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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Il mare minaccia Lido di Dante, "il sindaco finalmente se n'è accorto..."

Nei giorni scorsi dopo l'ennesima mareggiata che si è “mangiata” una consistente fetta di arenile a Lido di Dante, giungendo a minacciare non solo la pineta Ramazzotti, ma lo stesso centro abitato

Nei giorni scorsi dopo l'ennesima mareggiata che si è “mangiata” una consistente fetta di arenile a Lido di Dante, giungendo a minacciare non solo la pineta Ramazzotti, ma lo stesso centro abitato, il Sindaco di Ravenna ha dichiarato che “appare ogni giorno più evidente l'allarme erosione che sta colpendo in questi ultimi anni il tratto di costa ricompreso tra la foce dei Fiumi Uniti e la foce del Bevano”. Il tutto mentre da settimane il dibattito a Ravenna è cristallizzato sulle “grandi opere strategiche”: la nuova Romea, la nuova darsena, lo spostamento della stazione e così via. A quando la manutenzione del territorio?

“Non è mai troppo tardi, dice un vecchio proverbio, ma questa volta - commenta Claudio Mattarozzi del circolo Legambiente Matelda - il danno fatto è irreparabile. Negli anni passando con Goletta Verde più volte, abbiamo consegnato alla piattaforma di estrazione Angela Angelina, ed agli amministratori locali per la loro disattenzione, la nostra “Bandiera Nera”, in contrapposizione alle varie “Bandiere Blu”, riconosciute da altri enti, denunciando la non sostenibilità di quel pozzo troppo vicino alla costa. Prendiamo atto che finalmente il Sindaco di Ravenna si è accorto del problema della subsidenza della costa e ci auguriamo che prenda atto anche che la scomparsa di Lido di Dante non è dovuta solo ad eventi naturali, ma anche alle attività umane come ad esempio l'estrazione di gas sotto costa. 15 anni fa sarebbe stato necessario fare scelte indubbiamente difficili, ma oggi il risultato di quella indecisione è sotto gli occhi di tutti. L'ing. Zambon in un incontro pubblico alla sala Berlinguer nel 2004, ci lanciò un monito.. 'volete continuare ad estrarre gas, ebbene dovete sapere che dovrete prendere esempio dall'Olanda, ridimensionare argini, fognature, impianti idrovori.. Nulla sarà più come prima, davanti alle spiagge dovrete costruire una diga in sassi continua, dietro cui sversare la sabbia aspirata da cave in mare, ma non avrete tutti i soldi che servirebbero per tali opere'. Ma purtroppo noi non siamo l'Olanda.. e tutto ciò si sta avverando”.

Legambiente nel corso di un convegno tenutosi alcuni mesi fa a Ravenna, a cui purtroppo il Sindaco non prese parte, aveva infatti evidenziato come già il Piano Costa 1996 avesse messo in correlazione l'abbassamento del suolo e l'estrazione di metano a poche centinaia di metri dalla costa descrivendo “il contributo alla subsidenza dovuto all'estrazione del metano dai giacimenti “Dosso degli Angeli” nella valle di Comacchio e “Angela Angelina” di fronte alla foce Fiumi Uniti, oltre che il raggio di diffusione del fenomeno nella aree circostanti” (da “Stato del litorale emiliano-romagnolo all'anno 2007 e piano decennale di gestione”, ARPA - Regione Emilia-Romagna).

“Non stupisce più di tanto - ha aggiunto Yuri Rambelli, presidente del circolo Legambiente A. Cederna - che non si sia voluto dar peso agli allarmi lanciati dalle associazioni ambientaliste e dai cittadini; la cosa stupefacente è che non si sia dato credito nemmeno a ciò che ARPA e Regione sostenevano già da anni e cioè che in quella zona il terreno si stava abbassando al ritmo di quasi 2 centimetri l'anno. La stessa Regione a cui adesso si chiedono fondi straordinari per la messa in sicurezza di Lido di Dante”.

I recenti eventi dimostrano anche la futilità del dibattito sulle grandi opere che si è riacceso nelle ultime settimane nel ravennate: l'autostrada E-55, la nuova darsena, lo spostamento della stazione, tutti interventi di dubbia utilità e dai costi esorbitanti, mentre invece si lanciano appelli a Regione e Governo per avere un po' di fondi per la difesa costiera.
“Il caso di Lido di Dante, così come gli eventi di queste settimane nel modenese e in Veneto - ha concluso Rambelli - dimostrano che la vera grande opera di cui ha bisogno il nostro Paese è la manutenzione del territorio, si smetta quindi di parlare di progetti faraonici e spesso irrealizzabili e si cominci davvero a fare prevenzione e più in generale ad aver cura del nostro Paese”.

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