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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Il lato nascosto delle sale slot, quando in gioco c'è la vita: "Ho perso mezzo milione e la mia famiglia"

Quando giocare non è più un hobby, ma diventa un bisogno compulsivo e niente e nessuno ti può fermare. Ma chi frequenta le sale gioco? Siamo andati a visitare una sala slot di Ravenna per farci un'idea più chiara

Dopo qualche minuto di osservazione decido di provare ad approcciare, con discrezione, uno dei giocatori, quello più anziano. Quando si rende conto che qualcuno gli sta parlando sembra quasi staccarsi da un mondo parallelo fatto di luci e suoni, per precipitare in una realtà forse troppo triste e difficile. L'uomo, che chiameremo Mario (nome di fantasia), nonostante tutto si mostra piuttosto disponibile a parlare, ma lo fa a bassa voce, cercando di non disturbare gli altri. "Quando ho iniziato? Non lo ricordo neanche più - racconta Mario alzando lo sguardo al cielo in cerca di ricordi - Per tutta la vita ho fatto l'imprenditore, avevo un'azienda piuttosto nota in città e gli affari andavano bene. Poi la crisi si è abbattuta anche su di noi, e da lì è stata tutta una discesa. I debiti aumentavano e non sapevo più come stare dietro a tutto. Un giorno ricordo che stavo tornando a casa da mia moglie e dai miei figli, ormai abituati a vedermi tornare ogni giorno triste e nervoso. Sulla strada mi sono imbattuto in una sala slot: pensa che prima di quel momento non avevo neanche mai acquistato un gratta e vinci. Ho pensato "una giocata non può certo uccidermi". E invece oggi, dopo non so quanti anni, sono ancora qui in cerca di una vincita che possa risollevarmi e ripagarmi delle giocate".

Provo a chiedere a Mario quanto pensa di aver perso nel gioco durante questi anni: "Non saprei proprio fare un calcolo e in un certo senso non voglio neanche farlo... perchè si parla di numeri altissimi, vergognosi", ammette il giocatore abbassando lo sguardo. Poi, però, cambia idea e cerca di quantificare le perdite degli ultimi anni. "Penso che la cifra si possa avvicinare anche al mezzo milione di euro - spiega Mario sconsolato, quasi incredulo delle sue stesse parole - Ho iniziato sperando di tornare dalla mia famiglia con un sorriso, finalmente, e invece com'è finita? Mia moglie mi ha lasciato e i miei figli hanno smesso di parlarmi. E la cosa brutta è che li capisco, io probabilmente avrei fatto lo stesso".

Mario sembra cosciente di avere un problema, così provo a chiedere se si sia mai rivolto a uno specialista o a uno dei tanti centri d'aiuto contro la ludopatia. "Ci ho provato più di una volta, ma il gioco d'azzardo è proprio come con la droga: cerchi di disintossicarti, ma il rischio di ricascarci è dietro l'angolo". La domanda sorge spontanea: dove può trovare i soldi per giocare un anziano pieno di debiti? A questa domanda Mario, contrariamente a quanto mostrato fin'ora, è molto restio a rispondere e resta sul vago: "I soldi si trovano sempre in qualche modo...".

Cerco di parlare anche con gli altri clienti, ma nessuno di loro sembra interessato a staccare lo sguardo dallo schermo. Così decido di fare una prova in una slot. Ne scelgo una a caso e punto il minimo - due euro - che naturalmente si dissolvono in una giocata di circa 3 secondi senza darmi alcuna vincita in cambio.  Ciò che più colpisce, però - e soprattutto spaventa - è che dopo una sola puntata la tentazione di riprovarci inizi già a farsi sentire. Quando ormai sto per uscire, Mario si accorge della mia giocata e mi si avvicina: sa che sono qui per lavoro, ma nonostante questo decide comunque di "avvisarmi" del pericolo in cui potrei incorrere. "Sei giovane, mi raccomando, tieniti alla larga da queste cose. Una volta che inizi, uscirne è impossibile".

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