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Martedì, 16 Aprile 2024
Cronaca

Sant'Apollinare, il vescovo: "Serve una nuova fioritura vocazionale nella nostra diocesi"

"Noi come diocesi, io come vescovo, i sacerdoti, i diaconi e i laici che incaricherò, ci impegneremo ad accompagnarle e a formarle per questo tipo di vita, in accordo e con l'aiuto delle Suore della Piccola famiglia dell'Opera s. Teresa"

"Con l'aiuto di sant'Apollinare chiedo una nuova fioritura vocazionale nella nostra diocesi. Abbiamo bisogno di ragazze e di donne che, come ai primi tempi di don Angelo Lolli, si consacrino al Signore e vivano la carità verso i poveri e i malati nelle case dell'Opera s. Teresa e nei centri gestiti dalla Pieve, dove sono accolti handicappati fisici o psichici, piccoli e grandi, alcuni anche gravemente inabili". E' uno dei passaggi chiavi dell'omelia del vescovo Lorenzo Ghizzoni in occasione della Messa per il Patrono Sant'Apollinare.

"Noi come diocesi, io come vescovo, i sacerdoti, i diaconi e i laici che incaricherò, ci impegneremo ad accompagnarle e a formarle per questo tipo di vita, in accordo e con l'aiuto delle Suore della Piccola famiglia dell'Opera s. Teresa, che dovranno svolgere la funzione di lievito per trasmettere quello che hanno vissuto e amato del carisma del fondatore - ha aggiunto Ghizzoni -. Non solo con la testimonianza della loro povertà, della castità e dell’obbedienza, ma anche di un servizio umile e pieno di carità verso gli ultimi.

Processione per Sant'Apollnare (foto Argnani)

Dal vescovo quindi "un appello ai parroci e a tutti i sacerdoti diocesani e religiosi che lavorano nel campo difficile, ma ricchissimo della pastorale giovanile: lanciamo questa possibilità di "consacrazione nella carità" verso i più poveri e abbandonati! Riprendiamo in mano gli scritti del Fondatore don Angelo Lolli e lasciamoci ispirare per la proposta vocazionale".

Ghizzoni ha riferito di aver "detto ragazze e donne non perché si debbano escludere vocazioni di consacrazione maschili, che sono state presenti in passato e anche oggi ci sono almeno come segno. Se ce ne saranno, benvenuti. Ma mi sembra che questa sia una vocazione particolarmente adatta al "genio femminile", alla capacità di amare e di prendersi cura della vita, propria della donna. Lo hanno dimostrato le nostre suore della Piccola Famiglia e tante altre consacrate alla carità nella Chiesa di ieri e di oggi".

Festa di Sant'Apollinare, la messa (foto Argnani)

Ha quindi sottolineato il vescovo la necessità "soprattutto di madri e sorelle dei nuovi poveri: dei malati che nessuno vuole più curare, dei piccoli rifiutati perché non "perfetti", dei disabili, dei bambini in attesa di affido o adozione, dei figli delle schiave della tratta e delle immigrate abbandonate dai coniugi, dei disabili che hanno genitori anziani e angosciati da ciò che potrà succedere dopo di loro, degli anziani che le famiglie divise non riescono più a curare. La carità potrà aprire nuove porte dell'Opera Santa Teresa ai nuovi poveri".

"Anche le strutture dei servizi pubblici si potranno forse allargare, se gli enti locali rinunzieranno ad usare le risorse per altri scopi meno significativi - ha aggiunto il vescovo - ma altri poveri, altri "scartati" dalla vita arriveranno alle nostre porte: "I poveri li avete sempre con voi", ci ha detto Gesù (Mt 26,11). E per noi questa è una grazia, non un problema".

"UNA CHIESA IN STATO DI CARITA'" - "Non credo però sia corretto fermarsi solo ai recinti dell'Opera - ha precisato il vescovo -. anzi questa mi sembra una occasione perché come Chiesa diocesana tutta ci apriamo ancora di più alla carità. Papa Francesco ci ha chiesto di trasformare le nostre parrocchie, le associazioni, i movimenti in "comunità missionarie", ma ciò sarà possibile solo se saranno anche decisamente aperte alla carità. Abbiamo una storia a Ravenna ricca di iniziative sia caritative e che assistenziali, entrambe del tutto necessarie".

"Una parte di esse però spesso sono rinchiuse dentro regole burocratiche che irrigidiscono i rapporti con l'esterno, le rendono costose, limitano le potenzialità di accoglienza, soprattutto ai nuovi poveri. Possiamo aprire come Chiesa diocesana e come parrocchie, non solo come Opera s. Teresa, nuove vie, a nostre spese fidandoci della Provvidenza come sempre, per dare segni concreti del vangelo della carità che trasforma la storia - ha ricordato Ghizzoni -. E con il rilancio della vita consacrata a servizio dell'Opera S. Teresa, chiediamo a s. Apollinare di mantenerci tutti in stato di carità, così come abbiamo chiesto al vescovo Conforti di metterci in stato di missione".

"Questi due movimenti del cuore della nostra Chiesa sono contemporanei e solidali: la spingono entrambi fuori da se stessa. E ci aiutano a far sì che l'altro movimento del cuore della Chiesa, quello verso l'interno, verso la comunione, non diventi un chiuderci nel nostro nido. Comunione fraterna all'interno e carità missionaria all'esterno, saranno sistole e diastole della nostra vita ecclesiale. Lo Spirito Santo e i nostri due patroni s. Apollinare e s. Guido M. Conforti, ci diano tutto ciò e ci aiutino a rispondere con gioia e passione al dono che ci aspettiamo", ha concluso.

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