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Cronaca

"Fermare i fanghi in arrivo o dovremo scappare da Ravenna"

L'associazione "Ravenna Punto a capo" torna sulla vicenda sollevata nei giorni scorsi a proposito dell'arrivo nel capoluogo bizantino di un carico di fanghi provenienti da Perugia e già dichiarati nocivi

L'associazione "Ravenna Punto a capo" non si sorprende per le polemiche politiche con cui è stata accolta la denuncia dell'arrivo di fanghi da Perugia; e torna sull'argomento per "fare chiarezza  e far capire ai cittadini ravennati l’entità della vicenda".

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LA SITUAZIONE A PERUGIA - "E’ vero sì che l’ordinanza del Sindaco di Perugia parla di “non corretto smaltimento” e non di fanghi dannosi - dice l'associazione -, ma per un motivo molto semplice: il terreno sul quale sono stoccati i fanghi a Perugia è sotto sequestro per danno ambientale, circa 77 ettari (sequestro del NOE), così come i piazzali della distilleria, anche oggetto di altra indagine per abuso edilizio".

In primo luogo, sostiene sempre l'associazione "il Comune non poteva parlare adesso di fanghi dannosi, perché le indagini sono in corso sebbene il terreno sia già stato sequestrato per danno ambientale". Poi, "è chiaro che  questo è un  cavillo (l’errato smaltimento) nel quale chi lotta contro la distilleria si è abilmente infilato. Chapeu al comitato ambientalista perugino".

"SCAPPARE DA RAVENNA" - Il rischio per Ravenna Punto a capo è che "se non verranno fermati", i cittadini dovranno "davvero scappare da Ravenna". Questo perchè "i fanghi in questione sono 11 mila metri cubi. A Perugia hanno l’autorizzazione per smaltirne 15 tonnellate su un ettaro che equivale ad un tir, che equivale ad un decimo dei fanghi totali. Smaltirli in 3 anni (questo perché è la metodologia da seguire per legge)".

"I restanti fanghi arriverebbero qui a Ravenna - spiega l'associazione -. Ma scusate, se la matematica non è un’opinione: per smaltire i 9/10 rimanenti significa che per 3 anni verranno sparsi questi fanghi (che al momento vedono l’indagine per danno ambientale) su tre quarti di Ravenna…..".

BRUCIARE I FANGHI? - "Oppure, c’è l’intenzione di bruciarli? E farceli respirare, così scompaiono subito? Visto che i fanghi classificati R13 si possono anche bruciare - domanda maliziosamente l'associazione -. Perché l’obiettivo di questa vicenda, è che i fanghi scompaiano da lì, visto che secondo la legge la Di Lorenzo non può riprendere le attività se non li elimina. Facile capire la protesta dei cittadini perugini che si trovano in un paese ove al centro vi è l’azienda Di Lorenzo che vede il “rischio d’incidente rilevante senza possibilità di evacuazione”".

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