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Cronaca Lugo

Vendemmia in nero nelle campagne del lughese: scoperti 9 irregolari

Sono state avviate le procedure per l’irrogazione della “maxisanzione”, che va da un minimo 1.950 euro ad un massimo di 15.600 euro per ogni posizione irregolare, ai sensi della normativa di settore recentemente modificata

Con l’inizio della vendemmia sono state intensificate le attività della Guardia di Finanza a contrasto del lavoro nero nelle campagne della provincia di Ravenna. Nel corso dei controlli svolti negli ultimi giorni sono stati scoperti 9 lavoratori in nero. I militari di Lugo su un fondo di proprietà di un’azienda agricola del lughese, hanno individuato alcuni lavoratori impegnati nella raccolta dell’uva. Di questi solo due erano regolarmente assunti mentre, dagli accertamenti svolti dai finanzieri, sette - per la maggior parte di origine rumena - sono risultati lavorare “in nero”, sprovvisti del contratto d’assunzione e della comunicazione preventiva agli enti preposti.

Sono state avviate le procedure per l’irrogazione della “maxisanzione”, che va da un minimo 1.950 euro ad un massimo di 15.600 euro per ogni posizione irregolare, ai sensi della normativa di settore recentemente modificata. Per accertare l’eventuale indebita percezione di indennità di disoccupazione o di altri sussidi a carico del bilancio pubblico saranno approfondite le posizioni previdenziali dei braccianti irregolari.

COLDIRETTI - Da Coldiretti il "pieno sostegno alle azioni di Guardia di Finanza, Ispettorato del Lavoro e Carabinieri. Non è accettabile che, per colpa di pochi che non rispettano le regole e che sfruttano il lavoro, vengano messi in discussione i tanti esempi virtuosi presenti nelle nostre campagne e l’immagine di un intero settore, quello agricolo, che dà lavoro a tante persone oneste". L’associazione, alla luce di quanto emerso dalle recenti ‘verifiche in campo’ attuate dalle forze dell’ordine, "conferma piena collaborazione agli inquirenti auspicando che i controlli proseguano e che le mele marce, qualsiasi esse siano, vengano una volta per tutte messe nelle condizioni di non nuocere ad un comparto fondamentale per l’economia romagnola".

“Il lavoro nero – afferma il Presidente provinciale Massimiliano Pederzoli – è una piaga che stigmatizziamo e combattiamo diffondendo quotidianamente la cultura della legalità in agricoltura. Non a caso, come organizzazione, sul tema del caporalato e del lavoro irregolare abbiamo presentato a livello nazionale una proposta di legge e promosso l’Osservatorio sulla criminalità nell’agroalimentare. Serve una grande azione di responsabilizzazione di tutta la filiera, dal campo alla tavola, per garantire che dietro tutti gli alimenti, italiani e stranieri, in vendita sugli scaffali, ci sia un percorso di qualità che riguarda l’ambiente, la salute e, ovviamente, il lavoro”.

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