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Cronaca

Giorno del Ricordo, Ravenna ricorda la tragedia delle foibe

"Il Novecento è stato un secolo caratterizzato da eventi terribili - ha dichiarato Matteucci -. Ricordiamo una di queste grandi tragedie: la tragedia delle foibe"

Si è svolta mercoledì pomeriggio alla sala Nullo Baldini la proiezione a ingresso gratuito del documentario “L’ultima spiaggia – Pola fra la strage di Vergarolla e l’esodo”. L’appuntamento è stato promosso dagli Istituti storici di Ravenna e Forlì – Cesena con il patrocinio del Comune e della Provincia in occasione del giorno del ricordo in cui si commemorano le vittime delle foibe. Il documentario, diretto dal regista forlivese Alessandro Quadretti con Domenico Guzzo, storico esperto di terrorismo, in qualità di cosceneggiatore, affronta una vicenda che fa parte del vissuto familiare del regista, con il padre esule polesano e il nonno paterno inserito nelle liste dei probabili infoibati. Dopo i saluti introduttivi del sindaco Fabrizio Matteucci, dell’assessore alla Cultura della Provincia Paolo Valenti e del direttore dell’Istituto storico della Resistenza e dell’età contemporanea in Ravenna e provincia Giuseppe Masetti, l’opera è stata presentata da Domenico Guzzo.

"Il Novecento è stato un secolo caratterizzato da eventi terribili - ha dichiarato Matteucci -. Ricordiamo una di queste grandi tragedie: la tragedia delle foibe. La giornata del ricordo istituita dodici anni fa dallo Stato italiano recupera la memoria di quei tragici fatti, invitandoci a riflettere sulla tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, sull’esodo dalla loro terra degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale. Per onorare questa giornata, abbiamo scelto da subito la strada dell'approfondimento promuovendo sul tema mostre, incontri, conferenze".

"Le foibe furono un atto di odio, pulizia etnica e vendetta - aggiunge il primo cittadino -. Furono vittime delle foibe gli italiani un tempo fascisti, e moltissimi partigiani antifascisti, che però non sostenevano il regime comunista di Tito. Le foibe furono espressione di un odio terribile, che non condanniamo senza se e senza ma, come qualsiasi episodio di odio e di violenza frutto di regimi totalitari. Anche durante la giornata della memoria delle vittime della Shoah che abbiamo celebrato qualche giorno fa, la nostra comunità ha voluto sottolineare che la tolleranza, la libertà, l'uguaglianza, la democrazia sono valori che vanno rispettati ogni giorno e che la crisi di quei valori hanno conseguenze terribili per le nostre comunità.  Non possiamo però solo limitarci a dire che quello che è successo è sbagliato. Dobbiamo approfondire le nostre conoscenze perché la storia è maestra di vita e ci aiuta a capire dove, le stesse ingiustizie, operano oggi".

"Anche in questo caso voglio farlo. Perché se penso alle violenze che subiscono i popoli colpevoli soltanto di vivere in luoghi contesi, o alle violenze che subiscono persone che vivono in territori martoriati da guerre e povertà, non posso che pensare agli esodi che viviamo oggi. 
Lo dico pensando ai tantissimi esseri umani che sono costretti a fuggire dai loro paesi - conclude -. Ecco, questo per me è il senso del ricordare. Quando penso ai profughi, a quei 250mila italiani costretti a lasciare le loro case passate sotto il dominio del regime comunista jugoslavo, penso all’ingiustizia delle persone che per ragioni analoghe devono lasciare, oggi, la loro vita e le loro case. E penso a come sia nostra responsabilità fare in modo che le tragedie di quel tempo non si ripetano oggi". 
 

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