rotate-mobile
Cronaca

Industria del sesso e tratta delle schiave: a Ravenna si parla di violenza sulle donne

Si è aperto mercoledì mattina a Ravenna il convegno dal titolo “La violenza sulle donne: dalla tratta al femminicidio” organizzato dall’opera di S.Teresa, in collaborazione con Unesco e Università di Ferrara

Si è aperto mercoledì mattina a Ravenna il convegno dal titolo “La violenza sulle donne: dalla tratta al femminicidio” organizzato dall’opera di S.Teresa, in collaborazione con Unesco e Università di Ferrara, che ha visto susseguirsi per tutta la giornata un panel di esperti da criminologi, religiosi, medici, avvocati, professori universitari e poeti ed insieme hanno affrontano tutti gli aspetti etico/religiosi/culturali del fenomeno tragico della violenza contro le donne.

Di industria del sesso e tratta delle schiave, preludio della violenza e della morte fisica della donna, ne ha parlato Suor Eugenia Bonetti, responsabile ufficio tratta/donne/minori dell’ USMI (Associazione che raccoglie le 650 suore delle congregazioni femminili italiane): “Industria  del sesso – muove nel mondo 32 miliardi di dollari, con oltre 12 milioni di persone trafficate, di cui l’80% costituito da donne e bambini, con una rotta geografica ben definita che parte dalle regioni sud-est asiatiche e russe verso l’Europa paese di transito e destinazione finale, ma che riguarda tutto il mondo dall’Australia agli USA con una prevalenza di flussi africani, dove guerre, carestie e morte costringono tanti africani ad attraversare il deserto per approdare nei nostri mari- veri cimiteri e luoghi di morte, dove queste donne – ha dichiarato Suor Eugenia Bonetti – sono in balia di trafficanti di uomini e di organizzazioni criminali a cui sono poi costrette a pagare un debito abnorme fino a 70mila euro nonché violenze psicologiche e torture molto spesso esercitate attraverso complessi riti voodoo”. 

“La violenza sulle donne: dalla tratta al femminicidio” (Rafotocronaca)

Suor Eugenia Bonetti prima come missionaria in Africa e poi in Italia come responsabile di questo ufficio, ha creato una rete che collega tutte le congregazioni religiose in Italia e all’estero in modo da offrire non solo un aiuto concreto a tutte le donne vittime di questa violenza, ma un progetto mondiale di recupero anche nelle loro terre d’origine, dal nome emblematico “Talitha Kum” alzati! Una speranza per queste donne-bambine schiave del sesso che riguarda le coscienze di tutto il mondo, perché dai famosi viaggi esotici che favoriscono la prostituzione minorile alle strade delle nostre città coinvolge la nostra società civile”.

A questo proposito,  Maurizo Castelli (Unesco) parlando del problema complesso delle mutilazioni genitali delle bambini ha tracciato un quadro sconfortante di umiliazioni e violenze subite dalla bambine in giovanissima età. Ma da questi dati così tragici che riguardano un fenomeno di dimensioni mondiali – non bisogna lasciarsi scoraggiare – ha detto il prof. Francesco Maria Avato primario di medicina legale dell’Università di Ferrara- ma anzi, ciascun professionista (avvocato, medico e insegnante) cercando di risolvere il piccolo problema concreto, come per esempio l’infibulazione, può contribuire ad elaborare una regola generale di comportamento che nell’insieme contribuisca a risolvere il problema della violenza contro le donne”.

Allo stesso modo, la poesia – che spesso coniuga amore e morte – ha sottolineato il poeta Davide Rondoni deve cercare di evitare categorie, il femminicidio come una gabbia culturale che ci permette di isolare il problema e lavarci la coscienza. Il nodo tra l’idolatria di una donna, oggetto d’amore che poi diventa improvvisamente oggetto da distruggere e quindi uccidere è stato tratteggiato da tanti poeti nel corso della storia. Ma bisogna invece riconoscere che l’amore è un viaggio di conoscenza in cui l’uomo non deve passare dall’idolatria alla morte”.

In questo contesto, la chiesa – ha detto S.E.Mons.Lorenzo Ghizzoni, arcivescovo di Ravenna-Cervia – appoggia queste iniziative,  e l’opera di S.Teresa ha sempre elevato e sostenuto il ruolo della donna e dei minori, cioè dei soggetti più deboli, sin dalle origini il suo fondatore Don Angelo Lolli era circondato da un gruppo di volontarie che si adoperavano per proteggere ed alleviare le sofferenze dei poveri, dei malati e di tutte le persone disagiate. Il lavoro di Suor Eugenia Bonetti a livello nazionale dimostra come la chiesa si muova attraverso le congregazioni religiose presenti in Italia”.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Industria del sesso e tratta delle schiave: a Ravenna si parla di violenza sulle donne

RavennaToday è in caricamento