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Cronaca Faenza / Via Marcello Malpighi

Ha massacrato di botte l'amico per motivi di gelosia: ora è in carcere

L'arrestato è stato quindi catturato per le vie del centro di Faenza e portato in carcere a Ravenna con le accuse "lesioni personali aggravate dai futili motivi"

Preso il responsabile del pestaggio subìto la notte dello scorso 9 febbraio da un 31enne marocchino in via Marcello, a Faenza. Si tratta di un coetaneo connazionale, arrestato dai Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia manfreda, diretti dal Tenente Carmelo Caraffa, con le accuse di  lesioni personali aggravate dai futili motivi. Gli uomini dell'Arma erano intervenuti quella notte su segnalazione di un passante, che aveva trovato la vittima esanime per terra.

Presentava vistosi traumi al volto. I medici gli avevano riscontrato un trauma commotivo con fratture orbitarie dovute alle percosse subite.  Dopo alcuni giorni di ricovero in prognosi riservata, lo stesso venne dimesso con prognosi di 90 giorni. Nel corso delle indagini i Carabinieri hanno ascoltato un'amica del ferito e sua connazionale, che aveva trascorso con lui la serata e che dallo stesso era stata riaccompagnata a casa pochi minuti prima dell’aggressione.

La testimonianza della ragazza ha permesso di acquisire alcune importante informazioni riguardo le frequentazioni del connazionale ferito, fra le quali vi era anche una profonda amicizia con un altro marocchino con il quale lei fino a poco tempo prima era stata fidanzata. Pertanto fra le ipotesi dell’aggressione è stata presa in considerazione anche il movente della “gelosia”.

Nonostante le ricerche immediatamente attivate, i militari dell’arma non avevano rintracciato l’ex fidanzato, un 31enne originario del Marocco già noto alle forze dell’ordine e negli ultimi tempi senza una fissa dimora. Il ferito ha confermato la prima ipotesi investigativa, riconoscendo nel connazionale colui che lo aveva picchiato con pugni e calci, precisando che lo aveva aggredito accusandolo di insidiare la sua compagna.

Gli inquirenti hanno raccolto inoltre altre testimonianze attendibili che hanno confermato di aver visto il 31enne marocchino aggredire selvaggiamente il suo connazionale nelle vicinanze dell’abitazione della sua ex-fidanzata. Nei giorni successivi il presunto aggressore si è presentato spontaneamente nella caserma dei Carabinieri di via Giuliano da Maiano poiché a suo dire “aveva saputo” in giro che era ricercato dalle forze dell’ordine.

Nella circostanza lo stesso, ostentando estrema sicurezza e tranquillità, forniva il suo nuovo indirizzo di Faenza, lasciando intendere di non aver commesso nulla. Il malcapitato di quella sera, riascoltato dagli investigatori, ha completamente “ritrattato” le sue precedenti dichiarazioni, riferendo che gli autori dell’aggressione erano stati degli sconosciuti in stato di ubriachezza che senza alcun motivo lo avevano seguito e picchiato, precisando di essersi “sbagliato” nell’accusare il suo connazionale visto il suo stato confusionale.

Anche la ragazza sentita precedentemente, interpellata riguardo il suo ex-fidanzato, non aveva reso dichiarazioni plausibili rilasciando una versione dei fatti contraddittoria. A quel punto, il pm Isabella Cavallari ha chiesto nei confronti del sospettato dell'aggressione un'ordinanza di custodia cautelare, subito firmata dal gip Antonella Guidomei.

Quest'ultima ha tenuto conto dei gravi indizi di colpevolezza raccolti a carico del 31enne, ravvisando anche un concreto rischio di inquinamento probatorio desumibile proprio dalla “coincidenza” fra la sua presentazione spontanea in caserma ed il “cambio di rotta” delle dichiarazioni rese dal connazionale ferito che per primo aveva testimoniato contro di lui.

L’arrestato è stato quindi catturato per le vie del centro di Faenza e portato in carcere a Ravenna con le accuse “lesioni personali aggravate dai futili motivi”. La sua ex-fidanzata nonché il connazionale aggredito sono stati denunciati in stato di libertà per “favoreggiamento personale” a causa delle dichiarazioni e soprattutto delle “ritrattazioni” finalizzate a depistare le indagini.

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