvero toccante dopo che il Museo fu bombardato durante la seconda guerra mondiale. Fu così che arrivò nel 1950 il primo piatto ovale raffigurante la Colomba della Pace, memento contro ogni guerra, espressamente dedicata al Museo di Faenza e al tragico destino della sua Collezione. 

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