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Cronaca

"Il fascismo è un problema del presente": il Pd chiede la revoca della cittadinanza onoraria al duce

Il segretario comunale Marco Frati: "Il contesto attuale ci impone una presa di posizione forte per riaffermare i valori della libertà e della democrazia: per questo rieniamo questa revoca opportuna"

Lo aveva già annunciato il sindaco Michele de Pascale durante i festeggiamenti per il 73esimo anniversario della liberazione di Ravenna dal nazifascismo di lunedì mattina, ora arriva anche la conferma dal gruppo del Partito democratico: la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini, conferitagli nel 1923, dopo quasi cento anni verrà revocata - o almeno questa è la richiesta del gruppo politico di maggioranza.

"Abbiamo svolto una riflessione interna nel partito, tenendo comunque conto del fatto che la nostra città ha diverse problematiche oltre a questa - spiega il neo-segretario comunale Pd Marco Frati - ma abbiamo ritenuto opportuno chiudere questa discussione". La questione, infatti, nella scorsa legislatura era stata sollevata dal capogruppo di Lista per Ravenna Alvaro Ancisi, che aveva proposto proprio la revoca della cittadinanza onoraria al duce. La maggioranza, allora, votò per il suo mantenimento, adducendo come motivazione il "rischio di fare dimenticare le nefandezze del fascismo". Ultimamente la richiesta è stata riformulata da Ravenna in Comune, in occasione dell'anniversario della Marcia su Roma.

"La cittadinanza onoraria al duce fu concessa nel 1923 da una giunta interamente fascista, in quanto unica forza presentatasi alle elezioni - prosegue Frati - Siamo convinti che il compito della politica non sia pareggiare i conti con la storia, anche quella più oscura come il ventennio fascista, ma costruire il miglior presente e futuro per la comunità; per questo non possiamo ignorare l'insorgere con prepotenza di razzismo, xenofobia, paura del diverso e delle minoranze che oggi si manifestano sempre con maggior forza. Il contesto attuale ci impone una presa di posizione forte per riaffermare i valori di inclusione, uguaglianza, solidarietà e democrazia: per questo rieniamo opportuno revocare la cittadinanza onoraria a Mussolini. E' un atto politico che non si rivolge al passato, che rimane incancellabile, ma che tenta di essere da stimolo per  il presente e il futuro riaffermando che a Ravenna i valori antidemocratici di cui il fascismo è stato espressione non hanno e non possono avere cittadinanza. Un atto importante ma non sufficiente, che dovrà essere accompagnato da una forte azione di eduzione civica che coinvolga scuole, associazione e istituzioni per riaffermare i principi fondanti la nostra Costituzione e il nostro vivere in comunità.

Il consiglio comunale sarà quindi chiamato nuovamente a esprimersi in merito alla revoca; l'atto formale con cui verrà richiesta ancora non è definito, ma si parla di tempi brevi, nelle prossime settimane o al massimo nei primi mesi del 2018. "La nostra posizione non è isolata all'interno del consiglio - aggiunge Fabio Sbaraglia, capogruppo Pd in consiglio - quindi auspichiamo che il tema non venga strumentalizzato e che ci sia la maggior convergenza possibile. Non riteniamo che all'ultima votazione in merito, quando si decise per il mantenimento della cittadinanza onoraria al duce, sia stato commesso un errore. Il punto è che ci sono due approcci alla questione, entrambi corretti: uno prettamente storico secondo cui, giustamente, la politica non deve fare i conti con la storia; uno più legato al contesto attuale, con discriminazioni, razzismo e apologia del fascismo che vengono riproposti con orgoglio sempre più spesso. Questo ci impone una presa di posizione ferma".

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