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Cronaca

Il nodo rifiuti, gli ambientalisti forlivesi: "Hanno gli impianti per smaltirli"

Per gli ambientalisti forlivesi non c'è l'esigenza di portare le 45mila tonnellate di rifiuti di Ravenna a Forlì

Sono ben sette i punti chiave della proposta inviata dal consigliere del Tavolo delle Associazioni Ambientaliste del Comune di Forlì, Alberto Conti, all’assessore Paola Gazzolo, per trattare il problema dei rifiuti anche in relazione alla chiusura dell’inceneritore di Ravenna. "L’assessore Gazzolo mi ha chiamato alcuni giorni fa per un incontro sulle tematiche dei rifiuti in relazione al caso specifico di trasmigrazione di rifiuti da Ravenna a Forlì prevista dal primo gennaio 2020, quando sarà chiuso l’inceneritore di Ravenna - esordisce il coordinatore del Taaf, Conti -. Questo ha destato notevoli perplessità anche tra noi, tavolo delle associazioni ambientaliste. Di conseguenza l’abbiamo ringraziata e proposto il documento, che, dopo un’analisi complessiva della situazione, presenta sette proposte".

"Il rapporto con l’assessore è stato estremamente cordiale e proficuo. Non si è concluso, ma porterà altri approfondimenti nei prossimi mesi - prosegue Conti -. Oltretutto abbiamo avuto l’interessamento del gruppo consigliare del Pd e dei consiglieri regionali Paolo Zoffoli e Valentina Ravaioli che ci hanno chiesto un incontro per approfondire questi temi prima dell’incontro con l’assessore Gazzolo. L’incontro è stato fatto, abbiamo presentato questo documento che è stato condiviso pienamente sia dal gruppo del Pd di Forlì che dai consiglieri regionali del Pd. Il tema dell’incenerimento e del post incenerimento fa parte di una battaglia ormai di diversi anni, iniziata all’inizio degli anni 2000 e portata avanti nel corso del tempo. A conclusione di questo iter che c’è stato abbiamo intenzione di dare segnali di cambiamento: il primo è stato la trasformazione del servizio di raccolta stradale a Forlì con il sistema di raccolta porta a porta metodo Alea. Questo ha prodotto notevoli risultati fin dall’inizio qualitativamente e quantitativamente, entro fine anno la proiezione è quella di avere -20.000 tonnellate di secco da conferire all’inceneritore. Abbiamo detto all’assessore che occorre allargare alla regione questo metodo, che è il più efficiente ed adatto all’economia circolare. Quando era stato approvato il piano rifiuti, Alea non era ancora stata costituita: allargandola a tutta la regione si avrebbe la chiusura di tanti inceneritori, ed è quello che vogliamo. Quello di Forlì dovrebbe essere il secondo ad essere chiuso dopo quello di Ravenna, anche perché altrimenti sarebbe l’unica città con due inceneritori funzionanti (e collocati peraltro in pieno centro urbano)”.

L’ambiente è un tema di interesse collettivo, che va oltre ogni rivalità politica: "Bisogna ridurre la convenienza ad incenerire: noi proponiamo di portare la tariffa di incenerimento al 15%, perché deve essere tra il 5 ed il 15 (adesso è al 5) per evitare che i comuni abbiano più convenienza ad incenerire che a riciclare. Entro il 30 settembre vogliamo raggiungere un’intesa con le istituzioni territoriali romagnole ma anche coi soggetti economici per essere attivi entro il 31 dicembre 2020. L’assessore ha preso atto del documento perché lo abbiamo mandato alle 20:30 di martedì ed è stato estremamente disponibile, abbiamo ribadito che i cittadini forlivesi hanno esigenza di vedere riconosciuti i loro sforzi, noi siamo pienamente dalla parte dei cittadini. Ci auguriamo che l’amministrazione comunale segua l’esempio dei consiglieri del Pd e valuti positivamente questo nostro contributo per fare un’azione ampia collegiale all’interno del territorio per raggiungere il risultato più soddisfacente dal punto di vista sociale, ambientale ed economico. La prossima tappa in termini di tempo è un incontro con l’amministrazione comunale per capire la posizione. Noi ci siamo già fatti avanti con tre richieste, aspettiamo che ci dicano qualcosa. Auspichiamo che l’amministrazione comunale compatta vada al tavolo con la regione in modo tale da portare avanti il discorso strategico di cui abbiamo cercato di porre le basi. Non c’è questione di destra o di sinistra ma di un’analisi attenta della situazione in modo serio per poi fare il passo successivo”.

Gli impianti nel ravennate

Per gli ambientalisti forlivesi non c'è l'esigenza di portare le 45mila tonnellate di rifiuti di Ravenna a Forlì. "E' possibile conferirli ai due inceneritori presenti in quel bacino (l’inceneritore F3 di Hera di Ravenna zona Bassette e l’inceneritore Caviro di Faenza 1), in parziale sostituzione dei rifiuti speciali trattari da quegli inceneritori. In questo modo la provincia di Ravenna rimarrebbe  autosufficiente, senza penalizzare così altri territori , in particolare quelli più virtuosi".

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