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Cronaca Cervia

La lunga lotta di Patrizia: "Mi bruciava tutto il corpo, quando ho scoperto di avere il Coronavirus mi è crollato il mondo addosso"

La 52enne ha deciso di condividere la sua esperienza, nella speranza che possa essere di monito a chi ancora non ha capito la pericolosità di questo virus

Un giorno potrà raccontare ai suoi nipoti di essere sopravvissuta al Coronavirus. Patrizia ha 52 anni, abita con la sua famiglia a Villa Inferno e da un inferno è appena uscita, anzi, ne sta ancora uscendo. La donna, infatti, ha contratto il Covid-19, il "nemico invisibile" contro il quale l'intero pianeta sta combattendo. E ora Patrizia ha deciso di condividere la sua esperienza, nella speranza che possa essere di monito a chi ancora non ha capito la pericolosità di questo virus.

Quali sintomi hai avuto? Quando hai iniziato ad averli?
Venerdì 13 marzo (data funesta) ho iniziato ad avere un po' di tosse, ma non ci ho fatto molto caso. Solitamente non mi ammalo mai, l'ultima volta ho avuto una polmonite tre anni fa. Nel weekend ho avuto solo un po' di tosse, poi nel giro di due giorni ho avuto un peggioramento drastico. Non riuscivo ad alzarmi dal letto, avevo un bruciore tremendo in tutto il corpo, come se avessi un fuoco dentro. I polmoni li sentivo scoppiare, avevo febbre, un gran mal di testa, facevo fatica a respirare, sentivo un'oppressione al petto tremenda e avevo un mal di schiena atroce. Non mangiavo, non riuscivo a deglutire, e non dormivo perchè in ogni posizione avevo male. A quel punto mi sono allarmata, ho capito che non era un'influenza normale. Ho chiamato il medico e lui, sapendo della polmonite che avevo avuto, mi ha fatto prendere un antibiotico. Non sapendo che si trattasse di Coronavirus a casa ho anche preso la tachipirina, mentre poi in ospedale mi hanno detto che rende piu forte il virus e che quindi, in caso di positività, la consigliano solo sopra i 38 gradi.

Quando ti hanno diagnosticato il Coronavirus?
Giovedì ho visto che non miglioravo, quindi ho richiamato il mio dottore e lui mi ha mandata in ospedale a Ravenna per fare dei raggi. Sono entrata, mi hanno fatto esami, prelievi, il tampone e dai raggi hanno visto che qualcosa non andava. Così mi hanno fatto una tac e hanno visto che avevo una polmonite interstiziale, che è sintomo del Covid-19. Ho aspettato l'esito del tampone dalle 9.30 del mattino fino alle 3 di notte in una barella del pronto soccorso, da sola, per fortuna sentivo mio marito col telefono. E quando mi hanno detto che ero positiva, mi è crollato il mondo addosso.

Quindi ti hanno ricoverata...
Sì, mi hanno subito ricoverata. Sono rimasta fino al giorno dopo vestita com'ero perchè non avevo nulla con me, poi da casa mia sorella mi ha portato una borsa di plastica (è vietato portare valigie) con pigiama, biancheria intima, vestiti, spazzolino, posate, solo il necessario. Mi hanno portata nel reparto al quinto piano che hanno allestito apposta. Nel giro die due giorni ho visto ricoverare altre 20 persone, quello che faceva impressione è che arrivavano persone che stavano così così e il giorno dopo venivano intubate. Io per fortuna sono arrivata presto, perchè più tardi arrivi e peggio è.

