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Cronaca Cotignola

Irccs privati, Lucchi: "L'integrazione tra sanità è una sfida da sostenere"

E' quanto afferma il presidente della conferenza territoriale socio e sanitaria Paolo Lucchi

“Rispetto al dibattito che si sta sviluppando sulla possibilità del riconoscimento di Irccs (Istituto di Ricerca e Cura a Carattere Scientifico) anche a soggetti della sanità privata, credo sia importante ribadire, almeno per quanto riguarda la Ctss della Romagna, alcuni passaggi importanti sia dal punto di vista della forma che della sostanza". E' quanto afferma il presidente della conferenza territoriale socio e sanitaria Paolo Lucchi, specificando che "è stato infatti discusso già nella seduta della Conferenza, da me presieduta, del 3 aprile scorso, il tema del riconoscimento di Villa Maria Cecilia Hospital quale Istituto di Ricerca e Cura a Carattere Scientifico. Possibilità rispetto alla quale si sviluppava, a livello regionale, contestualmente, il ragionamento che avrebbe portato al necessario riconoscimento legislativo".

"E la Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria, condividendo tale percorso politico da parte dell’Assessore Sergio Venturi, aveva già allora espresso un parere preliminare positivo a tale proposta, evidenziando che tale parere si inseriva nell’ambito di una progettazione coerente con il complessivo sistema sanitario romagnolo e che valorizzi tutti i nodi della Rete Cardiologica della Romagna - aggiunge -. Nel merito della scelta, va evidenziato che l’importanza della esperienza maturata dal Gruppo Villa Maria Spa è nota non soltanto alle amministrazioni della nostra Regione, ma anche ai cittadini che ricorrono ai suoi servizi, consapevoli dei livelli di assistenza che riceveranno. E che l’integrazione equilibrata raggiunta nel nostro territorio tra la sanità pubblica e quella privata, così come l’opportunità di creare nuovi punti di eccellenza - anche tenendo conto delle positive esperienze come quella maturata dall’Irst Irccs di Meldola -, rappresentano sfide ed obiettivi che, in un ambito così complesso, sensibile e mutevole come quello sanitario, vanno sostenute con determinazione da tutti i soggetti interessati".

"Rispetto allo specifico ambito di cura, va ricordato che le Strutture pubbliche cardiologiche presenti negli Ospedali dell’Ausl della Romagna lavorano da tempo in collaborazione con il Centro situato al Villa Maria Cecilia Hospital a Cotignola, attraverso l’implementazione di percorsi strutturati per le diverse tipologie di pazienti che accedono agli interventi cardiochirurgici e che già vengono valutati collegialmente dall’Hearth Team condiviso - chiosa Lucchi -. La presenza di tecnologie avanzate, di expertise di eccellenza, dell’attività cardiochirurgica e dell’attività scientifica caratterizza il Centro di Villa Maria Cecilia Hospital quale Centro di riferimento per trattamenti avanzati".

"E’ del tutto ovvio che un Irccs cardiologico a Cotignola non potrà, e non dovrà, esistere come una entità unica completamente autonoma e in grado di rispondere pienamente alla sua mission, senza la collaborazione/integrazione con l’Ausl della Romagna anche per gli aspetti relativi alla prevenzione, alla continuità delle cure ospedale-territorio ed alla ricerca - viene precisato -. D’altra parte la ricerca scientifica non può fare a meno di un bacino popolazionale che assicuri una capacità di arruolamento importante e sinergico con gli altri nodi cardiologici della rete in studi il più possibile multicentrici. E l’Ausl della Romagna, per parte sua, si gioverebbe dell’elevato potenziale tecnologico-scientifico di un ulteriore Irccs sul proprio territorio per le attività di ricerca clinica che già svolge per propria mission e per i trattamenti diagnostico-terapeutici innovativi e ad alta complessità tecnologica".

"Il tutto dovrà ovviamente essere regolamentato da Convenzioni operative specifiche tra i due enti avvallate dal livello regionale per favorire l’utilizzo di Piattaforme (come ad esempio la sala ibrida) e lo sviluppo di progetti di formazione e aggiornamento comuni, consentendo la valorizzazione dei professionisti che pur mantenendo la propria affiliazione possono mettere in pratica e sviluppare le loro competenze con una ricaduta positiva per l’intero sistema sanitario - conclude Lucchi -. Su queste basi andranno meglio precisate le relazioni di committenza tra i due enti, definendo gli oggetti che riconoscono gli scambi economici e contribuendo a qualificare l’Accordo regionale sull’alta specialità in modo che si tenga conto delle reali esigenze della sanità romagnola".

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