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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Innovativa tecnica in ospedale per impiantare valvole aortiche biologiche

Integrazione professionale e unità d’intenti per dare risposte sempre più complete al paziente cardiopatico. Possono essere considerate queste le “parole d’ordine” del progetto Tavi

Integrazione professionale e unità d’intenti per dare risposte sempre più complete al paziente cardiopatico. Possono essere considerate queste le “parole d’ordine” del progetto Tavi, che conferma l’ospedale di Ravenna come punto di riferimento in Romagna per la Cardiologia.

Il progetto Tavi riguarda la cardiologia intervenitstica relativa alla stenosi valvolare aortica calcifica (SAo). Questa è una patologia molto comune nei Paesi occidentali, tipica soprattutto delle fasce d’età più avanzate. Si tratta di una valvulopatia cronica evolutiva che porta progressivamente allo sviluppo di insufficienza cardiaca. Si stima che il 4 per cento della popolazione ultrasettantacinquenne ne resti colpito, con un picco del 5 per cento nei pazienti over 90. In considerazione del fabbisogno calcolato al momento attuale, in circa 120 Tavi l’anno di pazienti afferenti presso le Cardiologie della Ausl della Romagna, vengono attualmente effettuate 2 procedure/settimana (auspicabilmente 3 in un prossimo futuro). Dall'inizio del progetto (luglio 2019) sono stati effettuate con successo 46 interventi.

Per prevenire danni irreversibili al muscolo cardiaco, la valvola aortica danneggiata va sostituita chirurgicamente con una protesi meccanica o biologica, intervento che però è spesso gravato da un elevato rischio operatorio, data l’età avanzata dei pazienti e la frequente concomitanza di altre patologie. Da circa un decennio esiste una modalità terapeutica alternativa: l’impianto percutaneo di una valvola aortica biologica (Tavi). Si tratta di una tecnica meno invasiva e rivolta attualmente ai pazienti con stenosi aortica severa non trattabili con intervento cardiochirurgico convenzionale. La tecnica prevede, in primo luogo, l’identificazione del rischio operatorio del paziente affetto da SAo, in modo da poterlo indirizzare verso la scelta terapeutica che possa garantire il miglior rapporto rischio/beneficio. Il giudizio sul rischio e di conseguenza la scelta dell’approccio Tavi viene stabilito mediante discussione collegiale di ogni singolo caso da parte di un team multidisciplinare (comunemente definito Heart Team), secondo criteri chiaramente dettati da linee guida nazionali e regionali.

Il progetto Tavi dell’Ausl Romagna prevede che il paziente selezionato venga avviato a un percorso decisionale che prende avvio nelle diverse Cardiologie aziendali in collaborazione con la Cardiologia di “Maria Cecilia Hospital” di Cotignola, nell'ambito del meeting condiviso dell’Heart Team. Il paziente candidato a Tavi viene quindi ricoverato nel reparto di Cardiologia dell’ospedale “Santa Maria delle Croci” di Ravenna il pomeriggio precedente il giorno fissato per l’intervento per il necessario percorso pre-operatorio, e il giorno dell’intervento viene trasferito presso la Cardiochirurgia del Maria Cecilia dove verrà sottoposto alla procedura da parte dell'equipe di emodinamisti e cardioanestesisti aziendali, appositamente formati ed in possesso di clinical competence acquisita presso la struttura stessa. I tre emodinamisti aziendali che eseguono gli impianti Tavi hanno infatti seguito un percorso di training che prevede l'utilizzo degli strumenti su simulatori e la partecipazione ad impianti di protesi presso Maria Cecilia Hospital. Gli anestesisti hanno consolidate esperienze professionali curriculari acquisite anche in importanti centri cardiochirurgici italiani ed esteri. Al termine della procedura il paziente viene trasferito in ambiente intensivo cardiologico per la sorveglianza del decorso postoperatorio e il mattino seguente viene rivalutato dal medico cardiologo che ha effettuato l’intervento e che ne giudica la trasferibilità presso l'ospedale di Ravenna, dove poi rimane ricoverato fino alla dimissione o al trasferimento nella Cardiologia territoriale di origine.

Il direttore sanitario dell’Ausl Romagna Stefano Busetti evidenzia l’importanza “della collaborazione tra pubblico e privato, e il fatto che questo progetto dimostra, una volta in più il rilievo dell’ospedale di Ravenna nella rete delle strutture dell’Ausl Romagna”. Il dottor Venturini sottolinea che “questo progetto sta ottenendo importanti risultati che meritano di essere resi noti. Questa con l’Ausl Romagna è una importante collaborazioni con la sanità pubblica e con le istituzioni, che si affianca ad altri importanti progetti che come gruppo portiamo avanti”.

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