Come funzionano le cure in ospedale? Come trascorrevi le giornate?
In ospedale ti parlano tramite interfono, gli infermieri sono davvero bardatissimi, e voglio spendere una parola per loro: sono spesso molto giovani, rischiano la vita, ti supportano e ti fanno anche ridere, sono stati bravissimi. Entravano solo per i prelievi e per misurarci i parametri tre volte al giorno, la temperatura ce la misuravamo noi. Ogni tanto aprivamo le finestre per cambiare aria, non potevamo assolutamente uscire dalla porta. Dovevamo tenere la mascherina chirurgica giorno e notte, e dormire con la mascherina è stata dura; potevamo togliercela solo per mangiare. Poi un medico mi ha chiesto se ero disposta a sottopormi a una terapia sperimentale con antivirali e il farmaco che si usa per l'artrite reumatoide: ho subito accettato, anche se è una terapia che ha molti effetti collaterali, io infatti ho avuto diarrea e dolori muscolari fortissimi. Sono stata una cavia! Chissà, magari serviremo ad aiutare le altre persone... Per passare il tempo parlavo con le altre persone ricoverate, stavo al telefono, chiamavo mio marito e figli, la mia salvezza è stata quella, il poter parlare con loro. Durante il giorno mi vestivo e non stavo in pigiama, mi faceva sentire meglio. Avevo un'anziana di fronte al mio letto, e avevo sempre paura che non respirasse, spesso non dormivo per badare a lei. Le infermiere col suo telefono le chiamavano la figlia perchè lei non riuscviva, era molto commovente e io piangevo sempre. Le infermiere hanno avuto un cuore grandissimo e io le ringrazierò sempre, anche se non saprei riconoscerle se le incontrassi visto che avevano sempre la mascherine. Avevano sempre una parola buona, e soffrono anche loro perchè si sono allontanate dalle famiglie, per salvare le nostre vite hanno rinunciato alle loro.

Quando sei stata dimessa?
Dopo due giorni di terapia ho iniziato subito a stare meglio, i sintomi iniziavano a sparire. Il 25 marzo, dopo una settimana, mi hanno dimessa, e ho finito la cura a casa: mi hanno spiegato come prendere le medicine, mi faccio anche le punture da sola nella pancia. Mi ha portata a casa l'ambulanza perchè non può venirti a prendere nessuno, uno degli operatori dell'ambulanza mi ha raccontato che ha un figlio di 4 anni e che era preoccupato... è stato carinissimo con me.

Come stai ora?
Inizio a stare meglio, ma è da 15 giorni che sono chiusa in camera. Esco solo per andare in bagno, in casa stiamo tutti con la mascherina... non ne posso più ormai. Mio marito ha fatto il tampone la settimana scorsa ed è risultato positivo, ha avuto qualche sintomo. Anche i miei figli hanno fatto il tampone, ma ci hanno detto che gli esiti tarderanno perchè sono oberati di lavoro. Mio figlio non ha avuto sintomi, mentre mia figlia ha perso gusto e olfatto, che è un sintomo classico, quindi è probabile che lo abbia anche lei. Abbiamo ricostruito la mia rete di contatti e queste persone sono state messe tutte in quarantena.

Come gestite la vita in casa tu e la tua famiglia?
Io passo le giornate nella camera matrimoniale, mio marito dorme sul divano. Abbiamo tre bagni di cui uno riservato a me. Sto sempre con la mascherina, disinfettiamo tutto, usiamo i guanti. Mio marito prepara da mangiare con i guanti e me lo lascia fuori dalla porta. Per fortuna almeno ho la tv... ogni tanto guardo dalla finestra e vedo i miei figli in giardino. Lei ha 13 anni, lui 24: sono stati veramente forti, non è facile per loro. Hanno paura per me, non vogliono parlarne ma mi chiedono sempre come sto, vedermi così per loro è stata una bella batosta.

Hai già eseguito i due tamponi per assicurarti di essere guarita del tutto?
Sono passati 15 giorni e ancora non ho fatto i due tamponi. Io capisco che il sistema sanitario sia in diffcoltà, ma io sono stanca di aspettare. Dal 26 marzo non ho più avuto sintomi, la cura l'ho finita il 30. Non è una situazione facile... di notte ho gli incubi e spesso ho attacchi di panico. Psicologicamente credo che ci vorrà del tempo per riprendermi. All'inizio avevo il terrore di avere contagiato altre persone.

Hai quale idea su come tu possa essere stata infettata?
No, non ne ho idea, anche perchè all'inizio eravamo tutti piu tranquilli, si usciva ancora, quindi potrei averlo preso ovunque. Voglio sensibilizzare un po' la gente perchè ancora molti non capiscono. C'è molto menefreghismo: quando esci di casa, devi partire dal presupposto che sei infetto, così sei sicuro che non contagi nessuno.

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