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Cronaca

Ispettorato del lavoro, proclamato lo stato di agitazione: "Serve un segnale forte"

I sindacati: "Una situazione in procinto di esplodere, dove i dipendenti si trovano a fronteggiare le maggiori incombenze di servizio in modo assolutamente anomalo"

Nel quadro delle iniziative di mobilitazione dei lavoratori di tutti gli Ispettorati del Lavoro a livello nazionale, i dipendenti della sede di Ravenna hanno deliberato nell’assemblea del 26 ottobre scorso di aderire alle iniziative promosse dalle organizzazioni sindacali Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Pa, Confsal-Unsa, Usb Pi, Flp, Federazione Intesa, a sostegno della vertenza in atto. "Una situazione in procinto di esplodere quella che si sta delineando negli Ispettorati del Lavoro, dove i dipendenti si trovano a fronteggiare le maggiori incombenze di servizio in modo assolutamente anomalo - spiegano i sindacati - L’Ispettorato e le sue diramazioni
territoriali nascono nel 2015 con l’istituzione dell'Agenzia unica per le ispezioni del lavoro, cioè l’Ispettorato Nazionale del Lavoro, il quale ha assorbito tutti i compiti ispettivi e di vigilanza in materia di lavoro, tra cui contribuzione, assicurazione obbligatoria e di legislazione sociale, già esercitati, in passato, dal Ministero del Lavoro e Politiche Sociali, Inps ed Inail. Come sempre, le riforme al buio ed a costo zero dimostrano tutti i loro limiti. I presupposti che stavano all’origine della riforma hanno totalmente deluso le aspettative dei lavoratori e dei cittadini in quanto, ad oggi, regna una confusione totale e tutte le attività svolte dal personale sono garantite solo ed esclusivamente grazie al senso di responsabilità dei dipendenti stessi. E, se tutto ciò non bastasse, il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha tagliato drasticamente la retribuzione accessoria dell’anno 2016 ed ha paventato il taglio di
somme già liquidate ai lavoratori sull’accessorio 2015, con conseguente restituzione salariale da parte degli stessi. Meno risorse per i lavoratori significa impoverire e demotivare, ancor di più, un personale che soffre 8 anni di mancato rinnovo contrattuale, in barba ai moniti della Corte Costituzionale. Alla faccia della sicurezza sui luoghi di lavoro e della salute e dei diritti dei lavoratori, si è deciso di tagliare le risorse agli Uffici preposti alla tutela dei diritti sociali. Questi problemi si aggiungono ad una situazione di disagio preesistente: basti pensare alla cronica carenza di risorse umane e materiali. A questo punto, le iniziative di protesta adottate dai dipendenti dell’Inl su tutto il suolo nazionale mettono di fronte alle proprie responsabilità il Ministero del Lavoro e il Governo tutto; senza più regole, senza più diritti, il mondo del lavoro non ha più bisogno di chi difende e applica le normative a tutela dei lavoratori. Ed allora sia chiaro che senza il contributo del personale dell’Inl, senza la disponibilità dei propri mezzi, i risultati non si ottengono e i diritti non si proteggono. Potremmo continuare dicendo che da anni questo presidio territoriale, socialmente tanto importante, è carente anche degli strumenti più basilari per poter garantire il normale funzionamento dell’Ufficio. Poiché occorre dare un segnale forte e che, sia a livello centrale che ai vertici politici ed amministrativi, si assumano le responsabilità del caso, il personale ha deciso di aderire allo stato di agitazione proclamato a livello nazionale, mettendo in atto varie forme di protesta e, per il tramite dei rappresentanti sindacali, si scusa con gli utenti ed i cittadini per i disagi che tutto ciò potrà comportare, ma è doveroso spiegare quello che sta succedendo perché tutte le scelte fatte dall’alto alla fine ricadranno sulla collettività".

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