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Incidenti stradali

Volò col suv nel canale, Don Giovanni dà la sua versione: "Un improvviso colpo di sonno"

"Un bicchiere in più, bevuto in innocente ed allegra compagnia, mi causò un improvviso colpo di sonno - scrive il sacerdote di Casal Borsetti - il resto lo sapete"

Don Giovanni Desio, uscito indenne il 10 febbraio scorso da un brutto incidente stradale, fornisce attraverso la sua pagina di Facebook la sua versione dei fatti. "Un bicchiere in più, bevuto in innocente ed allegra compagnia, mi causò un improvviso colpo di sonno - scrive il sacerdote di Casal Borsetti - il resto lo sapete, chi più, chi meno, in modo distorto, amplificato e gonfiato da giornalisti senza scrupoli morali e deontologici, pur di vendere una misera copia in più sulla pelle della gente (a tal proposito attraverso il mio legale ho già provveduto ad inoltrare denunce per diffamazione e calunnia a due testate)".

"Mi astengo dal formulare commenti sulle persone che non hanno perso l'occasione per dimostrare finalmente la loro inciviltà, maleducazione, mancanza di sensibilità umana e cristiana misericordia - aggiunge -. Per coloro che mi hanno perfino augurato la morte, prego con l'Anima e a tutti costoro di cuore io auspico una vita lunga, ricca di ogni Benedizione del Cielo e mai augurerò di vivere una simile tragedia. Non ho l'abitudine di maledire! Non potrei essere un Prete con simili sentimenti nel petto".

Don Giovanni ringrazia chi l'ha rincuorato attraverso messaggi arrivati via Facebook, posta elettronica e cartaceo, sms e telefonate: "Mi hanno confortato proprio quando ero ad un passo dallo sfacelo interiore. Tali messaggi sono stati alquanto superiori alle cattiverie a dimostrazione che Casal Borsetti è ancora un paese civile in cui poter vivere. Questo è il mio amato Paese e la mia Parrocchia amatissima e, dopo questa tragica disavventura, li amo ancor di più e intendo servirli con ancor maggior passione. A questo paese, in 13 anni di Servizio, io debbo la mia innegabile maturazione umana e Sacerdotale. Se ho fatto qualcosa di buono e del Bene lo devo alle persone che mi hanno aiutato ad essere Prete, in una località tra le più difficili di questa amata Diocesi".

"Ero ormai ad un passo dalla morte fisica - continua il sacerdote nella sua testimonianza -. Ne ero cosciente e lucido. Lucidissimo. Quando l'acqua giunse al mento mi preparai spiritualmente a rendere a Dio ciò che è da sempre di sua proprietà: il mio Corpo e la mia Anima, chiesi perdono per i miei peccati, mi feci il segno di croce e chiusi gli occhi, poi mi sentii afferrare la mano da Lui per poi ritrovarla in quella di Riccardo, che mi traeva all'esterno della vettura, proprio come un bambino che in sala parto lascia finalmente l'utero materno per cominciare a vivere autonomamente. E così sono rinato. La mia gratitudine per Ricky Riccardo Giovannelli, Andrea Agostini, Marcello Zinzani, Giuseppe Bernardini e Paola Agostini supera l'immaginabile".

Alla popolazione tutta sento il dovere di dire che sono sinceramente dispiaciuto di aver involontariamente (non certo volontariamente) dato un cattivo esempio, ma seppur Prete, sono un uomo io pure e non privo di difetti ed errori - conclude il prete -. Nessuno ha colpa alcuna di ciò che è accaduto, sono l'unico responsabile e mi sono procurato del male che poteva finire con la mia morte, se Dio non avesse preso la mia mano e non l'avesse messa in quella dei miei soccorritori-salvatori ad un passo ormai dall'abisso. Tutti ringrazio, specialmente quanti mi stanno aiutando a riprendere le forze fisiche e morali. Il Signore tutti Benedica, Benedica Casal Borsetti come pure io lo faccio con il Cuore e la mia Anima".

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