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Cronaca Brisighella

Refurtiva per 15mila euro, stanata una banda che rubava nelle case

E' durata quasi sette mesi l'indagine portata avanti dai Carabinieri di Brisighella, in collaborazione con quelli di Faenza, che ha permesso di denunciare in stato di libertà per “ricettazione in concorso” cinque giovani

E' durata quasi sette mesi l'indagine portata avanti dai Carabinieri di Brisighella, in collaborazione con quelli di Faenza, che ha permesso di denunciare in stato di libertà per “ricettazione in concorso” cinque giovani stranieri provenienti dall’Albania e dalla Romania di età compresa fra i 20 ed i 28 anni, insieme ad un italiano 48enne, tutti residenti a Ravenna, sorpresi in possesso di un rilevante quantitativo di refurtiva proveniente da razzie nelle abitazioni avvenute negli ultimi tempi nel territorio ravennate, in particolar modo nel faentino.
 
L'indagine è stata avviata nel mese di febbraio di quest’anno a seguito di due furti consumati nottetempo ad opera di ignoti che, dopo essersi introdotti nelle abitazioni a ridosso del tratto ferroviario tra via delle Terme e via Rio Chiè, strada secondaria di comunicazione con i comuni di Castel Bolognese, Riolo Terme e Faenza, si erano impossessati di oggetti in oro, di denaro in contanti e soprattutto di telefonini “iphone”, “tablet” e computer portatili.
 
GALEOTTO FU IL TABLET - Le indagini hanno preso spunto proprio dal furto degli oggetti tecnologici: infatti, avvalendosi del numero seriale di ciascun apparato, sono stati effettuati accertamenti anche tramite i canali commerciali di distribuzione, il cui esito ha consentito di appurare che qualcuno li stava utilizzando e soprattutto, grazie agli impulsi inviati da alcuni dispositivi nelle ore successive al furto, i militari dell’arma sono riusciti ad individuare una “traccia” che portava ad alcune zone di Ravenna dove il segnale ad un certo punto era venuto meno, presumibilmente interrotto dai nuovi utilizzatori.
 
UNA TRACCIA FONDAMENTALE
- Tale 'traccia', che inizialmente sembrava poco significativa, in realtà in un secondo tempo si è rivelata molto preziosa. Infatti la meticolosa attività investigativa dei Carabinieri ha consentito di accertare una particolare “coincidenza” che si è rivelata determinante nel contesto dell’intera indagine: qualche giorno dopo i furti commessi a Brisighella, un equipaggio della locale stazione proprio durante un servizio perlustrativo serale teso al contrasto dei reati predatori, avevano intercettato e seguito a lungo un’autovettura “sospetta” con due giovani a bordo che dopo aver girovagato “senza meta” sia nel centro abitato che nella periferia, si erano diretti a Faenza dove erano stati fermati. Controllati da un equipaggio del radiomobile prontamente allertato, i due occupanti, un 28enne e 23enne di origine albanese residenti a Ravenna, all’epoca avevano giustificato la loro presenza a Faenza con un’attività di volantinaggio pubblicitario. Tuttavia quella versione dei fatti non aveva affatto convinto i militari dell’arma che hanno approfondito gli accertamenti sui due albanesi appurando che risultavano abitare a Ravenna proprio nella stessa zona dove tempo prima si erano interrotti gli impulsi dei telefonini rubati nelle abitazioni brisighellesi.
 
COLLEGAMENTO CON I FURTI - La presenza di quei due personaggi nel faentino è stata quindi messa in relazione con i furti già commessi nonché con quelli che si stavano verificando in quel periodo, infatti le deduzioni investigative dei carabinieri sono state pienamente condivise dal sost. proc. Angela Scorza della Procura della Repubblica di Ravenna che ha disposto la perquisizione nelle abitazioni dei “sospetti” per ricercare la refurtiva trafugata dalle abitazioni di Brisighella nel mese di febbraio 2014. Una volta individuata la dimora attuale di uno dei due albanesi, all’alba di lunedì mattina una decina di carabinieri della compagnia di Faenza hanno dato esecuzione alle perquisizioni delegate dall’autorità giudiziaria, in particolare l’albanese 28enne è stato trovato presso un’abitazione sita in zona Madonna dell’Albero dove vive la fidanzata 23enne rumena insieme ai familiari di lei: invece preso il suo indirizzo di residenza in zona Candiano è stato trovato un suo connazionale insieme ad altre due giovani rumene.
 
15MILA EURO DI REFURTIVA -
In entrambe le abitazioni i militari dell’arma hanno rinvenuto oggetti preziosi e materiale tecnologico di cui i presenti non hanno dimostrato la provenienza: si tratta di telefonini e tablet di ultima generazione fra cui i-phone ed i-pad, numerosi pc fra cui un costoso iMac, macchine fotografiche digitali, orologi e borse in pelle di marche prestigiose, accessori informatici nonché monili in oro, articoli di bigiotteria ed addirittura una sella da equitazione. Fra l’altro i primi accertamenti hanno consentito di stabilire che parte di quella refurtiva era riconducibile a furti in abitazione commessi a Riolo Terme nel mese di maggio di quest’anno ed addirittura uno dei pc portatili con relativa chiavetta usb è risultata oggetto di furto perpetrato sempre a Riolo circa una settimana fa, dimostrazione di come sussista una connessione fra le persone denunciate e gli autori materiali dei furti in abitazione, una sorta di “collegamento diretto” sul quale i carabinieri stanno approfondendo ulteriormente le indagini. fra l’altro il rinvenimento di refurtiva riconducibile a furti avvenuti nel faentino a distanza di mesi ha dimostrato che gli autori dei furti periodicamente sono tornati a “colpire” nella stessa zona.

La refurtiva del valore stimato vicino ai quindicimila euro è stata sequestrata e catalogata pertanto i carabinieri procederanno nei prossimi giorni ad ulteriori accertamenti tesi all’individuazione dei legittimi proprietari che non si esclude possano essere altri residenti dei dintorni. Naturalmente i cittadini potranno rivolgersi ai carabinieri di Faenza e di Brisighella per visionare gli oggetti recuperati.   

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