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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Inaugurato un nuovo reparto in ospedale: "Creeremo una 'cittadella sanitaria'"

E' stato inaugurato martedì mattina il reparto di Neurologia dell'ospedale Santa Maria delle Croci di Ravenna, dopo la completa ristrutturazione

Aprirà i battenti di qui a pochi giorni il nuovo reparto di degenza di Neurologia dell’Ospedale “Santa Maria delle Croci” di Ravenna inaugurato martedì mattina. Al taglio del nastro erano presenti Michele de Pascale, Sindaco di Ravenna, Marcello Tonini, Direttore Generale Ausl Romagna, Stefano Busetti, Direttore Sanitario Ausl Romagna e Pietro Querzani, Direttore Unità operativa Neurologia Ravenna.

Inaugurato un nuovo reparto in ospedale (foto Massimo Argnani)

"Una giornata e un segnale importante, poiché si risolve una problematica che ci veniva posta a più riprese dagli operatori e dai pazienti - commenta il sindaco De Pascale - Un momento significativo per focalizzarci anche sui temi più stringenti e urgenti su cui è necessario continuare a lavorare con impegno insieme all'Ausl Romagna: la dotazione del personale, la valorizzazione e lo sviluppo delle vocazioni specifiche del nostro ospedale – l’onco-ematologia, la cardiologia e la neurologia appunto – e l’edilizia sanitaria, per completare la ristrutturazione dell’ospedale, portandovi all’interno la sede della direzione aziendale.  Siamo consapevoli che il lavoro da fare rimane tanto, ma siamo anche consapevoli di offrire nel nostro ospedale servizi di alta qualità e che risolvendo alcune problematiche, potremmo fare ancora di più".

L'intervento strutturale per la Neurologia, come ha spiegato Sabatini, è durato alcuni mesi, ha riguardato le opere necessarie per adeguare spazi rimasti liberi al terzo piano, realizzando le stanze di degenza e relativi servizi, oltre ad alcune modifiche nei locali guardiola e ambulatorio. Alla realizzazione laddove necessario di nuove pareti si è affiancato il rinnovo di infissi esterni ed interni, pavimenti e rivestimenti, oltre al rifacimento dell'impianto elettrico e di chiamata e alla modifica dell'impianto meccanico, antincendio e gas medicinale. L’importo dei lavori per questo intervento, che rappresenta il completamento del progetto di realizzazione della piattaforma medica posta nel “Blocco 03”, iniziato con il trasferimento della degenza di oculistica, post acuti, otorino e nefrologia, è di circa centomila euro. Per un ulteriore zoom sulla parte edilizia dell’ospedale di Ravenna, si può ricordare che, più a lungo termine (anni 2019 – 2020), è in corso l’iter per progetti di riqualificazione e adeguamento dei comparti operatori e rinnovo delle relative attrezzature. Si tratta di collocare tutte le attività dei blocchi operatori oggi variamente dislocati nel presidio, presso la nuova area operatoria del Dipartimento di Emergenza Accettazione (Dea), ad eccezione dell’attività operatoria dell’ostetricia che troverà posto in un ulteriore nuovo blocco operatorio da realizzarsi presso l’area Travaglio Parto recentemente realizzata. Il finanziamento complessivo ammonta a oltre 5.200.000 euro finanziati dalla Regione e da fondi nazionali.

“Dopo la costruzione del Dea stiamo continuando il miglioramento dell’intero ospedale di Ravenna e più ad ampio raggio la creazione di una vera e propria cittadella sanitaria ravennate – ha detto Sabatini -. Questo implica anche la creazione di servizi, come ad esempio l’ampliamento della dotazione di parcheggi. Avremo anche un occhio per l’ambiente, infatti di qui a pochi mesi partirà la costruzione di un impianto fotovoltaico vicino all’ospedale, per servire la struttura. Infine entro fine anno proveremo ad attivare un bando per la vendita dell’attuale sede della Direzione aziendale, in via De Gasperi, col cui ricavato contiamo di realizzare la nuova sede nel sedime ospedaliero, ma anche di liberare risorse per il miglioramento strutturale di tutto l’ospedale”.

Con l’occasione dei lavori è stato migliorato l’assetto organizzativo, che prevede tra l’altro la presenza di 4 letti monitorati per le patologie neurologiche acute, specie l'ictus cerebrale che rappresenta circa la metà degli 850 ricoveri che si verificano ogni anno nel reparto, come ha spiegato il dottor Querzani. Ci sono inoltre 15 letti di degenza ordinaria e 4 letti dedicati alla riabilitazione estensiva. L’unità operativa offre inoltre un servizio di Neurofisiologia che svolge circa 35mila prestazioni annue su circa 8mila pazienti con uno studio specifico sull’epilessia. A livello ambulatoriale sono seguiti pazienti con epilessia (circa 500), sclerosi multipla (circa 300), disordini del movimento e malattie neuromuscolari (circa 200), Sclerosi Laterale Amiotrofica (sla). Per i circa 700 pazienti colpiti da cefalee è attivo un ambulatorio di terzo livello. “Sono felice – ha concluso il primario – perché l’area ospedaliera in cui risiedevamo ora, era quella in cui ci insediammo nel lontano 1969. E siamo contenti anche perché si è provveduto a sostituire, e in tempi rapidi, due medici che avevano lasciato il reparto”.

Il direttore sanitario Busetti è tornato a sottolineare che “la giornata di oggi è la prova che non vi è nessun intendimento di depotenziare la sanità ravennate. Anzi. E lo dimostreremo ancora attraverso il potenziamento degli organici dove necessario, a partire dalla Medicina Interna, sperando che dai concorsi in atto si riescano a trovare i professionisti necessari”. Il direttore generale Tonini ha colto l’occasione per un piccolo bilancio dei suoi primi tre anni di direzione: “L’Ausl Romagna è in buona salute – ha detto -. Abbiamo da poco approvato il bilancio, che è in pareggio, e a breve presenteremo il bilancio preventivo in cui vi sono investimenti per 75 milioni di euro, a favore di tutte le strutture della Romagna, per il loro miglioramento. Anche sul fronte del personale, abbiamo assunto, ma continueremo a farlo, ampliando la pianta organica: contiamo di ‘portare a casa’ altri 300 operatori e professionisti. Lavoreremo inoltre a migliorare ulteriormente la rete cardiologica romagnola (creando a Ravenna una cardiologia interventistica), la rete oncologica (puntiamo a creare un centro per il trapianto allogenico) e la rete dello strocke per dare più aspettativa e qualità di vita alle persone colpite da ictus. Concludo con un dato sanitario che mi sembra significativo: il 90 per cento di ricoveri fatti da romagnoli, è nelle strutture sanitarie pubbliche e private della Romagna. Vuol dire che i romagnoli hanno fiducia nei nostri ospedali e non hanno bisogno di andare a curarsi fuori. Quel 90 per cento è la percentuale più alta di tutta la Regione”.

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