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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Giornata mondiale della Prematurità: nel 2017 sono stati 185 i neonati ricoverati

In occasione della celebrazione della Giornata Mondiale della prematurità, Ausl Romagna richiama l’attenzione sul tema, sensibilizzando l’opinione pubblica sugli aspetti clinico assistenziali dei piccoli nati pretermine

In occasione della celebrazione della Giornata Mondiale della prematurità (sabato 17 novembre), Ausl Romagna richiama l’attenzione sul tema, sensibilizzando l’opinione pubblica sugli aspetti clinico assistenziali dei piccoli nati pretermine e sulle problematiche psicologiche dei genitori, durante il difficile percorso di crescita. Nell’anno 2017 sono stati ricoverati in Terapia Intensiva Neonatale 185 neonati, di questi quelli pretermine (prima della 36esima settimana) sono stati 67: 13 con età gestazionale inferiore alle 34 settimane,3 con età gestazionale inferiore alle 32 settimane e 3 tra la 28 e 30esima settimana.

“La nascita di un bimbo prematuro – spiegano il dottor Federico Marchetti, (direttore dell’unità operativa Pediatria e Neonatologia), e il dottor Giancarlo Piccinini (responsabile della Terapia Intensiva Neonatale, TIN) dell’ospedale Santa Maria delle Croci di Ravenna - spesso coglie impreparati i genitori sotto il profilo psicologico dato che si trovano a vivere sentimenti di paura e angoscia, spesso accompagnati da sensi di colpa, e dalla sensazione di incertezza per il futuro del bimbo. Il ricovero in TIN. porta ad una situazione di stress elevato, e di sconforto dovuto alla sensazione di perdita del proprio ruolo di accudimento e protezione. Grazie ai progressi della medicina neonatale in questi anni, le possibilità di sopravvivenza dei bambini nati prematuri sono considerevolmente aumentate. Risulta fondamentale il coinvolgimento attivo dei genitori nel percorso di assistenza e cura del neonato, aspetto che occupa una posizione importante nell’organizzazione dell’assistenza erogata dall’equipe, orientata a instaurare un legame adeguato dei genitori con il proprio figlio e garantire una interazione precoce. Il sistema di cura centrato sulla famiglia (Family-Centred Care) quindi, con il coinvolgimento dei genitori nell’assistenza del neonato, ha il compito determinate di accompagnare la crescita, in modo che il bimbo riceva gli stimoli mirati a favorire un adeguato sviluppo neuro-comportamentale, fino a raggiungere traguardi gratificanti come l’allattamento al seno e la marsupio-terapia”.

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